Forlì. Inaugurata “Casa Mia 2”

Forlì. Inaugurata “Casa Mia 2”

L’edificio è situato nei pressi del centro storico cittadino e può ospitare fino a 20 anziani.

Notizie Avventiste – La casa di riposo “Casa Mia” di Forlì ha inaugurato ufficialmente la sua seconda sede operativa. La cerimonia si è svolta il 18 dicembre 2023, con il taglio del nastro da parte del sindaco Gian Luca Zattini. Erano presenti anche gli assessori Giuseppe Petetta e Barbara Rossi. La nuova struttura “Casa Mia 2” è vicina al centro storico di Forlì (via Fortis, 16) e può accogliere fino a 16 anziani autosufficienti, in modalità residenziale, e un massimo di 4 persone nella modalità di centro diurno.
“Questa nuova sede vuole offrire, sempre con la stessa filosofia di cura della persona anziana, un contesto caratteristico per coloro che per distanza o abitudine sono affezionati a questa peculiare zona della città” aveva spiegato Fabian Nikolaus, direttore della casa di riposo forlivese, a Notizie Avventiste nell’annunciare la novità.

L’edificio, già usato in passato come residenza per anziani, dal 2022 è stato affidato alla gestione di “Casa Mia” che è presente da 40 anni sul territorio con la sua struttura di via Curiel. La nuova sede ha due piani, offre undici stanze, quasi tutte con due letti, e un ambiente familiare e accogliente. Il personale è formato da nove addetti che si occupano della somministrazione del cibo e della lavanderia, dato che, al momento, i pasti vengono preparati nella cucina di “Casa Mia 1”.

“Sarà garantito l’alto standard qualitativo di assistenza sociosanitaria che ha caratterizzato la casa di riposo nel tempo” ha assicurato il direttore.
Quindi, assistenza sociosanitaria, servizio di ristorazione e nutrizione, fisioterapia, psicologia, animazione, psicomotricità, servizio di segretariato sociale e trasporto sono alcuni dei servizi offerti.

Nel suo intervento all’inaugurazione, il sindaco ha ricordato l’importanza di sentirsi parte di una comunità soprattutto “dopo quello che abbiamo dovuto sopportare con l’alluvione”.
L’assessora Rossi ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato per rendere fruibile la struttura e offrire così un luogo dove gli ospiti possano stare bene e non si sentano soli.

La casa di riposo “Casa Mia”, istituzione della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, lavora per realizzare un ambiente di vita in cui la persona anziana sia al centro di ogni azione e pensiero. Il rispetto della dignità è un valore che orienta tutte le attività proposte.
Negli anni, la casa di riposo ha realizzato cinque ampliamenti strutturali che hanno reso più professionali e hanno migliorato qualitativamente gli spazi della sua sede centrale, per accogliere sempre più persone. L’ultimo, al momento ancora in preparazione, è un padiglione per i malati di Alzheimer, con otto posti letto e un’area verde.

La notizia dell’inaugurazione della nuova sede operativa è stata riportata anche dalla stampa locale. Clicca qui per leggere l’articolo del quotidiano online il Resto del Carlino di Forlì.
Per conoscere meglio “Casa Mia” visita il sito www.casamiaforli.it o scrivi a info@casamiaforli.it 

[Foto: Casa Mia]

Una panchina rossa a “Casa Mia”

Una panchina rossa a “Casa Mia”

Sarà inaugurata l’8 marzo alla presenza del Sindaco di Forlì.

Notizie Avventiste – Quest’anno la Giornata internazionale della donna si tinge di rosso. È il colore della panchina che verrà inaugurata l’8 marzo davanti alla casa di riposo “Casa Mia” di Forlì, istituzione della Chiesa avventista.
“Gli ospiti della struttura sono desiderosi di manifestare la loro disapprovazione a tutta la violenza subita dalle donne” spiega il direttore, Fabian Nikolaus “Sentono il bisogno di sentirsi vivi potendo esprimere ancora il loro punto di vista. Nasce così l’idea di installare una ‘panchina rossa’ davanti alla casa di riposo, come simbolo del dissenso alla violenza di genere da parte dei residenti di ‘Casa Mia’”.

Gli anziani della casa di riposo hanno voluto che la panchina fosse di tutto il quartiere, per questo i negozi della zona hanno esposto dei portachiavi con una piccola scarpa rossa che venivano consegnati ai clienti in cambio di una donazione simbolica per contribuire al progetto.

Mercoledì 8 marzo, alle ore 10.00, in via Curiel 53, si svolgerà la cerimonia di inaugurazione alla presenza del sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini. Parteciperanno anche Barbara Rossi e Andrea Cintorino, assessore rispettivamente al Welfare e alle Pari Opportunità; Catia Palli, dirigente dell’Istituto scolastico Melozzo; Giulia Civelli, responsabile del Centro donna forlivese; Giuseppe Milanese, vicecoordinatore del Comitato di quartiere.

