Gesù parlava spesso dei soldi e della loro funzione. Il denaro può essere considerato uno strumento spirituale? In che modo?

Bruce Manners – Il denaro può fare strane cose alla gente. Alcuni anni fa, in un sondaggio proposto in Inghilterra, venne chiesto alle persone cosa avrebbero preferito tra l’ipotesi di immaginare che il loro reddito mediamente fosse di 100mila sterline, ma ne avevano guadagnate 125mila, oppure pensare che il loro reddito medio fosse di 200mila ma ne avevano guadagnate 175mila. La maggior parte scelse l’opzione di 125mila: avrebbero preferito avere minori opportunità di spesa se questo li avesse posti in una posizione di comando nel gruppo!

In un altro studio in Francia, è emerso che coloro che avevano semplicemente maneggiato i soldi, avevano meno probabilità di essere d’aiuto. A un centinaio di persone fu chiesto di partecipare a un sondaggio sul tema bambini e autorità. La metà di loro aveva appena effettuato un prelievo al bancomat e solo il 34% di essi accettarono di sottoporsi al sondaggio, contro il 62% di coloro che non avevano utilizzato il bancomat. Come prova di verifica, venne condotto un altro esperimento su 50 persone. Si decise di far camminare davanti ai partecipanti una donna che aveva lasciato cadere il biglietto dell’autobus. Tra coloro che non avevano usato il bancomat, il 96% avvisò la donna di aver perso il biglietto, mentre solo il 60% di coloro che avevano utilizzato il bancomat lo fece.

Alla fine del 2014, una serie di sei esperimenti realizzati negli Stati Uniti dimostrò che coloro i quali erano stati sollecitati a pensare al denaro attraverso immagini di banconote o di monete avevano maggiori probabilità di nascondere le proprie emozioni rispetto alle persone a cui erano state mostrate immagini diverse.

Il denaro può fare strane cose alle persone. Come disse una volta Kim a Kath nella sit-com televisiva australiana Kath and Kim: “Voglio sfogarmi, mamma. Sfogarmi". Sappiamo cosa intendesse veramente, ma il nostro atteggiamento nei confronti del denaro può creare qualcosa di molto diverso.

Gesù e il denaro  
Gesù parlava spesso di soldi. A un giovane ricco disse persino di vendere tutto quello che aveva e di darlo ai poveri (Marco 10:17-27). Poi, nel tempio, rovesciò i tavoli dei cambiavalute e dichiarò che avevano trasformato il tempio in un covo di ladri (Matteo 21:12-13). A volte usava misure estreme per far valere il suo punto di vista.

Disse anche che il denaro è la radice del male? Beh, no! Ma questo è un comune fraintendimento del passo dell’apostolo Paolo secondo cui “l’amore del denaro è la radice di ogni sorta di male” (1 Timoteo 6:10, corsivo aggiunto). Gesù ha offerto molte lezioni sul denaro. Eccone sette:

1. Le priorità sono importanti. 
Gesù non si è mai espresso contro la ricchezza, ma ha sottolineato le priorità. Nel sermone sul monte disse: “dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore (Matteo 6:21). Con ciò intendeva dire che i tesori terreni possono essere perduti a causa delle tarme, della ruggine e dei ladri. La sua proposta? Conserva i tuoi tesori in cielo. La sua è una politica che guarda al cielo come priorità.

Disse anche: “Non potete servire Dio e il denaro (v. 24). Nel testo parallelo di Luca 16:14, i farisei, i capi religiosi dell’epoca, risposero con scherno. Non erano d’accordo, perché "amavano i soldi". Come predisse Gesù, finiremo per odiare l’uno o l’altro. 

Il punto importante era: “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più” (Matteo 6:33). Se il denaro si mette in mezzo, avrete priorità sbagliate. Come sottolineano Clive Hamilton e Richard Denniss, autori del libro Affluenza: “Non sono il denaro e i beni materiali la radice del problema; è il nostro attaccamento a essi e il modo in cui condizionano il nostro pensiero che ci definisce e governa la nostra vita”.

2. Siamo amministratori, non proprietari della ricchezza. 
Questo è il messaggio forte della parabola di Gesù sui talenti (Matteo 25:14-30). In questa storia, il padrone parte per un viaggio e consegna una grande somma di denaro (variamente descritto come talenti o borse d’argento o d’oro) a tre servi. L’importo dato a ciascuno è proporzionato alle loro capacità.

All’inizio di questa discussione, Gesù aveva parlato della sua seconda venuta, quindi il messaggio era che lui, il Maestro, stava per partire per un viaggio. Siamo servitori in attesa del suo ritorno. Ci ha donato le nostre capacità, il nostro talento, la nostra passione e il nostro denaro. Tutto è venuto da Dio come un dono così come ogni respiro e battito del cuore che ci tengono in vita.

In qualità di amministratori, siamo responsabili di ciò che ci è stato offerto, compreso l’uso saggio del denaro.

