Quando il diavolo siamo noi

Quando il diavolo siamo noi


Si era convinto che la sua famiglia fosse posseduta dai demoni. E per “liberarli”, così ha raccontato, li ha massacrati senza pietà durante un rituale di esorcismo a cui anche altri potrebbero aver partecipato. E’ con inaudita violenza che Giovanni Barreca, muratore di 54 anni, ha ucciso la moglie Antonella Salamone e i due figli maschi, Kevin di 16 anni ed Emanuel di 3. (…)   A quanto pare Barreca si era avvicinato, via social, a Roberto Amatulli, un parrucchiere barese autoproclamatosi pastore evangelico, guaritore ed esorcista, che affermava di essere in grado di scacciare il demonio.  (…)  Chiaramente affetto da un profondo disagio psichico, per il quale non è ancora chiaro se fosse seguito da uno specialista, il muratore di Altavilla era diventato un fanatico religioso. Ovunque – dice chi lo conosceva – vedeva la presenza del diavolo e dei suoi effetti. E lui, da “soldato di Dio”, così si definisce sui suoi profili social, abbandonati o blindati almeno da cinque anni, era convinto di avere il compito di “combattere per il regno di Dio” (da Repubblica del 12-2-2022)

Su questa triste vicenda, dai molteplici risvolti, Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno raccolto un commento del pastore Saverio Scuccimarri, decano della Facoltà avventista di teologia di Firenze. Per commentare questa intervista mandateci un messaggio whatsapp (anche vocale) al seguente numero: 3482227294.

Problemi sociali e politici come conseguenza di un problema spirituale?

Problemi sociali e politici come conseguenza di un problema spirituale?


Continuano le conversazioni con la redazione del settimanale Riforma, organo ufficiale delle Chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi. Oggi vi proponiamo un’intervista a Sara Tourn, della redazione di Riforma. 

Tra i temi affriontati: l’incapacità di individuare sentieri di pace è un problema spirituale; lavoro ed etica nella riflessione delle chiese evangeliche per il 17 febbraio; 62 profughi palestinesi accolti in Italia.

 

I punti fermi della memoria

I punti fermi della memoria


Continuano le conversazioni di Claudio Coppini e Roberto Vacca con  Alberto Corsani, direttore del settimanale Riforma,  organo ufficiale delle Chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi.

Tra i temi affrontati: 27 gennaio, i punti fermi della memoria; alla ricerca di forme di vita nell’universo, ma il vero cristiano è "un alieno".

 

Fase 2 Covid-19. Evangelici: protocollo ad hoc per la tutela della libertà di culto anche per protestanti e minoranze religiose

Fase 2 Covid-19. Evangelici: protocollo ad hoc per la tutela della libertà di culto anche per protestanti e minoranze religiose


L’Ufficio di presidenza della Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato ha indirizzato recentemente una lettera alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, sull’esercizio del diritto alla libertà di culto sancito dalla Costituzione, con particolare riferimento alle esigenze delle chiese evangeliche e più in generale delle minoranze religiose.
Si chiede che venga stipulato un protocollo ad hoc per trovare soluzioni a problemi concreti, nel rispetto delle specificità di ogni confessione religiosa, in conformità con le disposizioni dei DPCM per la tutela della salute pubblica.

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro al pastore Davide Romano, vicepresidente della Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato e direttore del dipartimento Affari pubblici e libertà religiosa dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste.

Foto: ID 48780197 © Prosiaczeq  Dreamstime.com

Manifesto per l’accoglienza, della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia

Manifesto per l’accoglienza, della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia


Roma, 8 agosto 2018 (NEV/CS27) – “Da mesi ascoltiamo parole violente e cariche di rancore nei confronti degli immigrati, che nel cuore dell’estate sono state seguite da gesti xenofobi e razzisti verso italiani con la pelle nera, richiedenti asilo, rom. Come cristiani evangelici riteniamo che il limite della tollerabilità di questo linguaggio e di questi atteggiamenti sia stato ampiamente superato e per questo abbiamo deciso di lanciare il messaggio chiaro e forte che noi non ci stiamo”.

Con queste parole il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Luca Maria Negro, presenta il Manifesto per l’accoglienza approvato dal Consiglio FCEI.

“Anche se oggi è impopolare, affermiamo che noi evangelici siamo per l’accoglienza degli immigrati e dei rifugiati, per la tutela delle vite di chi fugge da guerre e persecuzioni attraversando il Mediterraneo, per l’integrazione. Lo facciamo – conclude il presidente della FCEI – con uno strumento semplice ma capillare quale un manifesto che speriamo possa essere affisso sul portone di ogni chiesa evangelica”.

“Ogni forma di razzismo è per noi un’eresia teologica” si legge nel documento, che si apre con alcune citazioni bibliche sull’accoglienza e sui diritti dello straniero. Il Manifesto per l’accoglienza prosegue poi con 8 punti in cui si ribadisce la falsa contrapposizione tra accoglienza degli immigrati e bisogni degli italiani, si sottolinea la buona pratica dei corridoi umanitari, si invita allo scambio interculturale nel quadro dei principi della Costituzione, alla protezione internazionale e alla tutela dei diritti, a un linguaggio rispettoso della dignità e a una presa di posizione contro xenofobia e razzismo, si denuncia l’esasperazione del dibattito pubblico sul tema delle migrazioni. Negli ultimi due punti, la FCEI fa appello alle chiese sorelle dell’Europa perché accolgano quote di richiedenti asilo e spingano i loro governi a promuovere politiche di condivisione dei flussi migratori in un quadro di solidarietà e responsabilità condivise, richiamando all’amore di Dio, che è più forte degli egoismi di individui e di nazioni.

Sul Manifesto abbiamo intervistato il politologo Paolo Naso, coordinatore del progetto Mediterranean Hope della FCEI, e il pastore Luca Maria Negro, presidente della FCEI.

(il disegno è di Francesco Piobbichi, operatore di FCEI-Mediterranean Hope, che ringraziamo)

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