Milano. Pomeriggio con Porte Aperte

Milano. Pomeriggio con Porte Aperte

Roberta Castiglioni – Il 17 febbraio, in occasione del sabato dedicato alla libertà religiosa, abbiamo avuto il piacere di ospitare, nella comunità avventista di Milano, Angelo Currò, esponente e collaboratore di Porte Aperte, l’organizzazione che dal 1955 si occupa di aiutare i cristiani perseguitati, fornendo supporto materiale, aiuti di emergenza, formazione e assistenza direttamente nei luoghi in cui essi vivono.

Nel pomeriggio, Currò ha tenuto un approfondimento sulle con dizioni in cui vivono i cristiani in Corea del Nord, il Paese che nell’ultimo decennio ha sempre guidato la World Watch List, la classifica dei Paesi in cui la persecuzione è più estrema.

In particolare, ha condiviso le testimonianze di alcuni cristiani che, nonostante i rischi elevati e le difficoltà quotidiane, hanno deciso di rimanere fedeli a Cristo Gesù. Questo ci ha fatto ancora una volta riflettere sul privilegio che noi, come cristiani, abbiamo di poter esprimere liberamente la nostra fede e sull’importanza di pregare e di poter fare ciò che è nelle nostre possibilità, per coloro che non hanno questa opportunità.

[Foto: Daniele La Mantia]

La memoria per nuove sfide

La memoria per nuove sfide


Continuano le conversazioni con la redazione del settimanale Riforma, organo ufficiale delle Chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi. Oggi vi proponiamo un’intervista a Sara Tourn, della redazione di Riforma. 

Tra i temi affriontati: a 40 anni dall’Intesa manca una piena libertà religiosa; una lunga storia in cui vediamo le tracce dell’opera costante del Signore.

 

Sfide e traguardi comuni

Sfide e traguardi comuni


"Viene dissipato gran parte del tempo, delle energie e delle risorse nel competere, nel contrastarsi, quando non nel combattersi e nel cercare di distruggersi, quando vi sono di fronte all’umanità sfide e traguardi necessariamente comuni".  Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al teatro del Maggio fiorentino all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Firenze. Ma come dovremmo porci di fronte alle sfide importanti sul futuro dell’umanità? I cristiani possono guardare con fiducia al futuro e su quali basi? Claudio Coppini e Roberto Vacca lo hanno chiesto al pastore e teologo evangelico Pawel Gajewski nel corso della diretta RVS del 9 febbraio. Nella seconda parte Gajewski commenta un altro messaggio del Presidente, stavolta sul tema della libertà religiosa in Italia. Infatti Mattarella ha di recente affermato che la revisione del Concordato 40 anni fa favorì il pluralismo religioso in Italia. E’ vero, ha concordato Gajewski, ma in mancanza di una legge generale sulla libertà religiosa esistono ancora oggi in Italia "cittadini di serie B". Per commentare questa intervista puoi mandarci un messaggio via Whatsapp o via Telegram al seguente numero: 3482227294.

 

L’appello dei martedì: dichiarazione universale dei diritti umani

L’appello dei martedì: dichiarazione universale dei diritti umani


Domenica 10 dicembre si sono celebrati i 75 anni dalla la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Fu grazie a personaggi come Eleanor Roosevelt  impegnati nella difesa dei diritti di tutti che nacque questo importante documento. Ce ne parla Andreas Mazza, del Dipartimento Comunicazioni, Affari pubblici, Libertà religiosa, Relazioni pubbliche.

Omaggio ai 130 anni di attivismo per la libertà religiosa

Omaggio ai 130 anni di attivismo per la libertà religiosa

Si è tenuto negli Stati Uniti il IX Congresso mondiale dell’Irla. L’invito ai partecipanti di riflettere e agire per il bene di tutte le persone.

Notizie Avventiste – Circa 200 dirigenti, studiosi e sostenitori della libertà religiosa, provenienti da tutto il mondo, si sono incontrati al IX Congresso mondiale dell’Associazione internazionale per la libertà religiosa (Irla) tenuto a Silver Spring, nel Maryland, dal 21 al 23 agosto. Durante l’evento i partecipanti sono stati invitati a discutere “una comprensione olistica della libertà di religione o di credo come diritto umano fondamentale” hanno affermato gli organizzatori.