3. Prenditi cura dei bisogni della tua famiglia. 
In Marco 7, Gesù affrontò un problema che causava difficoltà alle persone anziane. Ricordò ad alcuni farisei e dottori della legge le difficoltà derivanti da una tradizione chiamata corbàn, cioè fare un voto o una promessa a Dio. Succedeva che quando i loro genitori erano in difficoltà, costoro rispondevano che non potevano aiutarli perché avevano promesso di dare a Dio quanto avrebbero potuto offrire loro (Marco 7:11-13).

In questo modo, fece notare Gesù, trascuravano i loro genitori bisognosi nonostante il comandamento: “Onora tuo padre e tua madre”. Le esigenze familiari vanno soddisfatte, a qualunque età.

4. Prendersi cura dei bisognosi. 
Gesù raccontò una storia relativa a una scena del giudizio in cui, proprio come un pastore, separava le pecore dai capri. Nel racconto, le pecore ereditavano il regno (Matteo 25:31-46). La differenza tra i due gruppi era in questo: le pecore (Gesù le chiamò “i giusti al versetto 37) nutrivano gli affamati, davano un bicchiere d’acqua agli assetati, invitavano gli sconosciuti nelle loro case, donavano vestiti a chi non ne aveva, si prendevano cura dei detenuti e visitavano i malati. Quando compivano questo, disse Gesù, lo facevano a lui. Quelli che un giorno Cristo riceverà nel suo regno saranno proprio coloro che si sono presi cura dei bisognosi in questa vita, cosa che spesso può essere fatta solo grazie al denaro. Il suo messaggio per noi è di compiere ciò che possiamo, come se lo stessimo facendo per Lui.

5. Paga le tasse. 
Quando Gesù aveva circa dieci anni, in Israele scoppiò una rivolta fiscale contro i Romani. Guidati da un galileo di nome Giuda. Questi ribelli si rifiutarono di pagare qualsiasi tassa, eccetto quella a Dio. La rivolta finì in lacrime e sangue.

Forse i farisei avevano in mente questo episodio quando cercarono di mettere in difficoltà Gesù chiedendogli: “È lecito o no pagare il tributo a Cesare?” (Matteo 22:17). Gesù riconobbe la trappola e chiese loro di mostrargli una moneta. “Di chi è questa immagine e questa iscrizione?”, domandò. “Di Cesare” risposero. Al che Gesù replicò: “Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio (vv. 20, 21). In altre parole: pagate le tasse e restituite le decime.

6. La decima è prevista. 
Gesù considerava la decima un principio biblico. La decima consiste nel dare a Dio il 10% del proprio reddito. Gli Ebrei offrivano la decima al tempio. I cristiani di solito la restituiscono alla loro chiesa.

Gesù era nel bel mezzo di un discorso pungente contro l’ipocrisia dei farisei quando li condannò per le misure estreme adottate rispetto alla decima (persino dare un decimo delle erbe del loro orto), mentre erano incuranti della giustizia, della misericordia e della fede. Disse loro, e anche a noi, che pagare la decima è bene, ma non bisogna dimenticare questi altri valori (Matteo 23:23).

7. Alcuni momenti richiedono straordinarietà. 
Quando Maria versò un profumo costoso sui piedi di Gesù, il suo gesto stravagante provocò la protesta dei discepoli, specialmente di Giuda, il tesoriere del gruppo (Matteo 26:6-13). Gesù difese l’azione di Maria nonostante il suo costo (che equivaleva a circa un anno di salario!). “Perché date noia a questa donna? Ha fatto una buona azione verso di me” (v. 10).

Nel suo libro Cosa ha fatto Gesù?, l’autore F. Scott Spencer conclude: “Mentre Giuda calcola la perdita di trecento denari, valore del profumo versato da Maria, Gesù si preoccupa solo dell’amore straordinario di Maria”.

Il denaro è uno strumento spirituale 
Il denaro può fare strane cose alle persone. “Le nostre preoccupazioni pubbliche potrebbero riguardare la salute e l’ambiente, ma i nostri modelli di spesa privata mostrano che la maggioranza […] sente di soffrire di una cronica mancanza di ‘cose’ scrivono Hamilton e Denniss in Affluenza.

Il rabbino Shawn Zevit si riferisce alla parola ebraica shalom (pace), che deriva dalla parola shalem (integrità o completezza). Il termine ebraico usato per acquistare e pagare un oggetto è l’shalem. In un approccio che combina il divino con il pratico, nel suo libro Le offerte del cuore, Zevit consiglia di utilizzare il denaro come strumento spirituale “per creare uno scambio che permetta a tutte le parti di sentirsi integre e sante nei loro rapporti reciproci. Il denaro usato come strumento spirituale. In questo modo ha il potenziale di lasciare tutti in un luogo di pace, di shalom”.

È un luogo di pace che non si trova nell’uso egoistico del denaro. Gesù stabilì la priorità: “Cercate il regno di Dio sopra ogni altra cosa. Questo mette il denaro al posto giusto.

(Bruce Manners è un giornalista in pensione. Ha lavorato per Signs of the Times Australia dal 1989 al 2003. Vive a Melbourne. Una versione di questo articolo è apparsa per la prima volta sul sito web di Signs of the Times Australia ed è stata ripubblicata dietro autorizzazione).

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]

 

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