La panchina rossa davanti a “Casa Mia” si aggiunge a quelle installate a Firenze, nell’Istituto “Villa Aurora”, e a Cesena, davanti alla chiesa avventista.

Percorso intergenerazionale 
L’inaugurazione concluderà il progetto “Spicchio di paradiso” che la casa di riposo ha realizzato per promuovere “rispetto, inclusione e diversità”. Si tratta di un percorso di conoscenza e attività tra le generazioni, per un arricchimento reciproco e per contrastare i sentimenti che producono offese verso l’altro. Nel progetto è stata coinvolta la scuola elementare “Melozzo” e i bambini delle classi IV e V hanno visitato gli anziani di “Casa Mia”. Le attività svolte hanno permesso di condividere i valori e favorire il dialogo intergenerazionale e la consapevolezza dei gesti e dei movimenti che trasmettono le nostre emozioni.

Questo progetto ha tra i suoi obiettivi quello di integrare la struttura nel quartiere, valorizzare le persone anziane e potenziare la loro autostima.
(LF)

Casa Mia di Forlì. Sempre più risposte al territorio

Casa Mia di Forlì. Sempre più risposte al territorio

Una nuova sede operativa aprirà le porte il 19 settembre.

Notizie Avventiste – La casa di riposo “Casa Mia” di Forlì aprirà a breve una nuova sede operativa nei pressi del centro storico della città. Una decisione importante che poggia su una solida visione.
“Sin dalla sua concezione, la casa di riposo ‘Casa Mia’ ha la missione di dare una risposta adeguata alle necessità della persona anziana nel territorio” spiega Fabian Nikolaus, direttore della struttura “Una risposta personalizzata, all’avanguardia e con un alto valore aggiunto, che pone sempre la persona al centro di ogni azione e pensiero. Questo approccio ha fatto sì che ‘Casa Mia’ abbia provato, negli anni, a occuparsi di sempre più persone. Infatti ci sono stati cinque ampliamenti strutturali che hanno reso più professionali e hanno migliorato qualitativamente gli spazi della sua sede centrale”.

In questa ottica, ecco realizzarsi “il sogno” di poter stendere una mano e portare sollievo a sempre più persone: una nuova sede operativa. Il centro aprirà le porte il 19 settembre.
“Questa nuova sede” aggiunge Nikolaus “accoglierà fino a 16 persone, in modalità residenziale, e fino a un massimo di 4 persone nella modalità centro diurno. Collocata in una zona strategica, vicina al centro storico di Forlì, vuole offrire, sempre con la stessa filosofia di cura della persona anziana, un contesto caratteristico per coloro che per distanza o abitudine sono affezionati a questa peculiare zona della città”.

Nel nuovo edificio sarà ricreato un ambiente molto familiare e accogliente. “Sarà garantito, allo stesso tempo, l’alto standard qualitativo di assistenza sociosanitaria che ha caratterizzato la casa di riposo ‘Casa Mia’ nel tempo” assicura il direttore.

Assistenza sociosanitaria, servizio di ristorazione e nutrizione, fisioterapia, psicologia, animazione, psicomotricità, servizio di segretariato sociale e trasporto sono alcuni dei servizi offerti.
“Queste iniziative e tante altre sono frutto delle firme dei contribuenti per destinare l’8 per mille alla Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno. Firmare per l’8 per mille alla Chiesa avventista e per il 5 per mille all’Opera sociale avventista ci sosterrà in questo nuovo progetto e in altri ancora” conclude Nikolaus.

Per conoscere meglio “Casa Mia” visita il sito www.casamiaforli.it o scrivi a info@casamiaforli.it 

 

Via Ellen Gould White nella toponomastica di Firenze

Via Ellen Gould White nella toponomastica di Firenze

Lina Ferrara – Ora, la città di Firenze ha Via Ellen Gould White, co-fondatrice della Chiesa Avventista del Settimo Giorno. La cerimonia per la nuova intitolazione della strada si è svolta venerdì 10 dicembre quando, al suono dei trombettieri nei caratteristici costumi e il gonfalone del Comune, l’assessore alla toponomastica, Alessandro Martini, e il presidente dell’Unione avventista italiana, Stefano Paris, hanno svelato la placca in pietra recante la scritta “Via Ellen Gould White, 1827 – 1915, scrittrice cristiana”, e poi la vecchia intitolazione “Già Viuzzo del Pergolino”.

È stata proprio la confusione che destava il precedente nome del viuzzo, molto simile a Via del Pergolino, a far decidere sul cambio di nomenclatura. Così, l’Istituto Avventista “Villa Aurora” di Firenze ha presentato agli enti preposti la richiesta di intitolare alla pioniera della denominazione la via su cui si affacciano i nuovi edifici del campus, come anche la casa editrice Adv e CasAurora, struttura dedicata alla ricezione dei familiari dei pazienti ricoverati nel vicino polo ospedaliero.

