Nell’udienza pubblica alla Consulta l’Avvocato di Stato ha aperto alla liberazione condizionale ai condannati all’ergastolo ostativo. Ha chiesto, infatti, ai giudici (…) di lasciare al magistrato di sorveglianza la possibilità di giudicare caso per caso le ragioni della mancata collaborazione che è condizione per ottenere il beneficio. La conseguenza sarebbe che il giudice, dopo 26 anni di carcere, può concedere la libertà vigilata anche ai boss irriducibili senza che abbiano mai manifestato alcuna intenzione di collaborare con la giustizia.

In attesa della decisione della Corte, Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, prende posizione e spiega: “Ammorbidire de facto l'ergastolo ostativo e passare successivamente ad una revisione del 41bis rappresenta una ‘cuccagna’ per i mafiosi ed i loro boss. È passato da poco il 21 marzo, giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti della mafia, e non manca molto al 23 maggio, anniversario della strage di Capaci del 1992. Lo smantellamento delle norme antimafia che i mafiosi temono non è certo un bel modo di ricordare i nostri eroi uccisi dalla mafia. Una regola basilare nel combattere la mafia sarebbe quella di non alleggerire o abolire le norme che i mafiosi non amano. È evidente che oggi la mafia non la si vuole combattere più. Il messaggio che si manda è nefasto specie nel momento in cui stanno per arrivare i miliardi del recovery fund. Chi ha orecchie per intendere intenda, chi può intervenire intervenga sennò la mafia avrà vinto l'ennesima battaglia importante”.(AGI, 24 marzo).

In questo numero di Sfogliando il giornale, Roberto Vacca intervista su questi temi Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto.

Condividi

Articoli recenti