L’evento ha anche celebrato i 70 anni di attività dell’AIDLR. La televisione web Hope Channel Italia ha ripreso l’intero convegno.
Notizie Avventiste – Le democrazie occidentali alla prova dei radicalismi identitari e dei populismi. È stato questo il tema della seconda edizione delle Giornate internazionali di Coscienza e Libertà, che si è svolta il 26 ottobre, nella Sala del Refettorio della Camera dei deputati a Roma. Una mattinata di studi in cui si è cercato di rispondere anche alla domanda suscitata dall’argomento scelto: l’Europa saprà ripartire da libertà, solidarietà e futuro?
Il convegno è stato organizzato dall’Associazione internazionale per la difesa della libertà religiosa (AIDLR), e patrocinato dalla Camera dei deputati e dal tavolo interreligioso di Roma.
Davide Romano, direttore della rivista Coscienza e Libertà, organo ufficiale dell’AIDLR, ha dato il benvenuto ai presenti e ricordato gli obiettivi dell’AIDLR, di cui si celebrano quest’anno i 70 anni di attività.
I temi della giornata sono stati definiti “particolarmente importanti e cruciali dell’agenda politica contemporanea” dalla vicepresidente della Camera dei deputati, on. Marina Sereni, che ha aperto i lavori con il suo saluto. È poi entrata nel vivo dell’argomento contrapponendo il populismo alla democrazia liberale.
“La crescita del populismo è il sintomo non la causa dell’incapacità della politica tradizionale nel comprendere e realizzare i bisogni e i desideri dei molti cittadini destabilizzati dai cambiamenti sociali, culturali, economici e politici in atto”, ha affermato l’on. Sereni.
Inoltre, ha aggiunto, i “nazional populismi” si affermano in tutta Europa in seguito “all’idea di fondo che si sia più ricchi senza gli altri… nel senso che si sta meglio, si hanno meno difficoltà e paure stando da soli. Si possono avere più possibilità di tirarsi fuori dai propri problemi se viene contenuta la minaccia di cui è portatore l’altro”.
Per lei la soluzione può coincidere con mirate politiche di welfare, maggiore continuità del processo di integrazione e di unificazione europeo, una democrazia più vicina ai cittadini.
Sono seguiti in numerosi interventi in programma nelle due sessioni del convegno. Nella prima sessione hanno preso parte: la dott.ssa Margherita Boccali, antropologa e collaboratrice della rivista Coscienza e Libertà; il prof. Loris Zanatta, dell’università di Bologna; il prof. Stefano Ceccanti, dell’università Sapienza di Roma; il prof. Massimiliano Panarari, dell’università di Modena e Reggio Emilia; l’on. Lia Quartapelle. Nella seconda sessione sono intervenuti: la dott.sa Raffaella Di Marzio; il prof. Pasquale Annichino, in collegamento Skype da New York; il prof. Marco Ventura, dell’università di Siena; il prof. Paolo Naso, dell’università Sapienza di Roma.
La dott.ssa Margherita Boccali ha trattato il tema della paura, una reazione naturale dell’essere umano. Parole come rischio, paura, emergenza sono oggi sempre più frequenti nel discorso massmediatico e fanno aumentare nell’individuo un crescente sentimento di vulnerabilità. Tutto ciò comporta inevitabilmente un aumento delle misure di sicurezza, le quali da un lato ci rassicurano ma dall’altro aumentano le nostre paure.
Il prof. Loris Zanatta ha parlato del populismo e dell’eterno ritorno dell’utopia unanimista. Analizzando il senso del populismo, hz evidenziato lo spirito redentivo che lo anima quando inneggia alla rivoluzione. Rivoluzione, infatti è un termine secolare che richiama al concetto religioso di redenzione. Ricreare con atto rivoluzionario è come redimere dal peccato. Poi, rispondendo alla domanda sul perché i populismi ritornano, Zanatta ha spiegato che essi nascono da crisi che portano disgregazione di legami, identità, comunità, ecc.
