Evento culturale tenuto a Gaeta.

Sandra Cervone – “Comprendimi”, “Salvami”, “Resuscitami”: non solo “titoli” di due canzoni e di un’intera silloge poetica, ma veri e propri “imperativi- preghiera” che hanno determinato il successo e la meraviglia della serata culturale tenutasi a Gaeta, nella chiesa avventista di via dei Frassini, il 18 gennaio scorso.

Alla voce potente di Emanuela Di Martino, vincitrice dell’edizione 2019 del talent “J-Factor”, ha fatto eco quella timida dell’emozionatissima Laura Palumbo, ventenne di Sciacca arrivata dalla Sicilia per presentare la sua opera prima edita da deComporre Aps. E il tutto è stato impreziosito dalla presenza di un altro giovane poeta, Salvatore Rosella, che si è alternato con Laura nella lettura di versi d’amore, amicizia, senso della vita, riflessivi, in un crescendo che ha coinvolto il folto pubblico e che ha lanciato un forte messaggio di speranza e incoraggiamento.

“Le parole sono come esseri viventi” diceva Victor Hugo e, come tali, vanno accolte e riproposte, con il rispetto, l’attenzione, la delicatezza che meritano. I due giovani poeti hanno quindi letto le loro creazioni in versi intrecciandole con maestria e ne è venuto fuori un dialogo tenero e intenso che ha ben rappresentato lo stato d’animo dei ventenni del nostro tempo. Timori, incertezze, domande esistenziali ma anche capacità di scelte importanti al momento opportuno, richieste accorate di comprensione e ascolto.

Lo hanno sottolineato bene gli altri intervenuti alla serata: la giornalista Miriam Jarrett, il pastore Alan Codovilli, referente nazionale della Gioventù Avventista, e il dinamico Davide Malaguarnera, ministro di culto della distretto avventista di Gaeta, Cellole e Castelvolturno. La presenza di Emanuela Di Martino ha focalizzato ancor meglio la dirompente forza dell’Amore che, rivolto a Dio o alla poesia stessa, non può che migliorare le nostre esistenze e proiettarci con più grinta verso un futuro di  testimonianza e impegno sociale e culturale. “Comprendersi”, del resto equivale a “Salvarsi”, guardare insieme verso l’unica meta della “risurrezione” dagli abissi della paura e dell’insoddisfazione, dell’ingiustizia e della solitudine in cui il mondo sembra destinato a sprofondare, e che con la fede alcuni, con la cultura tutti, potremo e possiamo invece ancora “salvare”!

Essere poeti, per dirla con Pablo Neruda, è dunque una sorta di missione, proprio come succede per quanti si sentono chiamati da Gesù sulle strade del mondo.

Leggi qui la recensione al libro Comprendimi.

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