Storico docente di teologia, ha formato intere generazioni di pastori e assistenti pastorali avventisti.

Lina Ferrara – “I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno” (Daniele 12:3). È questo il testo biblico che Stefano Paris, presidente dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste, ha voluto dedicare alla memoria del docente emerito di teologia (appassionato di stelle e galassie), che per decenni ha insegnato nel Seminario avventista di Firenze,

La sera di venerdì 3 maggio, il prof. Antonio Caracciolo è entrato nel riposo del Signore, in attesa della risurrezione. Avrebbe compiuto 94 anni il prossimo settembre. Con lui scompare un pezzo della storia avventista in Italia. Nella sua lunga vita ha formato intere generazioni di pastori e assistenti pastorali avventisti, insegnando diverse materie bibliche e teologiche. Ha anche diretto il corso di teologia.

“Il pastore e professore Antonio Caracciolo è stato e sarà ricordato come un esempio di consacrazione, di servizio e di professionalità” ha affermato Filippo Alma, direttore dell’Istituto avventista di cultura biblica “Villa Aurora” di Firenze.

“Se, nella brevità di un ultimo saluto” ha aggiunto Alma “dovessi usare una sola parola per dire qualcosa dell’uomo e del servitore di Dio e della Chiesa, che Antonio Caracciolo è stato, userei certamente la parola saggezza. Ma non tanto la saggezza umana frutto di studi soltanto accademici, non tanto la ‘saggezza terrena’ troppo spesso macchiata di superbia e di arroganza, ma la ‘saggezza che viene dall’alto’, quella che viene dallo Spirito, quella che è dono di Dio, e quindi ‘è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia’ (Giacomo 3:17)”.

Su un biglietto trovato tra i suoi appunti dal figlio Maurizio, direttore delle Edizioni Adv, il prof. Caracciolo aveva annotato una citazione: “Il Signore non ti salva dal dolore, ma nel dolore; il Signore non ti salva dalla croce, ma nella croce” (Dietrich Bonhoeffer).

“Questa frase rappresenta la sintesi di un uomo che è stato sempre alla ricerca del confronto vero e onesto, spinto dal desiderio di trovare perle di saggezza in ogni persona di buona volontà” ha commentato Stefano Paris.

Antonio Caracciolo era nato a Mercedes, in Uruguay, nel 1925, da genitori italiani. Fu nel Paese sudamericano che la mamma conobbe la chiesa avventista e decise di farne parte, seguita in questa scelta dal figlio Antonio. Rientrata in Italia, la famiglia si ristabilì in Calabria, regione d’origine.

Antonio era diciassettenne quando arrivò nell’Istituto avventista di cultura biblica di Firenze nel 1942 – due anni dopo l’apertura della scuola nella sua prima sede di via Trieste – per studiare teologia. Erano tempi difficili, segnati dalla guerra in corso, dai sacrifici, dalla scarsità di cibo, ma anche ricchi di quel fermento tipico dei giovani studenti.

Diplomatosi nel 1946, Antonio iniziò il ministero pastorale nella chiesa avventista di Firenze e poi in quella di Bologna, fino al 1949.

Dal 1950 al 1966, diresse le riviste Segni dei Tempi e Il Messaggero Avventista, e coordinò la produzione libraria religiosa della casa editrice Adv. Scrisse vari articoli e nei decenni successivi anche alcuni libri, tra cui Capire Daniele, Eroi e vicende della Storia Sacra, Principi di Omiletica.

Fu nel ‘66 che iniziò l’attività di docente presso il Seminario teologico avventista, che da circa vent’anni si era trasferito nell’attuale sede di Villa Aurora, sempre a Firenze.

Persona di grande cultura e profondo studioso, il prof. Caracciolo amava insegnare e riusciva con facilità a trasmettere agli studenti le sue conoscenze ma soprattutto la passione per lo studio della Scrittura quale fonte di rivelazione della grazia salvifica di un Dio presente nella storia degli uomini e delle donne.

“Quando sono ‘approdato’ a Firenze nel 2001, insegnava ancora i corsi di Daniele e Apocalisse” ha ricordato il direttore Alma che è stato suo allievo.

“Era un uomo che non aveva confini” gli ha fatto eco il presidente Paris, anche lui suo ex allievo “che amava la Bibbia e le profezie bibliche, e questo è importante se pensiamo che la Chiesa avventista nasce come movimento profetico”.

Sebbene già pensionato, il prof. Caracciolo aveva continuato a insegnare nel Seminario teologico (ora Facoltà avventista di teologia) fino all’età di 77 anni.

“Avere raccolto qui a Villa Aurora, tanti anni fa, il passaggio di testimone non è stato per nulla semplice, ma il suo modello è stato e continuerà ad essere una fonte di ispirazione” ha concluso il direttore Alma, con affetto e riconoscenza.

Nel 1915, la Facoltà avventista di teologia ha conferito al prof. Caracciolo la laurea magistrale in teologia honoris causa, con indirizzo in pastorale della famiglia, quale riconoscimento al suo impegno nel servizio per la Chiesa.

Lo scorso 10 febbraio, il prof. Caracciolo aveva perso l’amata moglie e compagna di tutta la vita, Milena Maggiolini, scomparsa dopo una lunga malattia. “Da allora era peggiorato” ha spiegato la cognata, Lidia Maggiolini “Un po’ ci aspettavamo questo triste epilogo, anche se non aveva una patologia specifica, ma solo gli acciacchi dell’età”.

Ai figli Marco e Maurizio, alle loro famiglie e ai parenti, la Chiesa e le istituzioni avventiste in Italia hanno espresso fraterno cordoglio e vicinanza.

Un saluto commovente ha accompagnato i funerali del prof. Caracciolo, tenuti nel pomeriggio del 6 maggio, nella cappella storica di Villa Aurora, luogo che lo ha visto innumerevoli volte predicare, tenere incontri di preghiera e dirigere solenni cerimonie accademiche.

Radio Voce della Speranza di Firenze ha dedicato un amaggio a Antonio Caracciolo, prendendo spunto da un’intervista di qualche anno fa su una delle sue pubblicazioni più importanti, Capire Daniele.

Ascolta l’intervista.

 

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