Questa è la legge e i profeti
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Michele Abiusi – “‘Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?’. Gesù gli disse: ‘Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e il primo comandamento’. Il secondo, simile a questo, è: ‘Ama il tuo prossimo come te stesso’. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti” (Matteo 22:36-40)
La morale cristiana si condensa nella richiesta rivolta all’uomo di occuparsi degli altri.
Il concetto d’amore non è del tutto estraneo all’Antico Testamento: “Ascolta, Israele: Il Signore, il nostro Dio, è l'unico Signore. Tu amerai dunque il Signore, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze. Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore” (Deuteronomio 6:4-6).
E ancora: “Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono il Signore” (Levitico 19:18).
Il fatto nuovo è che Cristo dà a questi testi una nuova funzione di base, di fondamento di tutta la morale, ad essi riduce consapevolmente tutta l’etica e ve la esaurisce. La legge è una rivelazione di Dio e, allo stesso tempo, una rivelazione dell’uomo, gli indicano gli orientamenti e le esperienze che convengono o si adattano al suo essere. Scritta con il dito di Dio, posta da Mosè nell’arca del patto, indica il peccato ed è definita perfetta, santa, giusta, buona. Gesù non l’ha abolita, come egli stesso ha affermato, ma l’ha estesa con la propria vita e le proprie affermazioni.
Anche i profeti sono strumenti privilegiati della rivelazione di Dio nella realtà storica. Gesù non annulla la validità di queste forme di rivelazione, ma afferma che con lui inizia una nuova era: “Poiché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni” (Matteo 11:13). E racchiude i medesimi concetti in alcune dichiarazioni.
1. La regola d’oro: “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti” (Matteo 7:12).
2. Amore per Dio e per il prossimo: “Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti” (Matteo 22:40)
3. Non annulla la lettera del decalogo, ma lo spiritualizza: “voi avete udito… ma io vi dico…”.
Cristo porta una sua legge che possiamo così sintetizzare: il rapporto con l’altro, che diviene l’unico imperativo nel quale si esauriscono tutti gli altri. Come si arriva a tanto? Ecco le tappe:
– uscita da se stesso (la rinuncia di sé), non più egocentrismo, ma altruismo; l’esperienza dell’altro diventa la più fondamentale condizione di vita;
– accorgersi dell’altro, la vera libertà presentata dal Cristo è proprio il non essere schiavi del proprio egoismo;
– l’altro va riconosciuto come tale, non è mio prossimo unicamente chi rientra nei miei cliché, ma chiunque, ed io lo devo rispettare.
Questi sono i principi che racchiudono l’etica cristiana e che, pertanto, dobbiamo ricercare nella nostra vita, come ci incoraggia anche l’apostolo Paolo: “Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri; poiché tutta la legge è adempiuta in quest'unica parola: ‘Ama il tuo prossimo come te stesso’” (Galati 5:13-14).
“Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo” (6:2).
La vera legge morale non è mai puro comando che viene dall’esterno e si rivolge all’uomo il quale, pur non volendo, si sente costretto ad accettare; essa è tale se rispetta ed esprime le esigenze interiori, strutturali dell’essere che intende disciplinare. Ecco perché Gesù, nel Nuovo Patto, mette la legge nel cuore, perché ora soltanto l’uomo può attuare ciò che prima era costituzionalmente impotente ad accogliere. Gesù Cristo ci libera dalle forze del male; è questo l’intervento di Dio definitivo, liberatore, che rende accessibile il suo regno in noi.
Con tale intervento:
– la morale è possibile perché parte dal cuore;
– è possibile un rapporto etico tra persone; si vive anche per gli altri;
– tale possibilità è legata a una condizione, partecipare alla potenza liberatoria della nuova nascita; fare posto a Cristo dentro di noi;
– ed ecco che quanto era prima impossibile alla Legge, ora diventa possibile.
La vita nuova diventa un gettare un ponte verso l’altro (questa è la teologia dell’incontro!) e amarlo fino in fondo. “Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste” (Matteo 5:44-48).
Il credente non può essere indifferente verso l’altro, non può non interessarsi di chi soffre; ogni chiesa dovrebbe avere un centro sociale (ad esempio Adra). La legge di Cristo è attuazione della legge antica ma non può esservi semplice osservanza senza la spinta dell’amore. Sarebbe legalismo. Viviamo la volontà di Dio nella forza dell’amore che proviene da Cristo. Andiamo verso l’altro e aiutiamolo a diventare cittadino del regno di Dio.