“Artigiani e Bibbia”, “Emozioni per merenda”.

Lina Ferrara – Le temperature calde dei giorni scorsi, nonostante l’autunno, mi hanno fatto sognare ancora l’estate e i momenti trascorsi nella bella stagione. Ho ripensato, ad esempio, alle attività svolte con e per le donne in Sicilia mesi fa, quando la pastora Abigaela Trofin ha organizzato una serie di iniziative nelle chiese avventiste di Caltagirone e Acate.

A Caltagirone si è svolto il progetto “Artigiani e Bibbia”, durato due mesi. “Sono partita dai doni e dai talenti delle persone e abbiamo realizzato delle presentazioni di attività manuali come il ricamo, la costruzione di cesti, il cucito, l’ikebana, la cucina, la ceramica, le piante medicinali e i rimedi, le acconciature, ecc. Tutte queste attività venivano abbinate ai testi biblici” ha spiegato la pastora.
Ad esempio, nell’incontro in cui si insegnava a costruire i cesti, si è parlato del cesto dove fu deposto il piccolo Mosè e dell’amore con cui la mamma lo aveva preparato. “Quello è stato un momento davvero intenso. Ma tutti gli incontri sono stati molto educativi” ha affermato Trofin.

I vari appuntamenti sono stati molto seguiti e tra le partecipanti vi sono state da 10 a 12 donne non avventiste. La pastora ha coinvolto anche alcune persone che conosceva o che erano interessate alla Parola di Dio, come una ceramista della città (Caltagirone è famosa per le sue ceramiche), che ha presentato la sua arte, poi collegata ai testi biblici.

L’iniziativa “Emozioni per merenda”, svolta nella comunità avventista di Acate, ha coinvolto donne della chiesa e della città. Il programma partiva da un bisogno: la gestione dell’ansia e dell’integrazione dopo i lockdown a causa del Covid. In ogni incontro erano previsti tre momenti: creatività e socializzazione, racconto delle emozioni e soluzioni (le soluzioni erano esercizi spirituali preparati dalla pastora), merenda sana. Le partecipanti, divise in gruppi, ricevevano dei materiali per realizzare addobbi floreali da portare a casa.

Mentre le mani si muovevano, le donne parlavano e si raccontavano. “Era un modo per aiutarle a uscire dai loro schemi mentali con un lavoro psicologico e spirituale” ha spiegato la past. Trofin “Avevo visto troppe donne che piangevano facilmente, molto deboli e svogliate. Con questi laboratori ho scelto di dimostrare loro che si può fare diversamente. Abbiamo parlato anche dell’abbigliamento che usano in casa perché con la pandemia tante donne rimangono in pigiama e si trascurano. E quindi ho voluto dare un risveglio, anche spirituale”.

 

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