A. Calvagno – Oggi, alle ore 12.00, il presidente Conte e la ministra Lamorgese firmano con numerose confessioni religiose a Palazzo Chigi il protocollo per l’esercizio della libertà di culto in questa situazione di emergenza. Tra i firmatari anche il pastore Stefano Paris, presidente dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno (Uicca).

Nei giorni scorsi erano emerse alcune difficoltà quando il Presidente del Consiglio, nel presentare il Dpcm, non aveva fatto cenno alla libertà di culto. L’on. Stefano Ceccanti aveva perciò presentato un emendamento alla Camera per sbloccare la situazione e dare la possibilità a tutte le minoranze religiose di aprire i propri luoghi di culto. Simultaneamente la Commissione delle chiese evangeliche per i Rapporti con lo Stato (Ccers) aveva esposto in una lettera indirizzata al Ministero dell’Interno le necessità specifiche delle chiese e delle religioni di minoranza. È stato perciò immediatamente avviato un tavolo con le confessioni diverse da quella cattolica, con e senza intesa con lo Stato.

Secondo l’on. Ceccanti si è trattato di un momento molto positivo perché, ha affermato ai microfoni di Radio Voce della Speranza, “questo è uno dei rari casi in cui la semplice presentazione di un emendamento, non l’approvazione, smuove il Governo. Il Governo non ha voluto attendere l’approvazione dell’emendamento, ma ha giocato d’anticipo. È uscita l’immagine di un Parlamento unito nel segno della libertà religiosa per tutti”.

“La simultanea iniziativa dell’on. Ceccanti in Parlamento è stata di fondamentale importanza” afferma il past. Davide Romano, direttore del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa dell’Uicca e vicepresidente della Ccers “perché ha contribuito a rendere necessaria questa interlocuzione attenta, serrata con le minoranze religiose, che fino a quel momento era abbastanza assente”. 

Il protocollo riprende molte indicazioni utili che la Ccers aveva sottolineato nella sua lettera, nella quale suggeriva al Ministero diverse questioni importanti per le chiese evangeliche, come per esempio la possibilità per i membri di chiesa di spostarsi al di fuori della propria regione di residenza quando il luogo di culto più vicino si trova in una regione limitrofa, e la possibilità per i ministri di culto di essere operativi in regioni diverse da quella di residenza.

Questo momento si è rivelato inoltre particolarmente adatto per un’interrogazione in materia di libertà religiosa, presentata dall’on. Ceccanti, per chiedere il rinnovo di quattro commissioni governative scadute da più di due anni. La speranza è che il Governo, sull’onda della firma del protocollo, possa muoversi in questa direzione.

Il past. Romano, commentando l’iniziativa del Governo di dialogare con i rappresentanti delle varie minoranze e di ascoltare i loro punti di vista, ha aggiunto: “Se quel tavolo diventasse una consuetudine, aprirebbe un’epoca nuova nei rapporti tra lo Stato e le minoranze religiose”.

Questo potrebbe perciò essere un nuovo inizio, non solo per i rapporti delle minoranze religiose con lo Stato, ma anche per l’opinione pubblica.

Ascolta l’intervista all’on. Stefano Ceccanti e al past. Davide Romano.

[Immagine: ID 134842428 © Fizkes/Dreamstime.com]

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