I lavori si sono aperti con il messaggio di benvenuto del past. Ted N. C. Wilson, presidente della Chiesa avventista mondiale, che ha ricordato l’attenzione storica della denominazione sull’argomento.
“I pionieri avventisti… hanno visto nella libertà religiosa un valore incontrovertibile, senza il quale la nostra stessa umanità potrebbe rischiare di essere sminuita e compromessa”, e hanno fatto proprio “il valore inestimabile della libertà religiosa e fondamento della libertà stessa” ha detto Wilson.

Il presidente ha raccontato come i pionieri avventisti abbiano combattuto contro l’oppressione degli altri, contro la schiavitù e contro i primi tentativi di introdurre le leggi sulla domenica. “I dirigenti avventisti hanno ufficialmente adottato un atteggiamento di solidarietà con l’intera famiglia umana attraverso la difesa della libertà religiosa” ha ricordato ai presenti.

Ci crediamo davvero? 
L’ambasciatore John Nay, presidente dell’Irla, ha riflettuto sulle implicazioni del sostegno alla libertà religiosa. “Diciamo di credere nella libertà religiosa per tutti” ha affermato “Ma ci crediamo davvero nel nostro cuore?”. Ha poi invitato il pubblico a non sostenere la libertà religiosa solo per il proprio gruppo, che sia religioso o meno, ma a impegnarsi in una difesa che tenga conto di ogni essere umano.

Allo stesso tempo, ha evidenziato Nay, accettare la libertà religiosa per tutte le persone – per chi crede e per chi non crede – può portarci a mettere in discussione i nostri comportamenti verso gli altri gruppi. Ha spiegato che, pur avendo il diritto di mettere in discussione una legge per motivi puramente laici, dovremmo essere molto cauti quando usiamo argomenti religiosi per opporci a un particolare disegno legge.

“La domanda è: fino a che punto è lecito, o addirittura equo, limitare i diritti civili di altre persone sulla base delle nostre opinioni religiose?” ha chiesto “Ritengo che sia incoerente, e qualcuno direbbe addirittura ipocrita, sostenere la libertà religiosa ma opporsi alla concessione di diritti e libertà ad altri che non sono credenti, adducendo ragioni religiose per prendere questa posizione”.

Un imperativo morale 
Dopo l’intervento dell’ambasciatore, il segretario generale dell’Irla, Ganoune Diop, ha parlato della concezione globale della libertà religiosa basata sulla fede, definendola “il diritto di professare, praticare e diffondere il proprio credo senza coercizione, intimidazione o manipolazione”. La libertà religiosa è “libertà di non essere costretti a fare qualcosa che è contro le proprie convinzioni o contro la propria coscienza. È un elemento centrale che occupa una posizione centrale nell’insieme delle libertà e dei diritti”.

Diop ha sottolineato che la nascita dell’Irla, 130 anni fa, “è legata alla convinzione che la libertà religiosa è un imperativo morale” che “fa parte dell’immagine di Dio negli esseri umani”. Ha quindi ribadito: “La libertà è costitutiva di ciò che dovremmo essere. Senza libertà, siamo incompleti… [e] la determinazione a diffondere la consapevolezza della libertà di pensiero, coscienza e credo è necessaria per ciò che significa essere un essere umano”.

Un’impresa in corso 
Adama Dieng, ex sottosegretario generale delle Nazioni Unite e consigliere speciale del segretario generale dell’Onu per la prevenzione dei genocidi, ha portato il discorso sulla comprensione globale della libertà religiosa in un mondo sempre più polarizzato. Dieng, che ha preso parte ai processi dei responsabili del genocidio in Ruanda, ha ricordato ai presenti quanto è stato fatto nel campo dei diritti umani e in particolare della libertà religiosa.

Ha anche elencato le numerose sfide che rimangono nell’affrontare le continue violazioni della dignità delle persone in tutto il mondo. “Purtroppo, questi diritti [alla libertà religiosa] sono costantemente violati da attori statali e non statali” ha riconosciuto, citando esempi contemporanei in diversi Paesi, e ha invitato ad agire per affrontare le problematiche in corso.

Dieng ha aggiunto, tuttavia, che l’intolleranza e la discriminazione “non possono essere semplicemente prevenute o eliminate con misure strategiche. La riflessione e l’eliminazione dell’intolleranza basata su atteggiamenti e pratiche richiedono un’educazione continua e il dialogo interreligioso”.

Tra gli altri oratori di spicco dell’evento, ricordiamo Sam Brownback, ex ambasciatore degli Stati Uniti per la libertà religiosa internazionale, e Knox Thames, ex consigliere speciale per le minoranze religiose presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

Nelle sessioni di approfondimento, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di riflettere sulla storia, le sfide attuali e le opportunità per i sostenitori della libertà religiosa. Si è discusso di nazionalismo religioso, di atteggiamenti nei confronti delle minoranze religiose e di idee su come agire.

