Una cerimonia a Roma ha concluso il Master di 1° livello in Fundraising, comunicazione e management per gli enti ecclesiastici.

Hope Media Italia – «Mettere al centro la relazione con l’altro». «Coltivare la cultura del dono e del contraccambio». «Essere ponte con la gioia di rendere felice il prossimo». «Quello del fundraiser non è un lavoro ma una consacrazione». «Far crescere il bene e metterlo in circolo».  Sono le impressioni a caldo espresse con un pizzico di emozione da laici, religiosi di diverse denominazioni, neolaureati, professionisti che già operano in organizzazioni non profit. Età, origini, storie differenti ma con un focus comune: quello di rimettersi in gioco tornando sui banchi per studiare, condividere, sperimentarsi, aprirsi a nuove visioni e possibilità.

Mercoledì 12 dicembre scorso, alla Pontificia Università Antonianum di Roma, si è svolta la cerimonia di consegna dei diplomi ai corsisti che hanno concluso la prima edizione del Master di 1° livello in “Fundraising, comunicazione e management per gli enti ecclesiastici e le organizzazioni religiose”. Un passaggio di testimone dai “vecchi” ai nuovi iscritti pronti a iniziare un nuovo anno accademico: nel panorama nazionale, il master risulta il primo e unico corso con l’obiettivo di formare manager in grado di garantire la sostenibilità degli Enti del Terzo Settore (per informazioni: https://master.religiousfundraising.it).

Alla consegna dei diplomi, sono intervenuti Catia Drocco, co-founder dello Studio Romboli e di bSocial, docente e ideatrice del percorso formativo Professione Fundraiser; Filippo Alma, direttore dell’Italian Adventist University e docente di teologia del dono; Roger Bergonzoli, direttore generale della Fondazione Santa Rita da Cascia Onlus e vincitore dell’Italian Fundraising Award 2017, il premio dedicato a coloro che operano nella raccolta fondi, diventando così il miglior fundraiser d’Italia.

Alcune interviste realizzate durante la consegna dei diplomi

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