Maol – Mercoledì 3 giugno, alcuni pastori della Federazione avventista dell’Oregon, negli Stati Uniti, tra cui il presidente Dan Linrud, sono arrivati nel centro di Portland per pregare con i manifestanti scesi in piazza per condannare l’ingiustizia razziale in America.

«La Scrittura rivela il gran conflitto tra il bene e il male in atto nel nostro mondo, reso evidente nella svalutazione e nell’oltraggio alle persone, e ci richiama a esprime l’amore e la bontà di Dio. Denunciamo il male del razzismo in tutte le sue forme e denunciamo l’ingiustizia del razzismo sistemico e del classismo. Sosteniamo coloro che protestano pacificamente contro l’ingiustizia e dimostrano azioni non violente nel promuovere l’uguaglianza» si legge nel comunicato diffuso dai dirigenti.

«È stata un’esperienza che mi ha colpito più di quanto mi aspettassi» ha affermato Linrud in un post su Facebook in cui racconta la sua partecipazione alla protesta.

La manifestazione di Portland è una delle tante svolte negli Stati Uniti e in molte città del mondo per protestare contro l’uccisione immotivata di George Floyd, un afroamericano, durante l’arresto da parte da un poliziotto bianco.

«Prima dell’inizio della corteo il nostro gruppo di pastori e leader avventisti ha parlato e pregato con la folla. In seguito, tanti spettatori casuali ci hanno detto che apprezzavano ciò che dicevamo e facevamo perché non pensavano che una chiesa o una denominazione a Portland fosse interessata a qualcosa di così significativo».

Linrud ha precisato che lui e gli altri manifestanti, per due volte durante l’evento, si sono inginocchiati per 8 minuti e 46 secondi, il tempo in cui l’ex poliziotto aveva premuto il ginocchio sul collo di George Floyd, uccidendolo.

«Faceva male restare inginocchiati sull’asfalto così a lungo; ma mi sono sentito peggio quando ho pensato a cosa doveva aver provato George Floyd nell’avere il ginocchio sul collo e la faccia per terra… Straziante».

[Foto: Facebook/Garth Dottin. Fonte: Adventist Today]

 

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