Alcuni interventi 
“Era una grande donna che si è battuta per il bene e i diritti delle persone attraverso l’aiuto per la salute, l’educazione e la crescita delle nuove generazioni. Chi meglio del suo nome può suggellare il legame tra la comunità avventista e la città di Firenze” ha affermato l’assessore Martini.

“Ellen White ha aperto la strada a quello che vuol dire lavorare insieme” gli ha fatto eco il presidente Paris “Per noi è importante questo suo modo di fare missione”.
Dopo aver ringraziato le autorità comunali per le parole espresse su “una donna che ha dato una forza incredibile al movimento avventista nei suoi 70 anni di operato”, il past. Paris ha spiegato che “l’avventismo non nasce per caso e dal nulla, ma è un fenomeno vocazionale, profetico, provvidenziale, che scaturisce dalla variegata fantasia di Dio, della quale Ellen G. White è stata lo strumento principale”.

Tra i vari intervenuti, una voce ha arricchito la cerimonia portando il punto di vista di donna alla narrazione.
“Ellen G. White ha interpretato per noi il profetismo al femminile” ha affermato Dora Bognandi, direttrice emerita del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa dell’Unione italiana e già presidente della Fdei (Federazione donne evangeliche in Italia).
“La parola profezia ha diverse accezioni” ha aggiunto “tra cui quella di leggere e comprendere il presente per aprire il futuro. Gli ultimi anni della sua vita furono i più proficui. Scrisse i libri più cristocentrici, fondò seminari e ospedali”.

Ha poi evidenziato la connessione tra la nuova intitolazione e la realtà in cui si trova la strada.
“Avere questa via Ellen Gould White accanto a una università riconosciuta con decreto ministeriale dello Stato, e di fronte a un ospedale all’avanguardia è per noi un modo giusto di riconoscere quello che è stata [questa donna]”, ha concluso Bognandi.

Apertura del Centro di Studi e Documentazione 
Al termine della cerimonia di intitolazione della via, si è svolta l’inaugurazione del Centro di Studi e Documentazione “Ellen G. White”, aperto presso la biblioteca del campus avventista.
“In questo campus di fa attività di istruzione universitaria e di formazione della persona. E c’è anche una casa editrice” ha dichiarato Davide Romano, direttore dell’Istituto “Villa Aurora”.
“Sono due ambiti” ha continuato “che erano molto cari a Ellen G. White, sui quali lei ha investito molte energie proprio perché credeva nell’importanza dell’educazione”.

Il Centro Studi e Documentazione è riconosciuto dall’E. G. White Estate, con sede negli Stati Uniti, che promuove gli scritti dell’autrice avventista nel mondo.
“È particolarmente appropriato che la strada… porti il nome di Ellen Gould White, perché è lei che ha tracciato il percorso per la nostra filosofia educativa basata sulla Bibbia” ha scritto Merlin D. Burt, direttore dell’E. G. White Estate nel suo messaggio di congratulazioni “I suoi consigli ispirati hanno fornito indicazioni a coloro che hanno fondato questa istituzione e continuano a guidare studenti e docenti nel loro percorso educativo. È sempre importante quando si è diretti verso una destinazione essere sulla strada giusta. In questo mondo ci sono molte opportunità per prendere la strada sbagliata. Gli scritti di Ellen White ci esortano continuamente a tenere gli occhi centrati su Gesù Cristo, ed egli ci condurrà sani e salvi nel suo regno. Preghiamo che tutti coloro che viaggiano su questa strada godano delle benedizioni che derivano dal seguirlo completamente. Siamo anche grati che il nome di questa strada attirerà l’attenzione delle persone sul nome di Ellen White e possa incoraggiarle a saperne di più su di lei e persino a iniziare a leggere alcuni dei suoi scritti ed essere così benedetti in un cammino sempre più stretto con Dio e da un apprezzamento e amore sempre più profondi per la Bibbia. Vi auguro ricche benedizioni di Dio”.

Guarda qui sotto il video dell’intitolazione.

Un omaggio di Firenze alla presenza e alla storia avventista

Un omaggio di Firenze alla presenza e alla storia avventista


Venerdì 10 dicembre 2021 è cambiato il nome della strada dove si trova la Facoltà avventista di teologia. Il nome della strada è ora via Ellen Gould White, un riconoscimento a una donna che è stata tra i principali fondatori della Chiesa avventista nel XIX secolo e che costituisce ancora adesso una fonte d'ispirazione per gli avventisti in tutto il mondo.

