La parola assassina, la parola benevola. Dalla società ai rapporti interpersonali, alla Bibbia, al proprio cambiamento

La parola assassina, la parola benevola. Dalla società ai rapporti interpersonali, alla Bibbia, al proprio cambiamento


Siamo quasi assuefatti nel vedere come le cose dette da una persona vengano spesso dalla stessa contraddette o negate nel giro di poco tempo. La politica fa da capofila. Ma non bisogna per questo crearsi un alibi; ormai è un comportamento diffuso anche nelle situazioni personali di ogni giorno come in famiglia, nei rapporti di lavoro, nelle storie d’amore e nella vita sociale; le notizie di attualità lo confermano. Se alla parola sconfessata aggiungiamo anche i pettegolezzi, l'invidia e la maldicenza o, addirittura, la calunnia e la diffamazione ecco che il quadro è completo. Cosa non farebbe la persona egocentrica pur di eliminare qualunque concorrente anche più meritevole, più capace, più onesto? Questa parola crea corruzione; uccide la verità e i rapporti interpersonali. Per cambiare le cose, però, chi ascolta deve esprimere disapprovazione per tali comportamenti, reagire, prendersi le proprie responsabilità e farle assumere anche a chi parla.

La Bibbia conferma: “L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male” (1 Corinti 13:4,5).   –   “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta” (Efesini 4:29).

Intervista di Mario Calvagno al pastore avventista Daniele Benini.

 

 

Foto: ID 148904202 © Olha Romaniuk | Dreamstime.com

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