Michele Abiusi – Vorrei condividere con voi uno dei testi più straordinari dei Vangeli, che ci parla del futuro del nostro mondo. Vi invito a immaginare Gesù e i suoi discepoli mentre uscivano dal tempio di Gerusalemme, una delle maggiori meraviglie architettoniche e artistiche di allora. I giudei ne erano più che orgogliosi. Nessuno poteva impunemente parlare contro il Santo Tempio, considerato la dimora di Dio stesso. Ebbene Gesù, mentre tutti erano incantati nell’osservare lo splendore di quella costruzione, ebbe il coraggio di predirne la totale distruzione: “… non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata” (Matteo 24:2).

I discepoli rimasero scioccati da tale affermazione e quando giunsero al monte degli Ulivi, nella tranquillità e solitudine, lo interrogarono al riguardo: “Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età presente?” (Matteo 24:3).

Per i discepoli la distruzione del tempio di Gerusalemme era un evento così catastrofico da poter coincidere soltanto con la fine di questo mondo di peccato, con il giudizio universale e con l’inizio della vita eterna. Il Vangelo di Matteo, sempre nel capitolo 24, riporta la risposta di Gesù alle preoccupazioni dei suoi discepoli riguardanti i tempi e i segni della distruzione del tempio e del ritorno in gloria del Cristo. Da un lato Gesù incoraggiò i suoi a stare all’erta: quando i nemici marceranno contro Gerusalemme dovranno fuggire dalle città e rifugiarsi sui monti. La fuga dovrà essere rapida e nessuno dovrà ritornare a casa per prendere vestiti, mobili o alimenti, “perché allora vi sarà una grande tribolazione, quale non v'è stata dal principio del mondo fino ad ora…” (v. 21).

Nell’anno 70 d.C. Tito, generale romano, assediò Gerusalemme. I cristiani si ricordarono delle parole di Gesù e pregarono Dio di aiutarli a fuggire dalla città. La storia informa che improvvisamente Tito ritirò le sue truppe, quindi le porte della città si aprirono e i credenti ne approfittarono per fuggire verso i monti secondo l’ordine di Gesù. Dopo pochi giorni, le legioni romane ripresero l’assedio della città e coloro che non morirono furono deportati come schiavi. Il tempio fu completamente distrutto come Gesù aveva predetto.

Ma Gesù parlò anche dei segni che avrebbero annunciato gli ultimi giorni, cioè il suo ritorno in gloria: “Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non sarà che principio di dolori. Allora vi abbandoneranno all'oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome. Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda. Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. Poiché l'iniquità aumenterà, l'amore dei più si raffredderà. […] perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti” (vv. 6-12, 24).

Poi Gesù affermò che prima del suo ritorno si sarebbe prodotto un evento che poteva avere il suo compimento solo nei tempi moderni, caratterizzati dalla comunicazione globale e satellitare: “E questo vangelo del regno sarà predicato a tutto il mondo affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti, allora verrà la fine” (v. 14).

Il Vangelo di Luca riporta altre parole del Maestro che annuncia un tempo di angoscia e di paura senza uguali: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e delle onde; gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande” (Luca 21:25-27).

Leggendo questi testi, siamo autorizzati a pensare che Gesù parlasse di ogni epoca ma in particolare del nostro tempo: le guerre sempre più spietate e ingiuste, i cataclismi colpiscono ogni continente, la paura ormai ci accompagna al lavoro e a casa. Viviamo in un mondo sempre più insicuro dal quale abbiamo estromesso Dio. E, come conseguenza, l’immoralità, l’ingiustizia e la violenza sono il nostro pane quotidiano. Dopotutto, i nostri figli imparano ad alimentarsi di queste realtà già da piccoli, grazie ai mezzi di comunicazione che ormai gestiscono in prima persona.

Malgrado tutto questo, Gesù ci incoraggia a credere in lui oggi come fecero i credenti del 70 d.C., che credendo alle sue parole furono salvati dalla distruzione di Gerusalemme: “Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina” (Luca 21:28).

È vero che ogni evento tragico ci parla della ribellione dell’uomo, ma allo stesso tempo ci ricorda che le parole di Gesù sono vere e che possiamo credergli. La nostra società cammina verso la fine di un’epoca caratterizzata dal dominio assoluto e incontrollato dell’uomo e verso l’inizio di un mondo nuovo nel quale prevarranno finalmente la giustizia e l’amore.

Anche oggi, come per il passato, l’invito di Gesù è determinante: “Ma chi avrà perseverato fino alla fine, sarà salvato” (Matteo 24:13)

I Vangeli ci rivelano il futuro per poter sperare e per continuare a credere in Dio, malgrado tutto e malgrado tutti. Leggili ogni giorno e questa avventura meravigliosa non avrà fine! 

 

 

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