Cosa significa questo riconoscimento del Comune di Firenze per la Facoltà? E come si rapporta la Chiesa avventista rispetto agli scritti di Ellen White? Sono giustificate le critiche di certi ambienti evangelici che accusano gli avventisti di non promuovere una teologia pienamente protestante? Roberto Vacca ne parla con il pastore Davide Romano, direttore dell'Istituto di cultura biblica Villa Aurora (che comprende la Facoltà avventista di teologia) e responsabile del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa per l'Unione italiana delle chiese avventiste.

Firenze intitola una via a Ellen Gould White

Firenze intitola una via a Ellen Gould White

Lina Ferrara – La toponomastica fiorentina, in particolare quella femminile, si arricchisce di un nuovo nome. Il 10 dicembre, alle ore 12.00, verrà inaugurata via Ellen Gould White, scrittrice, co-fondatrice e figura di rilievo della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno.

Tutto è iniziato quando l’Istituto avventista “Villa Aurora” (Iacb) di Firenze ha presentato agli organi competenti la richiesta di intitolare la strada su cui si affacciano le nuove strutture del campus, oggi viuzzo del Pergolino, alla pioniera della denominazione.
La domanda è stata accolta e l’Istituto “ringrazia il Comune di Firenze per la sensibilità mostrata nel riconoscere la bontà e l’idoneità della proposta formulata”.

Nella decisione, il Comune ha considerato vari elementi tra cui: il fatto che l’istituzione religiosa, insediata nella proprietà dal 1947, oltre ad essere una sede universitaria, ha dedicato alcune sue strutture alla ricezione dei familiari dei pazienti ricoverati nel vicino polo ospedaliero; sono solo gli edifici di Villa Aurora ad affacciarsi sulla strada in oggetto; le vie fiorentine, secondo un’antica usanza, spesso prendono il nome dalla realtà circostante; cambiare la titolazione non sarebbe lesivo di una memoria storica molto antica; e, non ultimo, facilitare l’accesso alle strutture a coloro che vogliono usufruire dei servizi ma spesso sbagliano strada perché ci sono due nomi simili (via del Pergolino e viuzzo del Pergolino).

In occasione della cerimonia di intitolazione della via, verrà anche inaugurato, all’interno del campus, presso l’attuale biblioteca, il Centro di studi e documentazione “Ellen G. White”.

La pioniera
Ecco come la descrive lo Iacb nel presentare il Centro di studi sul sito villaaurora.it

Ellen G. White (1827-1915) per la Chiesa avventista del settimo giorno è una persona molto speciale. Insieme a Joseph Bates e al marito James White, è la cofondatrice del movimento religioso costituitosi nel 1863 in Conferenza Generale degli Avventisti del Settimo Giorno. Leader religioso, scrittrice prolifica, riformatrice sociale, ma anche moglie e madre di famiglia, la sua poliedrica influenza si è fatta sentire molto al di là dei confini confessionali. Nel 2014, lo Smithsonian Magazine l’ha inclusa nella lista dei “100 americani più influenti di tutti i tempi”.

Per gli Avventisti del Settimo Giorno, Ellen G. White è una persona speciale perché in lei essi riconoscono la manifestazione del dono profetico. Nelle dottrine fondamentali degli Avventisti del Settimo Giorno, la n. 18 è a lei dedicata: “Le Scritture testimoniano che uno dei doni dello Spirito Santo è la profezia. Questo dono è un segno che identifica la chiesa del rimanente e si è manifestato nel ministero di Ellen G. White. I suoi scritti parlano con autorità profetica e offrono incoraggiamento, guida, istruzione e correzione alla chiesa. Essi affermano anche, in modo chiaro, che la Bibbia è la norma in base alla quale ogni insegnamento e ogni esperienza devono essere provati (Num. 12:6; 2 Cron. 20:20; Amos 3:7; Gioele 2:28, 29; Atti 2:14-21; 2 Tim. 3:16, 17; Ebr. 1:1-3; Apoc. 12:17; 19:10; 22:8, 9)”.

Dopo la sua morte è stata creata una fondazione, la Ellen G. White® Estate, sul sito del quale è possibile consultare online l’opera omnia di Ellen G. White in lingua originale e, almeno per le opere sin qui tradotte, in molte altre lingue, tra cui l’italiano. Per promuovere ulteriormente la conoscenza dell’opera e degli scritti di Ellen G. White, sono stati creati dei centri di studio a lei dedicati in varie regioni del mondo (Branch Offices, Research Centers, Study Centers).

In particolare, presso l’Istituto avventista è stato costituito un Ellen G. White Study Center, ufficialmente riconosciuto dall’Ellen G. White® Estate. Esso dispone di una vasta scelta delle opere pubblicate di Ellen G. White in inglese, italiano e altre lingue. Tali opere sono integrate all’interno del catalogo della biblioteca dell’Istituto e sono consultabili.

