Lutero tocco’ il culmine della sua vita di riformatore negli anni che vanno dal 1510, quando comincio’ a condannare la simonia della Chiesa di Roma con la vendita delle cosiddette indulgenze e fu scomunicato dal papa mediceo Leone X, fino alle tesi di Wittenberg del 1517 e fino al 1520. Ma poi il suo pensiero cambio’ e altrettanto i suoi atti. Volle essere il sovrano assoluto della sua Chiesa, divento’ conservatore, prepotente, si sposo’, si mischio’ con la politica e alla fine decise che i luterani dovevano far guerra non soltanto ai cattolici ma a tutte le Chiese protestanti, da quella di Calvino e agli Ugonotti francesi. Decise infine che i luterani dovevano essere soltanto l’unica religione della Germania. Papa Francesco infatti celebrera’ a Lund soltanto il Lutero riformatore. La sua vita successiva non lo riguarda. Non so se lo dira’ esplicitamente a Lund. A me l’ha detto e ritengo opportuno riferirlo (tratto dall’editoriale di Eugenio Scalfari pubblicato su Repubblica del 30-10-2016).
In occasione della celebrazione a Lund del cinquecentesimo anniversario della Riforma protestante (che durera’ fino al 31 ottobre 2017) a cui partecipa anche Papa Francesco, riflettiamo sulla figura del riformatore tedesco con il teologo evangelico Fulvio Ferrario, decano della Facolta’ di teologia di Roma, a partire dai giudizi e dai pregiudizi di Eugenio Scalfari

Papa Francesco con l’arcivescovo luterano Antje Jackelen (ansa)

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