Nel corso della DIRETTA del MATTINO di martedì 6 dicembre, Claudio Coppini ha intervistato Silvia Ammavuta, autrice di un interessante romanzo: "Rosa fra le rose" edizioni Scribo.  Il libro affronta il tema della violenza psicologica e fisica verso le donne. In Italia e nel mondo siamo ancora lontani dal superamento di questa barbarie umana e civile.

Silvia Ammavuta ha la capacità di far calare il lettore, pagina dopo pagina nella storia di una donna (Rosa), di una famiglia, la sua e forse chissà, di altre donne di altre famiglie.

Breve riassunto del romanzo

"Rosa fra le rose" è un romanzo in cui si narra la storia della famiglia di Alberto, nato nel 1969 a Vuccanera – un nome di fantasia di un paese della costa siciliana – dal matrimonio fra Rosa, non ancora maggiorenne, e il più maturo Arcangelo, di dieci anni più vecchio. Alberto trascorre buona parte dell’infanzia nel paese natio condividendo con la mamma la passione per il mare e la gioia per le cose semplici come fantasticare sul passaggio delle nuvole e i disegni immaginari che tracciano nel cielo, sospinte dal vento. Altro compagno di viaggi mirabolanti è il nonno materno, Carmelo, ex pescatore e grande narratore di storie. Il padre, di una feroce bellezza con i suoi tratti perfetti e la sua stazza da atleta, ha invece un pessimo rapporto con il mare, ma una grande passione della quale la moglie è quasi certa: le donne. Le attenzioni di Rosa sono tutte concentrate su Alberto, figlio unico, con tutte le difficoltà della convivenza con la suocera, Concetta. Concetta, vedova da quando Arcangelo aveva sedici anni, venera il figlio come un Dio in terra e al contempo lo teme per il carattere difficile e autoritario. Pur pienamente consapevole della sua poca voglia di lavorare, lo giustifica e lo difende sempre nelle frequenti diatribe con il fratello maggiore, Nicola, che invece è una persona industriosa e porta avanti il negozio di merceria aperto dal padre. La morte improvvisa della nonna Concetta, dovuta ad un incidente domestico, cambia radicalmente la situazione. Rosa suggerisce infatti di salire al Nord, a Milano, in cerca di un lavoro. Dato che il marito è reticente ne parla al cognato, confidando nel suo supporto, ma Arcangelo reagisce con violenza nei confronti della moglie quando il fratello maggiore caldeggia il progetto della cognata, sotto gli occhi spaventati di Alberto. È la prima volta che il padre alza le mani sulla mamma, ma altri ne seguiranno ancora, fino a divenire, nel corso degli anni, una consuetudine.

Di lì a poco la famiglia si trasferisce: Rosa trova lavoro a ore come domestica; Arcangelo invece come tuta blu in una fabbrica. Pur nella grande difficoltà di inserirsi nella nuova scuola, Alberto riesce a stringere amicizia con due compagni, ma l’aria in casa si fa sempre più pesante: Arcangelo abituato a spadroneggiare e a imporre sempre le proprie idee, adesso è un operaio qualsiasi in un posto alieno ed alienante: chiamato da tutti Anfri, da Humphrey Bogart, a Vuccanera, nella grande città adesso è solo “il terun, l’africano”. Quando la famiglia torna a Vuccanera, in occasione delle ferie, si riaffaccia dal passato una cugina di Arcangelo, di parte materna, Catena, più vecchia di lui di 10 anni e della quale Rosa ignorava l’esistenza: Catena, rimasta vedova è rientrata in Italia dall’America, dove ha vissuto per molti anni, e per pura combinazione vive a Milano. Insieme a Catena si riaffacciano anche fantasmi che arrivano dal passato, negli anni in cui il padre di Arcangelo, Salvatore, era minatore in Belgio. La stessa stupida morte di Salvatore, affogato in una pozza d’acqua di un fiume quasi in secca, assume tinte diverse. Arcangelo legato alla cugina da un rapporto morboso, la antepone alla moglie, tanto da rendere quest’ultima gelosa. Alle richieste d’attenzione da parte di Rosa nei confronti del marito seguono lunghi silenzi e indifferenza intervallati da violenza psicologica e verbale, con l’incrementarsi di quella fisica. Le violenze di Arcangelo lasciano i segni sul corpo, ma Rosa impara a camuffarli per proteggere Alberto e dargli una parvenza di serenità, addossandosi in parte il senso di colpa per aver voluto portare la famiglia a Milano. Per smorzare le tensioni si aiuta con dei tranquillanti, assunti all’insaputa del marito e del figlio.

Alberto vede e non vede ciò che avviene fra le mura domestiche, ma si concentra sullo studio e su gli unici due amici che ha. Una sera resta a dormire da uno di essi, ma la mattina il padre si presenta a casa dell’amico, portandogli una notizia che gli cambierà completamente la vita.

Il sito ufficiale dell'autrice è www.silviaammavuta.it

Condividi

Articoli recenti