Francia. Inaugurato nuovo edificio del Seminario avventista

Francia. Inaugurato nuovo edificio del Seminario avventista

 

Maol – È iniziato in bellezza l’anno scolastico nel campus avventista di Collonges-Sous-Salève, in Francia. Il 1° settembre è stato inaugurato il nuovo convitto maschile «Jean Weidner», alla presenza delle autorità locali e dei vertici della Regione Intereuropea (Eud) della Chiesa.

«Questo, tuttavia, non è solo un nuovo edificio dopo gli altri inaugurati dal 1921, anno in cui fu fondato il campus. È molto di più» spiega Corrado Cozzi nel suo articolo sul sito Eud «Infatti, l’edificio è stato pensato non solo come struttura recettiva, ma anche per creare opportunità, soprattutto per la comunità».

Il moderno convitto, oltre a ospitare le stanze degli studenti ai piani superiori, accessibili anche alle persone con mobilità ridotta, offre diversi spazi comuni al piano terra: una cucina, una sala da pranzo, una palestra, una stanza per la preghiera, una sala polivalente, una lavanderia. Il seminterrato è stato concepito come «ostello della gioventù», dotato di 54 posti letto, una sala polivalente e un piccolo anfiteatro all’aperto.

«L’idea di base è che qui ora possiamo ospitare corsi di formazione, incontri con i giovani, incontri che richiedono stanze per dormire e anche spazi per lavorare in gruppo e animare i programmi di questi incontri» afferma Gabriel Samperio, ex precettore dei ragazzi, sul sito Eud, e invita a considerare il campus avventista francese come luogo ottimale per tali incontri.

L’intera nuova struttura è dotata di Wifi, per soddisfare le aspettative degli studenti del XXI secolo.

Dedicato a Jean Weidner
Il nuovo edificio porta il nome di Jean Weidner (all’anagrafe John Henry Weidner), l’avventista olandese che durante la Seconda guerra mondiale salvò centinaia di ebrei. Nel suo messaggio inaugurale, il direttore del campus, Jean Philippe Lehmann, ha spiegato che la scelta non è stata casuale, dato che Jean Weidner, cresciuto proprio nel Seminario avventista dove suo padre insegnava greco e latino, è un esempio di forza di carattere e di sacrificio derivanti «da un’educazione con le “E” maiuscola».

Notizie Avventiste del 21 gennaio 2014 ha dedicato un articolo a Weidner in occasione del Giorno della memoria. Riportiamo alcune parti.

«Jean Widner aveva imparato presto a lottare per motivi di coscienza: nel 1924, suo padre doveva recarsi ogni settimana nel carcere di Chateau d’Aigle, perché non mandava il figlio a scuola di sabato. Nel 1925, la famiglia Weidner si trasferì nel campus del Seminario avventista.

“Le qualità più importanti di un essere umano sono amare, rispettare e trattare il prossimo come vorremmo essere amati, rispettati e trattati. Sono stato testimone del modo barbaro in cui i nazisti trattavano gli ebrei. Li ho visti di persona schiacciare il cranio di un bambino ebreo strappato dalle braccia della madre. Ero determinato ad ascoltare gli insegnamenti e l’esempio di mio padre e ho fatto tutto quello che potevo per salvare quante più vite possibile” aveva affermato una volta Jean Weidner.

Nel 1942, fondò e diresse la rete della resistenza Dutch-Paris e, aiutato da centinaia di partigiani, fece fuggire dai Paesi Bassi, e arrivare in Svizzera e Spagna, oltre 800 ebrei e 200-300 persone tra aviatori, partigiani e rifugiati. Per giustificare i suoi viaggi a Ginevra, aveva aperto negozi a Lione, Annecy e Collonges-sous-Salève.

Arrestato e torturato più volte, riuscendo sempre a fuggire, Jean Weidner divenne presto uno degli uomini più ricercati dalla Gestapo che aveva anche messo una taglia sulla sua testa.

Finita la guerra, entrò a far parte del corpo diplomatico olandese; assistette il Ministro della Giustizia nel perseguimento dei criminali di guerra; prese la responsabilità di alleviare la sofferenza sociale ed economica di molte delle vedove e degli orfani dei membri della rete Dutch-Paris uccisi dai nazisti.

Nel 1963, il governo israeliano lo dichiarò giusto tra le nazioni e piantò un albero con il suo nome nel Giardino dei Giusti dello Yad Vashem. Per Weidner fu una delle esperienze più importanti e significative della sua vita dopo la guerra. In seguito ricevette negli anni vari riconoscimenti, ma usava evidenziare il suo servizio disinteressato affermando: “Non avevo scelta”».

Proprio come Jean Weidner, ha aggiunto Lehmann nel suo messaggio, «sogno che ogni studente, dopo aver frequentato la nostra scuola, possa essere capace di indignarsi, ribellarsi pacificamente, persino disobbedire quando l’ordine stabilito diventa disumano»

Entrando nel nuovo convitto, l’attenzione si posa sul murale che mostra alcuni pezzi di vita di Jean Weidner. Un bel modo per ricordarlo.

