Nel locale di culto avventista si torna a incontrarsi il sabato, anche grazie all’emergenza coronavirus.

Samuele Barletta – Sabato 12 settembre, dopo tre anni, il locale di culto avventista di Montaldo Bormida (AL) è stato aperto di nuovo. La chiesa era piena in ogni ordine di posto in base alle nuove norme anti-Covid. È stato un sabato davvero emozionante e importante per questa piccola comunità ma anche per i numerosi fratelli e sorelle venuti dalla vicina chiesa di Alessandria per l’occasione. I servizi religiosi sono stati tenuti dai pastori del distretto, Samuele Barletta e Alessandro Calà.

Locale storico
Questa piccola chiesa in campagna è di grande importanza storica in quanto è il primo luogo di culto avventista di proprietà in Italia, costruito quasi cento anni fa, nel lontano 1925. Ed è stato grazie all’esistenza di questo locale che la chiesa avventista fu riconosciuta dallo Stato italiano. Anche per questo motivo la riapertura assume un grande valore, non solo per la comunità avventista locale, ma anche per quella nazionale.

La chiusura
Il 3 giugno 2017 si era tenuto l’ultimo culto sabatico a Montaldo Bormida, giorno in cui fu comunicata la chiusura del locale alla presenza dell’allora segretario dell’Unione italiana (Uicca), Giuseppe Cupertino; dell’ex responsabile delle comunità avventiste nel nord Italia, Andrei Cretu; e mia (Samuele Barletta) come pastore responsabile. Decisione poi ratificata nell’Assemblea Amministrativa nazionale del 2019, con il voto di scioglimento.

Prima della chiusura, già da un decennio la chiesa era in sofferenza sia a causa di una drastica diminuzione di membri, sia per l’età media molto alta di coloro che frequentavano (con diversi ultraottantenni), sia per alcune problematiche interne. Di fatto la chiesa è stata sciolta perché non si potevano più garantire le condizioni minime per un culto di adorazione.

Il paradosso pandemia
Paradossalmente l’emergenza Covid-19, con le nuove norme di ingresso nelle chiese e il contingentamento, ha comportato un’opportunità per gli avventisti di Montaldo Bormida (circa una dozzina) di rivedere aperto il loro locale di culto. Questo è stato possibile da un lato perché il locale, in campagna e ben aerato grazie alle ampie finestre, di per sé si presta bene alle nuove norme; e dall’altro perché i membri della vicina chiesa avventista di Alessandria, avendo una sala di culto piccola non in grado di accogliere tutti i membri, hanno dato disponibilità a frequentare Montaldo Bormida. Cinque famiglie, a turno, coordinano il culto sabatico, svolgendo un opera missionaria davvero molto apprezzata e benedetta, che ha coronato il desiderio di tanti montaldesi, non solo avventisti, di rivedere aperto e funzionante questo locale di culto che, oltre al valore affettivo per la comunità di fede, rappresenta anche un patrimonio storico e culturale per la cittadina piemontese.

Per il momento è stato aperto il locale di culto. Da segnalare che le problematiche decennali, determinanti per la chiusura, ora sono state arginate e lo si sente dal clima nuovo che si respira in chiesa, più sereno e positivo. Il desiderio, l’impegno e la preghiera è quello che, un passo alla volta, si possano creare le condizioni per tornare a vedere l’opera crescere in questo territorio, nella prospettiva che in futuro si possa ristabilire un gruppo (25 membri) e con la grazia di Dio la chiesa (35 membri).

Il servizio sabbatico
Il testo della predicazione per questa circostanza di riapertura è stato Giacomo 3:13-18, un testo che dovrebbe essere scolpito a chiare lettere sulle pareti di ogni chiesa, ogni facoltà teologica, ogni ufficio amministrativo, perché ci ricorda il fondamento essenziale che dà senso a chi siamo e a ciò che facciamo, e la cui mancanza mette in pericolo l’esistenza stessa di una chiesa: la “Sapienza che viene dall’alto”.

Il brano termina con queste parole: “Il frutto della giustizia si semina nella pace per quelli che si adoperano alla pace” (v. 18). Pace, in ebraico Shalom, è molto più che assenza di conflitti: letteralmente vuol dire “inizio nuovo in ordine nuovo”. Allora Shalom alla comunità avventista di Montaldo, come pure a tutti noi che, in quanto cristiani, ci adoperiamo come “operatori di pace”, perché lo Shalom di Dio sia nelle nostre vite, nelle nostre famiglie, nelle nostre chiese e ovunque siamo.

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