In programma anche una visita agli Archivi Nazionali degli Stati Uniti a Washington, un banchetto di chiusura e a una cerimonia di premiazione in un luogo vicino alla Casa Bianca.

A proposito dell’Irla 
L’Irla è stata fondata nel 1893 da un gruppo di avventisti del settimo giorno preoccupati per la persecuzione e la discriminazione religiosa. L’organizzazione è stata creata per difendere la libertà religiosa di tutte le persone, indipendentemente dalla loro fede provenienza. “L’Irla affronta le questioni relative alla libertà religiosa e fornisce sostegno e risorse agli individui e alle comunità che affrontano le persecuzioni” hanno affermato i responsabili dell’associazione “Inoltre, promuove il dialogo e la cooperazione tra persone di diverse fedi e convinzioni filosofiche”.

In Italia è presente l’Aidlr, l’Associazione internazionale per la difesa della libertà religiosa, che collabora con l’Irla in vari modi e nell’organizzazione di convegni e simposi. Organo ufficiale dell’Aidlr è la rivista Coscienza e Libertà. Per saperne di più visita il sito: coscienzaeliberta.it/
[LF]

[Fonte e foto: Marcos Paseggi/Adventist Review]

Filippine. La legge sulla libertà religiosa tra preoccupazione e sostegno

Filippine. La legge sulla libertà religiosa tra preoccupazione e sostegno

Avventisti chiedono equilibrio e un’attenta revisione.

Notizie Avventiste – I rappresentanti della Regione Asia – Pacifico del sud (Ssd) della Chiesa avventista hanno partecipato, lo scorso 1° agosto, a un’audizione del Senato delle Filippine sulla proposta di legge "Magna Carta sulla libertà religiosa". La legge vuole difendere il diritto delle persone alla libertà religiosa nel Paese, come prevede l’articolo III, sezione 5, della Costituzione del 1987. La Chiesa avventista era rappresentata da Evin Villaruben, assistente tesoriere e segretario della Ssd, e dalla consulente legale Gizelle Lou Cabahug-Fugoso.

Secondo il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) della denominazione, il disegno di legge è al tempo stesso significativo e preoccupante. La libertà religiosa è un elemento importante della visione avventista che difende l’idea della libertà di coscienza e di espressione della fede per tutti gli individui. Tale libertà non deve essere negata, ostacolata, regolamentata o limitata, a meno che non provochi violenza, danni o pericolo per gli altri, o violi i diritti religiosi altrui. L’obiettivo della misura di proteggere la sicurezza pubblica, l’ordine, la salute, la proprietà e la morale è coerente con l’impegno della Chiesa per una cittadinanza responsabile e una responsabilità sociale.

Sfide
Cabahug-Fugoso ha espresso preoccupazione sulle sfide che gli avventisti devono affrontare per conciliare gli obblighi scolastici e lavorativi. Il problema principale è lo scontro tra l’osservanza del sabato, come indicato nella Bibbia, e l’obbligo di frequentare le lezioni o andare a lavorare in quel giorno. Cabahug-Fugoso ha condiviso il recente caso di Denmark Valmores, uno studente avventista di medicina. La Corte Suprema del Paese ha stabilito che chiedere a uno studente di scegliere tra onorare i propri obblighi religiosi e terminare gli studi è una palese violazione della sua libertà religiosa.

La Commissione per l’istruzione superiore e il Dipartimento del Lavoro delle Filippine hanno recentemente affermato il loro impegno nel sostenere la libertà religiosa nei contesti educativi e lavorativi, hanno riferito i dirigenti della Chiesa.

Mantenere l’autonomia 
Villaruben ha esortato il governo a mantenere l’autonomia delle istituzioni religiose. Insieme ad altre organizzazioni religiose, la Chiesa avventista desidera aggiungere un emendamento alla sezione 13 della proposta di legge: "Lo Stato proteggerà e promuoverà il diritto di una persona alle pari opportunità e al trattamento, e alla non discriminazione nell’impiego, in virtù della sua affiliazione o del suo credo religioso, a condizione che le istituzioni religiose fondate su credenze o principi religiosi abbiano il diritto di adottare i loro standard di assunzione o codici di comportamento in base alle loro credenze e discipline religiose".

