M6-dieci-comandamenti«Non avere divinità altrui al mio cospetto. Non farti sculture o immagini di ciò che è in cielo, in alto, e di ciò che è in terra, in basso, in acqua, sotto la terra. Non inchinarti davanti a esse e non servirle, poiché io sono il Signore, il tuo Dio, un Dio geloso che ricorda il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione per coloro che mi odiano, ma che agisce con il bene fino alla millesima generazione verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti» (Es 20:3-6).

Nel secondo comandamento c’è il divieto di ogni forma d’idolatria. L’espressione «elohim acherim» (altri dèi) deve essere intesa come «divinità degli altri», cioè divinità che altre persone considerano tali ma che in realtà non esistono e non possiedono alcun potere. Il credente non adora altra divinità che non sia il Signore, l’unico Dio (Is 44:6). L’espressione «io sono un Dio geloso» esprime non il sentimento morboso e possessivo degli esseri umani quando il loro amore si riveste di sospetto e sfiducia, ma esprime la passione che lo sposo prova per la sposa del Cantico dei cantici. Dio non tollera che il suo popolo lo tradisca con altri dèi. Adorare e servire solo Dio significa emancipare l’uomo da ogni altro asservimento (da Dieci parole per amare la vita).

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