Rassegna stampaUna dieta vegetariana non solo allunga la vita, ma permette anche di ridurre le emissioni nocive, contribuendo a costruire un ambiente più sostenibile: sono i risultati di uno studio della Loma Linda University School of Public Health.

Lo studio, presentato per la prima volta al sesto Congresso internazionale sulla nutrizione vegetariana dell’anno scorso, analizza come i diversi sistemi alimentari influenzino il fenomeno del global warming e come questi possano determinare la longevità.

La ricerca, che sarà pubblicata per intero sul prossimo numero del Journal of Clinical Nutrition si è basata sui dati dell’Adventist Health Study: uno studio delle abitudini alimentari e delle pratiche di oltre 96 mila avventisti del settimo giorno degli Stati Uniti e del Canada.

I ricercatori della School of Public Health presso la Loma Linda University, hanno studiato sistemi alimentari vegetariani, semi-vegetariani e non vegetariani per quantificare e confrontare le emissioni di gas serra prodotte, oltre che valutare la mortalità e la vita media dei diversi profili alimentari.

Secondo i risultati, le diete vegetariane hanno prodotto emissioni nocive per quasi un terzo in meno rispetto alle diete non-vegetariane: inoltre, il passaggio da una dieta onnivora a una vegetariana, o semi-vegetariana, da un notevole contributo alla riduzione dei gas serra prodotti.

Confrontando i dati sulla vita dei soggetti del campione, i ricercatori hanno rilevato che il tasso di mortalità per gli onnivori era quasi il 20% superiore a quello dei vegetariani e dei semi-vegetariani.

Sam Soret, ricercatore associato presso la Loma Linda University e co-autore dello studio, ha spiegato: Il messaggio che i risultati suggeriscono è che piccole riduzioni nel consumo di prodotti animali possono produrre benefici non da poco, sia per l’ambiente che per la salute umana

Una particolarità dello studio è quella di essere il primo lavoro basato su dati reali, che riguardano un campione su vasta scala: le ricerche precedenti, infatti, si basavano tutte su simulazioni o campioni notevolmente limitati.

Joan Sabate, ricercatore presso la Loma Linda University e coautore dello studio, ha concluso:
Nel corso della storia, molte popolazioni hanno prosperato sulla base di un’alimentazione vegetariana, per necessità o per scelta: i risultati dello studio suggeriscono di rivalutare le attuale abitudini nutrizionali. (Green Style.it, 27 giugno 2014)

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