I responsabili regionali della denominazione hanno dichiarato che la Chiesa avventista sostiene la misura proposta e desidera ringraziare gli autori della legge e i senatori e i deputati del Congresso delle Filippine. "La Chiesa avventista è stata proattiva nel creare collaborazioni vantaggiose con il governo, in linea con gli obiettivi di buona governance e di apertura. La Chiesa continuerà a sostenere e a aderire agli obiettivi e alle attività del governo finché saranno coerenti con gli ideali biblici" hanno affermato.

I rappresentanti della denominazione e di altre organizzazioni religiose presenteranno dei documenti circa la loro posizione e si impegneranno attivamente nelle prossime collaborazioni. Sebbene la misura proposta sia un passo importante per garantire la libertà religiosa nelle Filippine, i dirigenti regionali della Chiesa ritengono che sarà necessaria un’attenta revisione e discussione per trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti individuali e la conservazione della separazione tra Chiesa e Stato.

L’Aplr 
Il Dipartimento Aplr è presente a tutti i livelli della Chiesa avventista nel mondo e “fa parte dell’impegno della denominazione di stabilire condizioni favorevoli per condividere la buona notizia della libertà e invitare tutti alla comunione d’amore con Dio e con gli altri esseri umani” hanno spiegato i dirigenti.

L’Aplr lavora anche in modo instancabile per eliminare le idee sbagliate sulla Chiesa avventista (la sua identità, il suo messaggio e la sua missione), “interagendo con le persone e offrendo punti di vista avventisti distinti. In sostanza, il dipartimento mira a elevare la Chiesa avventista e i suoi servizi a una posizione di credibilità, fiducia e rilevanza pubblica” hanno concluso.

[Foto: Ssd News. Fonte: Adventist Review]

 

 

 

 

Libertà religiosa. “Gli evangelici i più colpiti dalle restrizioni”

Libertà religiosa. “Gli evangelici i più colpiti dalle restrizioni”

Notizie Avventiste – Per Heiner Bielefeldt, esperto di diritti umani, i cristiani evangelici sono come sempre più limitati nella loro libertà religiosa. Lo ha affermato lo scorso 13 luglio in un’intervista a Pro, rivista cristiana online in lingua tedesca.

"I protestanti in generale e gli evangelici in particolare sono rapidamente associati all’Occidente, o agli Stati Uniti" ha detto Bielefeldt “Inoltre, ai cristiani evangelici viene attribuito un impegno missionario attivo che è molto meno comune tra i cristiani tradizionalmente residenti”.

Bielefeldt è stato Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo per sei anni, al momento è titolare della cattedra di diritti umani e politica dei diritti umani presso l’Università di Erlangen-Norimberga.

Il professore si è anche detto favorevole a una maggiore concentrazione sulla questione della libertà religiosa a livello politico. 
“Certo, puoi stabilire priorità diverse quando si tratta di libertà religiosa. Purtroppo, vi è solo una manciata di persone in politica che mostrano un forte impegno nei confronti della questione, al di là delle fazioni. Vorrei che ce ne fossero di più. Ma non si dovrebbe dividere l’impegno in politica di partito”.

Inoltre, Bielefeldt ha sottolineato di fare riferimento anche agli sviluppi positivi nella libertà religiosa mondiale. “È importante accennare di tanto in tanto agli sviluppi positivi per controbilanciare l’impressione che sia del tutto inutile occuparsi della questione della libertà religiosa. Il progresso è sicuramente possibile. Ma resta il fatto che, purtroppo, dobbiamo riconoscere l’esistenza di un grande deterioramento”.

[Foto: Hope TV. Fonte: Adventistischer Pressedienst-Apd]

 

 

 

 

 

 

 

Come la lotta per il controllo di Internet incide sulla libertà religiosa

Come la lotta per il controllo di Internet incide sulla libertà religiosa

Carlos Magalhaes – Viviamo in un mondo in cui le libertà religiosa e di espressione sono sotto costante attacco e repressione. In ambito digitale le cose non vanno diversamente. Degli oltre 4,5 miliardi di persone che hanno accesso a Internet: 
– il 76% vive in Paesi in cui le persone sono state detenute o incarcerate per aver pubblicato contenuti su questioni politiche, sociali o religiose; 
– il 69% vive in Paesi in cui le autorità hanno utilizzato i commentatori governativi per manipolare le discussioni online; 
– il 64% vive in Paesi in cui i contenuti politici, sociali o religiosi sono stati bloccati online; 
– Il 51% vive in Paesi in cui l’accesso alle piattaforme dei social media è stato temporaneamente o permanentemente limitato; 
– il 44% vive in Paesi in cui le autorità hanno disconnesso Internet o le reti mobili, di solito per motivi politici.[1]

La libertà religiosa sui social media è una questione abbastanza complessa e le prospettive sull’argomento possono variare. Esiste una dinamica di potere che, come un cavo a tre punte, genera tensione tra potere pubblico, potere privato e società civile.

