In viaggio con Paolo – La “via” accanto alle altre vie (seconda parte)

In viaggio con Paolo – La “via” accanto alle altre vie (seconda parte)


André Legni, studente della Facoltà avventista di Teologia, ci guida in un percorso di riflessione sulle principali esperienze missionarie dell'apostolo Paolo. In questa puntata continuiamo a soffermarci sugli eventi che accadono a Efeso (Atti 19:1-20). Qui viene messa in discussione la predicazione di Paolo e dei suoi compagni di viaggio ed emerge inoltre il modo in cui veniva portato il Vangelo.

Intervista a cura di Alessia Calvagno.

Il Cannocchiale (ottava puntata). Sotto i colpi del caso: Manuel Bortuzzo

Il Cannocchiale (ottava puntata). Sotto i colpi del caso: Manuel Bortuzzo


In questa ottava puntata de IL CANNOCHIALE, Gianni Varrasi, il nostro psicoterapeuta e poeta, prende spunto insieme al conduttore Claudio Coppini da un grave fatto di cronaca per affrontare il tema del "caso".
Sono le 2 e 23 della notte tra il 2 e 3 febbraio del 2019, a Roma.
Manuel Bortuzzo, un giovane sportivo, e la sua fidanzata, escono da un pub per tornare a casa.  Ridono, giocano, si amano, aspettano la mattina dopo per continuare a ridere, a giocare, ad amarsi. L’ultima canzone che hanno sentito è “ i migliori anni della nostra vita”, brano di Renato Zero.
All’improvviso gli si avvicinano due malviventi, che esplodono un colpo di pistola nella sua direzione. È un tragico errore, uno scambio di persona.
Manuel è colpito, stramazza sul marciapiede. Il proiettile lede il midollo spinale, Manuel resta paralizzato.
La storia, in altri casi, si fermerebbe qui. Il tremendo colpo del Caso farebbe finire una vita, le sue speranze, gli obiettivi, persino la voglia di vivere. Buio, rabbia e rassegnazione sarebbero la nuova colonna vertebrale del ragazzo.
Per Manuel non è così.
Il Cannocchiale, riprendendo alcune interviste di Manuel e alcuni spunti dal suo libro “Ricominciare”, cerca di spiegare cosa è successo nella mente del giovane e della sua famiglia.
Il Cannocchiale cerca di orientarsi anche nel labirinto del Caso, della Fortuna, della vita.
Ancora una volta prova a mettere a fuoco alcuni strumenti dell’umanità, utilizza questo drammatico fatto di cronaca per trarne nuove prospettive, diversi orientamenti, buoni insegnamenti.
Il dottor Varrasi commenta e sviluppa i significati di cinque o sei parole o brevi frasi tratte da pensieri di Manuel:
….un filo di speranza, lui dice,  un sorriso che uso quasi sempre, l’amore di tutti i giorni, quello di mio padre, le trasformazioni che sono stato costretto a realizzare, tirar fuori il meglio di me non credevo di avere…
Ognuna di queste parole e significati traccia un nuovo sentiero da percorrere…
Una puntata drammatica e densa di speranze, che descrive dolore e ferite e, in contemporanea, si emoziona a storie di uomini e di eroi.

Grazie Manuel, grazie papà  di Manuel, il mondo non ha bisogno di gente che dispensa opinioni,  ma di persone come voi che parlano attraverso il loro esempio.

IL CANNOCCHIALE 05: Emergenza Covid. E le altre patologie gravi?

IL CANNOCCHIALE 05: Emergenza Covid. E le altre patologie gravi?


Il Cannocchiale vede (come si fa a non vederlo?) tutta l'enorme e giusta attenzione mediatica rivolta alla pandemia di Covid.
Tutti noi ascoltiamo con interesse giornaliero (quasi orario) le statistiche, le preoccupazioni, le indifferenze, i drammatici casi umani, sia delle persone guarite che, purtroppo, dei familiari di persone decedute, quasi sempre da sole.
Le televisioni dedicano uno spazio molto grande, pressoché totale, a queste notizie e hanno ragione, per le implicazioni mediche, organizzative, sociali, economiche, del fenomeno.

Ma il Cannocchiale si chiede: e gli altri pazienti, quelli gravi, gli oncologici, i cardiopatici, i nefrologici, quelli che hanno bisogno di cure urgenti, di ripetuti esami istologici e radiologici, di elettrocardiogrammi, di Tac, di risonanze magnetiche, di diagnosi in evoluzione, di dialisi, di sale chirurgiche, persino di rianimazione, come sono considerati dal Sistema Sanitario Nazionale?
Dalla stampa e dalla tv sappiamo pochissimo, troppo poco. Anzi, nella maggioranza dei casi, non se ne parla affatto.
Ci devono dare più informazioni, devono ascoltare e portare all’attenzione pubblica i pazienti gravi non Covid.
Parlino anche gli oncologi, i cardiologi, i nefrologi , i  direttori generali delle ASL, i professori dell’istituto nazionale di Sanità.
Il Cannocchiale si interroga sul perché di tutto questo.
Il dottor Varrasi individua almeno due gruppi di ragioni:
– forse la molla principale del funzionamento e dell’ascolto delle tv è quello di recepire e suscitare emozioni di massa e la pandemia mondiale, è ovvio dirlo, si presta a questo tipo di comunicazione.
– forse il Sistema teme implicazioni economiche, politiche e i disordini di piazza, paventata conseguenza delle restrizioni sociali dovute al Virus, più di quelle di altre malattie non pandemiche, relegate a una dimensione privata e familiare.

Una modesta proposta del Cannocchiale alle televisioni e ai giornali:
lasciate pure lo schermo intero al tremendo Covid-virus, ma realizzate un riquadro dove tutta la popolazione sia informata sui posti letto, sui livelli diagnostici, sulle cure specialistiche medico-chirurgiche rivolte agli altri pazienti gravi.
Anche loro soffrono fisicamente e mentalmente, anche loro sperano e vogliono cure, attenzioni specialistiche, e un’organizzazione sanitaria che li aiuti a guarire.

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