Entro il 2020 Centro di protonterapia in un nuovo edificio.

L’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano si farà in tre per ospitare il “super raggio” anticancro. Entro il 2020 un nuovo edificio sorgerà fra gli attuali Ieo 1 e 2. Si chiamerà Ieo 3, farà praticamente da cerniera fra queste due strutture e ospiterà al suo interno il nuovo Ieo Proton Center, il nuovo centro per la terapia con protoni, oltre a permettere un avvicinamento della ricerca dell’Istituto. A spiegare quale sarà la nuova fisionomia dell’Irccs di via Ripamonti al termine di questo triennio sono i suoi vertici, oggi durante un incontro. L’Ieo nell’era post Umberto Veronesi crescerà nel solco tracciato dall’oncologo morto l’8 novembre 2016, assicurano.

Quella di esplorare le potenzialità di protoni e altre particelle pesanti era infatti una delle missioni più care allo scienziato che, nei panni di ministro della Sanità, volle fortemente il progetto del Cnao (Centro nazionale di adroterapia) di Pavia, avviato nel 2001. […]

Nel Paese i centri che sfruttano i poteri anti-tumore delle particelle pesanti sono 3 (il Cnao di Pavia e quelli di Trento e dell’Infn a Catania). […]

È un settore in evoluzione quello delle particelle pesanti anticancro, che affonda le radici in un lontano passato. I protoni sono una scoperta che risale al 1919 a opera del Nobel Ernest Rutherford, e pian piano hanno mostrato le loro potenzialità cliniche (il primo sguardo in questo senso è di Robert Wilson nel ’46). Negli anni ’50 i primi pazienti trattati nella svedese Uppsala e a Berkeley negli Usa, e poi nel ’90 il primo centro clinico con gli Avventisti del Settimo giorno a Loma Linda in California, che ha all’attivo circa 20 mila pazienti trattati.

Oggi sono “circa 60 i centri censiti nel mondo (alcuni affiancano anche l’uso di ioni carbonio come il Cnao), di cui 17 in Europa – riassume Orecchia – Tre le aree in cui si concentrano di più: Nord America, Europa e Est del mondo (con il Giappone capofila). E molti altri centri sono in costruzione, 11 solo in Europa dove ce ne sono anche altri 7 in pianificazione tra cui quello dell’Ieo. Oltre alle aree citate si prevede un’ulteriore espansione, visto che anche altri Paesi si stanno affacciando alla protonterapia”, dall’India all’Australia, dall’Iran al Brasile per citarne alcuni. C’è ormai una massa critica, assicura l’esperto, con oltre 150 mila pazienti trattati in totale, 130 mila circa con protoni e sui 20 mila con ioni carbonio.

Secondo le stime mondiali il 20% dei pazienti oncologici potrebbe beneficiare della terapia protonica, mentre attualmente i pazienti trattati con protoni non superano lo 0,8% dei malati sottoposti a radioterapia. Con i fasci protonici si possono trattare tumori che, per sede o tipologia, non possono essere operati o curati con altre forme di radioterapia. “È un’opzione in più, non un’alternativa alla radioterapia – precisa Orecchia – E visto il numero di malati candidabili e l’impossibilità per gli attuali centri italiani di assorbire la domanda, l’Ieo vuole dare il suo contributo”. Il programma dell’Irccs milanese è arrivare a trattare a regime nel Proton Center fino a 800 nuovi pazienti l’anno.

Leggi l’intera notizia di Adnkronos.com, pubblicata il 12 luglio

 

 

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