La cerimonia d’inaugurazione
200 invitati hanno partecipato alla cerimonia d’inaugurazione del nuovo convitto. Erano presenti diverse autorità tra cui il sindaco di Collonges-Sous-Salève, il viceprefetto e una deputata del collegio elettorale dell’Alta Savoia. Presente anche una delegazione dell’Eud. Il presidente Eud, Mario Brito, ha partecipato al taglio del nastro.

«Presto Collonges celebrerà il suo centesimo anniversario. Quando penso a tutto ciò che questa istituzione ha fatto nel corso degli anni, mi viene in mente un albero da frutto ancora pieno di vigore e pronto ad affrontare le sfide di un nuovo, promettente, secolo» ha affermato Brito, memore di aver studiato teologia proprio in questo campus e di aver soggiornato nel vecchio convitto maschile «Les Horizons».

Il Campus Adventiste du Salève si trova in Francia, nel Comune di Collonges-sous Salève, al confine con la Svizzera. Facilmente accessibile grazie all’aeroporto internazionale di Ginevra, offre una proposta formativa completa: dalla scuola dell’infanzia al diploma di maturità, al Seminario di teologia e al corso di lingua francese Iflo, riconosciuti dallo Stato.

[Foto: Corrado Cozzi, Pedro Torres]

 

 

Torre Pellice – Inaugurazione club Aisa

Torre Pellice – Inaugurazione club Aisa

Ismaele Di Maggio – Nel pomeriggio di sabato 7 aprile, alla presenza del direttore nazionale dei Ministeri Avventisti per la Gioventù, Ignazio Barbuscia, e del pastore tirocinante locale, Alfredo Arisi, è stato inaugurato il primo club Aisa della nostra storica comunità. La cerimonia di investitura dei 5 Tizzoni e delle due Esploratrici, è stata anticipata da una commovente riflessione di Ignazio su Giobbe 12:7. Saper interrogare con umiltà la natura e attingere dall’esperienza delle persone anziane, è un buon modo per arrivare a comprendere l’infinita saggezza di Dio. Il Signore sostenga copiosamente questi fanciulli e le loro guide Virginia Pignatta, Gianluca Bernasconi e Mario Di Maggio, che li accompagneranno lungo questo meraviglioso itinerario formativo.

(Foto pervenute dalla comunità in oggetto)

 

 

 

Inaugurato il nuovo edificio della seconda chiesa cristiana avventista più antica d’Egitto

Inaugurato il nuovo edificio della seconda chiesa cristiana avventista più antica d’Egitto

 

La gioia dei fedeli nella la cerimonia di fine aprile, dopo cinque anni di lavori.

ARnews/Notizie Avventiste – I membri della chiesa cristiana avventista di Tatalea, cittadina a quattro ore a sud della capitale Il Cairo, hanno pregato a lungo per la ristrutturazione del loro vecchio edificio. La chiesa di Tatalea è stata aperta nel 1966 ed è stata luogo di culto di membri e visitatori per oltre 50 anni. La comunità è anche la “patria” di diversi pastori e operai avventisti che ora servono la denominazione in Egitto e nel mondo.

Uno di essi è Kheir Boutros, tesoriere associato della Regione Estremo Oriente e Nord Africa.
“Sono state le esperienze di infanzia vissute nella comunità di Tatalea che hanno plasmato la mia vita in passato e continuano a farlo oggi”, ha raccontato.

Eppure, nonostante la storia positiva della chiesa, i segni del tempo erano ormai troppo evidenti nell’edificio ed erano diventati un ostacolo alla missione di testimonianza nella città.


“La vecchia costruzione era in rovina. La vernice cadeva. Era in condizioni terribili”, ha affermato Johnny Nasrallah”, segretario del campo Egitto-Sudan della denominazione, “I membri avevano bisogno di un nuovo edificio per invitare gli abitanti del villaggio”.

La chiesa, però, non aveva fondi sufficienti per avviare l’opera e presto si scoprì che l’edificio era troppo vecchio per essere ristrutturato. Nonostante questi ostacoli, i fedeli di Tatalea e i dirigenti non hanno mai smesso di pregare per un edificio dignitoso in cui tenere i servizi religiosi e organizzare le attività comunitarie.

Nel 2012 la chiesa è stata in grado di iniziare i lavori di ristrutturazione grazie a una donazione; il vecchio edificio è stato quasi completamente demolito per fare spazio a nuova struttura. I fondi, tuttavia, non bastavano per portare a termine il progetto e i lavori sono stati interrotti.

