Nel 1685 sono venuti al mondo due dei compositori più straordinari: Johann Sebastian Bach e George Friedrich Händel. La presenza dei grandi temi biblici nei loro capolavori non ha soltanto riempito il cuore dei credenti, ma ha anche determinato una nuova direzione nell’evoluzione del linguaggio musicale, che continua la sua influenza anche ai giorni nostri.

Sebastian Felea – Quasi due secoli prima della nascita dei due compositori, Bach e Händel, la Riforma protestante determinò una chiara influenza sul carattere e sul ruolo del linguaggio musicale. Prima di Lutero, la musica ecclesiastica veniva sempre più privata del suo carattere sacro, promuovendo la fastosità e la pomposità. Si spendevano ingenti somme di denaro per l’acquisto di strumenti e per pagare musicisti professionisti, ed era comune che il canto dei salmi fosse “ravvivato” nei monasteri con bevande alcoliche. Di fronte a questa situazione, Lutero (lui stesso compositore), promosse canti corali caratterizzati dalla semplicità. Bach e Händel avevano a disposizione molte di queste opere, delle quali ne svilupparono la bellezza e coerenza nelle loro creazioni.

Frammenti di eternità… 
Vivendo nella stessa epoca, Bach e Händel furono sempre messi a confronto tra loro. Sebbene entrambi offrissero creazioni monumentali, la complessità della musica di Bach penetra in profondità, raramente toccata dall’esultante espansività di Händel. Il primo ha prestato maggiore attenzione alla musica sacra, come Cantor della chiesa di San Tommaso, a Lipsia; mentre il secondo ha composto musica più profana. Naturalmente, gli ascoltatori meno familiari con il pensiero compositivo di Bach troveranno il lavoro di Händel più accessibile.

Uno degli elementi più profondi dell’essere umano, che si trova nella creazione di Bach, è la tensione permanente tra “ciò che voglio e ciò che dovrei”. L’alternanza di preludi e fughe è un modo per illustrare l’ideale di tendere al pieno compimento della volontà divina, senza perdere nulla dell’esuberanza e della fantasia innocente della vita quotidiana. Bach è il primo compositore a tradurre in musica questo equilibrio, e così nelle sue opere si presenta il volto del Salvatore. Per esempio, nella Passione secondo Matteo, l’agonia di Gesù è espressa con grande generosità lirica. Tuttavia, queste sofferenze non scuotono la dignità del sacrificio e il suo amore per l’umanità.

D’altra parte, nel Messia (il suo oratorio più famoso) affascinato dallo spirito di trionfo degno di essere celebrato, Händel ritrae Gesù Cristo al di là delle sofferenze subite per la salvezza dell’umanità, indicando la finalità propizia del compimento della sua missione. Mentre Händel era in vita, l’oratorio fu eseguito a favore di varie istituzioni di beneficenza. L’ultima occasione di questo genere, a Londra, una settimana prima della morte del compositore, fu per gli orfani. La drammaticità e la forza espressiva di quest’opera la collocano, insieme alle Passioni di Bach, come monumento della musica sacra.

… affidati ai mortali… 
L’alta spiritualità dell’opera creativa di Bach è molto spesso associata alla forte fede di colui che fu soprannominato il “Quinto evangelista”.[1] Leonard Bernstein affermò che l’intera creazione di Bach è religiosa e ogni nota è dedicata a Dio.[2] Il suo lavoro è essenzialmente cristocentrico. I libri biblici e di teologia contenuti nella sua biblioteca, con i suoi appunti e le annotazioni personali, parlano della sua sete di conoscenza del divino; però le descrizioni fatte dai suoi contemporanei non lo dipingono come un asceta, ma come un uomo comune al quale piaceva stare in mezzo alla gente. Tuttavia, quando la sua visione musicale entrò in conflitto con quella dei puritani di Arnstadt e dei pietisti di Mühlhausen, lasciò il suo incarico in termini poco amichevoli. Successivamente la sua insistenza per andare a Köthen gli valse un mese di prigione.

A differenza di Bach, Händel non era nato in una famiglia di musicisti, ma la sua famiglia creò le condizioni per il suo sviluppo nell’ambiente di corte, dove si distinse sia per il suo talento musicale che per il suo fascino. Tuttavia, anche a lui non mancarono situazioni di conflitto. Un anno dopo aver presentato domanda contemporaneamente al suo amico Mattheson per la stessa posizione a Lubecca, i due si sfidarono a duello ed entrambi rimasero feriti piuttosto gravemente.

Bach e Händel nacquero in territorio tedesco, ma non si incontrarono mai. Entrambi avevano un’apertura delle mani così ampia da poter suonare un intervallo di dodicesima sull’organo [per esempio dal Do al Fa dell’ottava successiva, ndt]. Entrambi persero la vista verso la fine della loro vita, capitando sotto le grinfie dello stesso medico. La moglie di Bach, Anna Magdalena, raccontò che, prima di salutare questo mondo, suo marito riacquistò la vista per alcuni istanti. Quasi come un dono divino.[3]

… di quel tempo e di quello che seguì 
Il lavoro di Händel era molto apprezzato durante la sua vita; Bach, invece, non godeva di un’ammirazione unanime, come accade oggi. Anche le comunità protestanti, che servì, espressero riserve sulla sua libertà improvvisativa inserita nel culto. Tuttavia, Bach non fu innovatore per ambizione rivoluzionaria, e la sua creazione non era confessionale, ma veicolava il messaggio universale della Salvezza. Senza il suo contributo, sia la musica sacra sia quella profana avrebbero subito un forte declino. I modelli fondati prima di loro si stavano gradualmente trasformando in formule prive della sostanza del rito liturgico o in manifestazioni di pigrizia.

Senza Bach e Händel, il preclassicismo avrebbe amplificato le tendenze a sfruttare ciò che è fin troppo umano nelle persone, perdendo i frammenti di eternità affidati ai mortali di allora e ai posteri.

Note 
[1] Paul Hofreiter, “Johann Sebastian Bach e la Scrittura” in Concordia Theological Quarterly, vol. 59, pp. 1, 2, 70.
[2] Leonard Bernstein, The Joy of Music, Simon and Schuster, New York, 1959, p. 264.
[3] George Bălan, Misterul Bach (Il mistero di Bach) Ed. Florile Dalbe, București, 1997, p. 185.

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]

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