“I sistemi costituzionali europei alla prova dei populismi” è l’argomento affrontato dal prof. Stefano Ceccanti. Secondo il professore, i sistemi costituzionali europei non funzionano bene e ciò avrebbe un certo peso all’interno del fenomeno di esplosione dei populismi contemporanei. Ha quindi precisato che alcuni sistemi
funzionano meglio rispetto ad altri. Ma quelli che non funzionano bene, e che dunque alimentano ancora di più populismo e antipolitica, sono quelli che praticano abbastanza frequentemente esperienze di “grandi coalizioni”. Ciò porta inevitabilmente alla nascita o al rafforzamento di partiti o movimenti anti-sistema.
Si è occupato di “Populismi mediatici e il caso di D. Trump” il prof. Massimiliano Panarari. Nel suo intervento ha spiegato che Trump ha avuto un impatto particolare sul cittadino americano, che vede il lui l’immagine del self made man, contrapposto dunque a una classe politica ritenuta incapace di lavorare. E il paradosso del fenomeno Trump sta proprio nel fatto che il personaggio riesce a bilanciare gli aspetti irrazionalisti agli attributi tipici del candidato repubblicano, di padre severo, attivando quei frame secondo i quali il presidente è soprattutto il comandante in capo.
Un altro elemento degno di nota, per Panarari, è lo sdoganamento negli Stati Uniti del “politicamente corretto”, avvenuto in maniera graduale alla discesa in campo di Trump.
Trump ha alcuni punti in comune rispetto alle offerte comunicative classiche dei populismi: stile iper-semplificato; ideologia della gente comune; idea storica del popolo come luogo ideale di legittimità e portatore di innocenza; retorica basata sull’identificazione di un nemico comune; organizzazione, evocazione della democrazia diretta.
Nella sua relazione, la dott.sa Raffaella Di Marzio ha confermato che in Europa esiste un problema di religione e di credo. Ci sono violazioni attuati da vari governi del nostro continente (le più eclatanti in Russia, Ungheria, Francia). Per la dott.sa Di Marzio, non vi sono difficoltà a recepire il concetto di libertà, ciò che è in discussione è il concetto di parità. Tra cristianesimo e le altre religioni non vi è un’immediata parità.
Ampliando il discorso precedente, il prof. Pasquale Annichino ha evidenziato le continue violazioni di minoranze religiose nel mondo con annesse restrizioni particolarmente significative. In alcuni casi, ha affermato il prof. Annichino, si può parlare di genocidio, basti pensare alle violenze in Siria e Iraq. Ma anche quei paesi in cui non sono presenti molte violazioni religiose mostrano difficoltà per una piena attuazione del diritto di libertà religiosa. Questo costituisce un problema di coerenza per la reale liberà religiosa
Il prof. Marco Ventura, nella prima parte della relazione ha analizzato il tema della cittadinanza senza discriminazione, mentre nella seconda ha considerato la cittadinanza negli aspetti di coesione sociale e sviluppo.
Infine il prof Paolo Naso ha parlato di migrazioni consolidate e nuove migrazioni. Le prime sono molto positive per il sistema italiano e portano il 3 per cento del PIL. Il problema è costituito dalle seconde che non rispondono al criterio canonico e classico di immigrazione. Su questo tema, la risposta delle grandi coalizioni è debole. L’Italia – ha affermato – sta lanciando un segnale a una Europa che non risponde sui corridoi umanitari. Inoltre, il prof. Naso auspica un richiamo forte a culture politiche, dato che la forza dei populismi sta nel vuoto lasciato dai partiti politici; bisogna quindi costruire culture politiche in cui ci sia un’esigenza della governance globale.
Per una rassegna fotografica dell’evento realizzata dalla dott.sa Raffaella Di Marzio, cliccare qui
Il convegno è stato interamente video registrato da Hope Channel Italia :
http://hopechannel.it/programmi/programma/ml/giornate-internazionali-di-coscienza-e-liberta
(Foto: Raffaella Di Marzio)