La situazione ha creato scoraggiamento, ma allo stesso tempo ha spinto i membri di chiesa a unirsi nella preghiera per chiedere a Dio di aiutarli a proseguire l’opera incompiuta.

Nel 2015, è arrivata una generosa donazione che ha rilanciato i lavori di ricostruzione. Poi sono arrivati altri fondi da donatori privati e infine la chiesa ha potuto completare i lavori.


Sabato 29 aprile, oltre mille persone hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione e consacrazione della chiesa di Tatalea, tra cui i dirigenti avventisti della regione e alcuni funzionari governativi.

“Vorremmo che questo edificio sia un luogo dove le persone possano trovare la speranza in Gesù”, ha affermato Kleyton Feitosa, presidente della Chiesa cristiana avventista in Egitto e Sudan.

(Foto Samuel Britton)

 

Inaugurato il nuovo edificio della seconda chiesa cristiana avventista più antica d’Egitto

Inaugurato a Watford, UK, il giardino della pace

uk-giardino-della-pace-1Un tributo a quanti “stanno per la giustizia anche se dovessero crollare i cieli”

tedNEWS/Notizie Avventiste – Un giardino circolare, illuminato di notte, con posti a sedere in un ambiente tranquillo e una fontana al centro è oggi un memoriale nazionale e un tributo vivente a tutti coloro che hanno preso posizione per la pace nelle guerre passate e presenti.

Inaugurato ufficialmente con una commovente cerimonia, mercoledì 21 settembre, nella Giornata internazionale della pace, l’idea di questo giardino è nata inizialmente per ricordare i 130 avventisti imprigionati durante la prima guerra uk-giardino-della-pace-2mondiale a causa del loro status di non combattenti. Ma anche nella seconda guerra mondiale, nonostante il governo avesse una migliore comprensione dei principi avventisti, gli obiettori di coscienza della denominazione sono stati processati e poi assegnati a lavori di “importanza nazionale”. La cerimonia ufficiale si è svolta presso la chiesa cristiana avventista “Stanborough Park.

L’idea del giardino di pace è partita dal past. Ian Sweeney, presidente dell’Unione avventista di Regno Unito e Irlanda, che nel suo discorso inaugurale ha sottolineato l’importanza di essere fedeli ai principi contenuti nella Bibbia. Victor Hulbert, attuale responsabile delle Comunicazioni presso la Regione Transeuropea (TED) della Chiesa, ha svolto una ricerca, qualche anno fa, e ha scoperto la storia dei 130 militari di leva avventisti che si erano rifiutati di portare le armi durante la Grande Guerra, mantenendo allo stesso tempo il valore del sabato quale giorno di culto e di riposo. Nel suo intervento france1917-uk-giardino-della-pace-4durante la cerimonia, Hulbert ha evidenziato che questo giardino è come un monumento alla coraggiosa presa di posizione di questi obiettori di coscienza, nonostante subissero forti angherie fisiche e psicologiche, ma anche a quella degli oltre 20.000 obiettori che si sono rifiutati di portare le armi allora e a chi prende posizione per la pace oggi.

“È stata una giornata perfetta in cui si è ricordato il Dio della pace”, ha affermato Hulbert. Ha poi espresso la speranza che “questo giardino sia un monumento duraturo e uno spazio di tranquillità per le generazioni future”.

uk-giardino-della-pace-3Dopo la breve funzione religiosa, un gruppo che comprendeva diversi figli e nipoti dei reduci della prima guerra mondiale, si è riunito fuori dal giardino per il taglio del nastro da parte di Garth Till, figlio di Willie, uno dei quattordici uomini imprigionati, picchiati e maltrattati nel carcere militare n. 3 a Le Havre, in Francia.

Garth Till, di 87 anni, ha citato a memoria le parole della co-fondatrice della Chiesa avventista, Ellen G. White:
“Il più grande bisogno del mondo è il bisogno di uomini che non si possono né comprare né vendere; uomini che sono leali e onesti fino nell’intimo del loro animo; uomini che non hanno paura di chiamare il peccato con il suo vero nome; uomini la cui coscienza è fedele al dovere come l’ago magnetico lo è al polo; uomini che stanno per la giustizia anche se dovessero crollare i cieli”.

Garth aveva 9 anni quando sentì per la prima e unica volta suo padre parlare dell’esperienza subita, e ricorda quanto fu traumatico per il suo genitore raccontarla. “Ma non ha avuto rimpianti. Ha preso la decisione giusta”, ha affermato Garth.

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(Foto: Dejan Stojković)

Aperto in Austria un Centro ricerca E. G. White nell’anniversario della sua morte

Aperto in Austria un Centro ricerca E. G. White nell’anniversario della sua morte

M27-Mondo-Austria-Bogenhofen-Ellen-WhiteEUDnews/Maol – Il Seminario di Bogenhofen, in Austria, ha inaugurato il suo Ellen G. White Research Center nel centunesimo anniversario della morte della co-fondatrice della Chiesa cristiana avventista.

