Rencontre de Mirly. Lavoro tra invisibilità, vocazione e territori zero disoccupati
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Francesca Evangelisti – Quando l’anno scorso, nella banlieue di Lione, stringendo la mano di Denis Costil, organizzatore della “Rencontre de Mirly”, mi congedavo con la promessa di rivederci “l’année prochaine”, non mi sarei mai immaginata che avrei mantenuto la parola pur rimanendo a Roma, comodamente seduta sul mio divano (in quanto membro della Commissione Glam-globalizzazione e ambiente della Fcei, partecipo da tre anni a questo evento).
Ebbene sì, dopo 30 anni di incontri, per la prima volta la Mirly – acronimo di “Mission dans l’industrie de la Région Lyonnaise” (Missione nell’Industria della Regione di Lione) – si è data appuntamento sulla piattaforma Zoom, dimostrando di non lasciarsi abbattere nemmeno da una pandemia mondiale; d’altronde non poche sono state le difficoltà che ha affrontato nel corso della sua storia e che hanno temprato la sua anima forte.
Invisibili ma indispensabili
Il 30 e 31 gennaio 2021 si è svolta la 31° edizione della “Rencontre”, la prima in modalità virtuale. Immancabile uno sguardo all’attualità: “In che modo il Covid-19 sta influenzando il mondo del lavoro?”. Inaspettata una parte della risposta data da Dennis Maillard, filosofo politico e autore di numerosi saggi, che ha evidenziato come il mondo si stia accorgendo di una grande quantità di lavoratori “invisibili ma indispensabili” (titolo del suo nuovo libro in uscita il 4 febbraio), ad esempio: i fattorini, coloro che lavorano nella logistica, i cassieri, i manutentori, il personale delle pulizie, gli infermieri che sono stati addirittura promossi a eroi, e tanti altri.
“In questo periodo di quarantena” ha affermato Maillard “ci siamo finalmente resi conto che la nostra quotidianità è facilitata da tanti di questi invisibili, prima li guardavamo senza accorgercene mentre adesso finalmente li vediamo e li valorizziamo”. Dobbiamo impegnarci affinché questo non decada una volta superata la pandemia.
Professioni utili senza riconoscenza sociale
Nella stessa direzione è andato l’intervento di Dominique Bolliet, professore universitario e sindaco del IV Arrondissement di Lione, che ha sottolineato come “viviamo in un mondo dove le professioni più utili non godono di alcuna riconoscenza sociale”. I dipendenti accettano il ricatto per cui si sottomettono al datore di lavoro in cambio di denaro, questo toglie loro ogni possibilità di trovare un impiego che realizzi le loro aspettative. Il lavoro diventa così una merce e non più una vocazione. C’è la forte necessità di una nuova disciplina legale del lavoro che permetta al singolo di essere coinvolto e valorizzato nelle sue attività lavorative, che ridia dignità a ogni tipologia di lavoro, che tenga conto dell’emergenza climatica e ambientale.
Territori zero disoccupati
Hubert Menet ha portato una testimonianza pratica con l’esperimento “Territoires zero chômeurs” (Territori zero disoccupati), che ha già coinvolto una sessantina di piccole realtà francesi tra i 5 e i 10 mila abitanti. Il progetto si prefigge di impiegare, a tempo indeterminato, tutti i disoccupati. Sono bandite le selezioni del personale, sono invece favoriti formazione e ascolto. Si parte dall’analisi dei bisogni locali e delle sue risorse, per poi cercare una risposta coinvolgendo i disoccupati fin dalla pianificazione. Così si crea una coscienza sociale collettiva che porta al lavoro di squadra e tocca temi prima poco considerati come l’attenzione all’ambiente e al riciclo (nuovi posti di lavoro).
Genesi 1
A conclusione della “Rencontre”, la pastora della Chiesa protestante unita di Francia, Françoise Mesi, ha ricordato il processo creativo di Dio in Genesi 1, sottolineando che il lavoro ci è stato insegnato da Lui ma che è necessario anche un tempo per il riposo e l’adorazione: il settimo giorno.
Appuntamento a fine gennaio 2022, con la speranza di rivederci tutti a Lione!
La Mirly
La Mirly è nata nel 1984 nel quartiere Duchère di Lione dalla volontà delle Chiese protestanti della città francese (riformati e luterani), presso i locali della Mission Populaire (Missione Popolare, un’istituzione protestante francese di insegnamento e soccorso popolare). Per 25 anni ha offerto un corso professionalizzante per apprendisti falegnami, con lo scopo di arginare la grande disoccupazione che gravava sulla Francia negli anni ’80. Dal 2016, a causa di una sempre maggiore scarsità di fondi, il corso è stato affidato alla missione diocesana.
Parallelamente al corso per falegnami, nel 1987 la Mirly ha aperto uno sportello per la lotta contro la disoccupazione e la ricerca di lavoro nel V arrondissement di Lione, attivo ancora oggi.
Nel 1990 vede la luce la prima "Rencontre de Mirly”, un incontro con cadenza annuale, l’ultimo fine settimana di gennaio, nel quale discutere, approfondire e confrontarsi sul tema del lavoro. Circa 60-90 persone provenienti da diverse parti della Francia e della Svizzera francofona, cristiane (per lo più protestanti ma non mancano alcune presenze cattoliche), si riuniscono per due giorni nel Centro Protestante di Oullins (periferia sud di Lione) per ragionare insieme sul tema sempre attuale del lavoro.
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