Il nuovo centro di ricerca, il ventesimo a livello mondiale e il primo per i paesi di lingua tedesca dell’Europa centrale (Austria, Svizzera, Liechtenstein e Germania), aiuterà le nuove generazioni di avventisti in Europa ad apprezzare maggiormente E. G. White e il suo ministero.
«Il centro fornirà un’eccezionale visione degli albori della chiesa oltre a essere una risorsa preziosa per rafforzare la nostra identità e promuovere un nuovo senso della nostra missione», ha dichiarato Erhard Biró, presidente della Federazione Baden-Wuerttemberg della chiesa nel sud della Germania.

La struttura è stata inaugurata lo scorso 16 luglio, giorno in cui E. G. White morì nel 1915, a 87 anni. Il suo direttore è Markus Kutzschbach che è anche direttore esecutivo di Adventist Heritage Ministry, organismo che lavora a stretto contatto con il White Estate per salvaguardare il passato avventista e mantenere i siti storici della chiesa in Nord America, Europa e altrove.

Altri tre Ellen G. White Research Center in l’Europa si trovano nell’università avventista di Collonges-sous-Salève in Francia, nel Newbold College of Higher Education in Gran Bretagna e nel Seminario Teologico Zaoksky in Russia.

L’inaugurazione del nuovo centro di ricerca ha coinciso con il primo simposio sul dono di profezia della Divisione Intereuropea (EUD) della Chiesa, il cui territorio comprende i paesi di lingua tedesca in Europa. Per tre giorni, nove studiosi del White Estate, del Biblical Research Institute, della Andrews University e del Seminario di Bogenhofen hanno condiviso le loro ricerche, gli approfondimenti teologici, il ministero e la vita di E. G. White nel Seminario austriaco.

Circa 500 persone erano riunite sabato 16 luglio per ascoltare il past. Mario Brito, presidente dell’EUD, condividere la sua positiva esperienza con gli scritti di E. G. White e il loro valore per la Chiesa.
«Questo simposio è stato veramente prezioso grazie alle eccellenti presentazioni e testimonianze personali dei relatori», ha commentato Christian Grassl, presidente della Chiesa in Austria.
Una famiglia tedesca è arrivata appositamente dal Kazakistan, percorrendo 6.800 chilometri, per partecipare al simposio.

Bogenhofen (scuola avventista aperta nel 1949 e sita a 55 chilometri a nord di Salisburgo) e il White Estate (che ha sede nell’edificio della Chiesa mondiale negli USA) hanno avuto un rapporto produttivo nel corso degli anni. Gli studenti di Bogenhofen hanno svolto un ruolo chiave nella digitalizzazione dei materiali del White Estate per creare il centro di ricerca digitale disponibile su drc.whiteestate.org.

Il nuovo Ellen G. White Research Center di Bogenhofen è un ampliamento del più piccolo Ellen G. White Study Center già esistente nel seminario dal 2004.

Il primo simposio sul dono di profezia si è tenuto presso la Andrews University a ottobre 2015. Da allora altri simposi sono organizzati in tutto il mondo per offrire ai membri di chiesa una maggiore comprensione del dono dello Spirito di profezia e della vita di E. G. White.

 

Venezia. Inaugurati i nuovi locali della chiesa

Venezia. Inaugurati i nuovi locali della chiesa

M33-Venezia_inaugurazione1Davide Mozzato – Quando si vivono esperienze così frastornanti non si sa bene se si sia giunti alla fine ovvero se si stia solo cominciando.

Sabato 24 ottobre, all’inaugurazione dei nuovi locali della chiesa di Venezia (ex Mestre e Treviso), in via Peschiera 5 a Mestre, tutti i 160 cuori presenti sono stati unanimemente travolti dal flusso caotico e coinvolgente della storia.

M33-Venezia_inaugurazione11Dal 1950 al 2015, tutti d’un fiato. Aneddoti, visi, foto sbiadite e a colori. Molti i sorrisi, intervallati da qualche lacrima di commozione. Storie di famiglie sconosciute ai più che hanno creduto e lasciato eredi in carne ed ossa, presenti; figli e figlie carnali e spirituali.

Un’ondata di emozioni interrotta regolarmente, per far tirare il fiato, dal coro di Trieste presente per l’occasione, dalla predicazione della Parola, dalle preghiere, dalle agapi del pranzo e del pomeriggio, M33-Venezia_inaugurazione4dalle strette di mano, dalle pacche sulle spalle, dai numerosi: «Ti ricordi…».

E la storia continua a larghe falcate, malgrado noi che ci slanciamo in avanti con lo sguardo rivolto al traguardo, anche questo avvolto dalla stessa perplessità iniziale: che sia la fine di un percorso o solo l’inizio?

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