In generale, il potere pubblico sostiene che le aziende tecnologiche non rispettano le normative sulla privacy degli utenti né le leggi del Paese, manipolano le informazioni e non collaborano con le autorità locali nelle indagini, ad esempio, sui crimini. 
Dal canto loro, le aziende tecnologiche replicano con l’accusa che i governi minacciano la democrazia volendo limitare e controllare ciò che circola su Internet, oltre a monitorare la vita dei cittadini, in particolare dei dissidenti politici. 
E dalla parte più fragile vi è l’utente di Internet e dei social network, la principale vittima di questa disputa di potere, a cui la nozione di realtà è manipolata, la privacy invasa e la libertà digitale monitorata o controllata.

Minaccia alla libertà religiosa sui social 
La libertà religiosa sui social media riguarda il diritto degli individui di esprimere e praticare la propria religione online senza discriminazioni o restrizioni ingiuste. I social network svolgono un ruolo significativo nella diffusione di informazioni e idee, consentendo alle persone di condividere le proprie convinzioni e connettersi virtualmente con gli altri.

La libertà religiosa sui social network è un’estensione della libertà di espressione garantita da molte Costituzioni e Dichiarazioni dei diritti umani in tutto il mondo. Nonostante ciò, sui social media sono emersi alcuni casi controversi che coinvolgono la libertà religiosa, come l’esclusione di contenuti religiosi ritenuti offensivi o la censura di opinioni religiose divergenti da parte di governi e aziende tecnologiche.

Big tech e libertà religiosa 
Le principali aziende tecnologiche, conosciute oggi come "Big tech", sono entità estremamente potenti, con la capacità di influenzare l’ecosistema dell’informazione digitale e controllare come le notizie, incluso il discorso religioso, raggiungono il pubblico. La maggior parte delle aziende tecnologiche rivendica il potere unilaterale di vietare i gruppi religiosi perché sposano opinioni protette dalla Costituzione ma non condivise dall’azienda.[2]

Ad esempio, alcune di queste società si riservano il diritto di espellere dalle loro piattaforme individui e organizzazioni che non supportano il matrimonio gay, si oppongono all’aborto, mettono in discussione il transgenderismo o sostengono qualsiasi altra convinzione culturalmente o politicamente obsoleta nella Silicon Valley. 
Al contrario, le aziende tecnologiche sostengono che le loro azioni sono motivate dalla necessità di mantenere modelli di comunità, prevenire la diffusione di disinformazione, proteggere gli utenti da contenuti dannosi e frenare l’incitamento all’odio, la discriminazione e l’estremismo, che possono anche influenzare negativamente le comunità religiose.

Governi e libertà di espressione 
Il potere delle aziende tecnologiche ha minacciato l’influenza dei governi sui propri cittadini. Un numero crescente di governi sta affermando la propria autorità sulle aziende tecnologiche, spesso costringendole a rispettare la censura e la sorveglianza online. Questi sviluppi contribuiscono a un attacco senza precedenti alla libertà di parola online, causando il declino della libertà globale di Internet per il dodicesimo anno consecutivo, secondo il rapporto Freedom on the Net 2022.[3]

Lo scenario globale è cambiato drasticamente nella direzione di un maggiore intervento del governo nella sfera digitale, evidenzia il rapporto. Dei 70 Paesi citati, 47 hanno intrapreso azioni legali o amministrative contro le società tecnologiche. Sebbene alcune di queste misure riflettano tentativi legittimi di mitigare i danni online, controllare l’uso improprio dei dati o reprimere le pratiche di mercato manipolative, molte nuove leggi hanno imposto una censura eccessivamente ampia. Le attività online degli utenti sono ora moderate e monitorate con una portata maggiore.

Il risultato è che nel 2022 più governi hanno fermato utenti per discorsi politici, sociali o religiosi non violenti. Le autorità hanno sospeso l’accesso a Internet in almeno 20 Paesi e 21 governi hanno bloccato l’accesso alle piattaforme dei social media, il più delle volte durante periodi di turbolenze politiche come proteste ed elezioni. Nel 2021, le autorità di almeno 45 Paesi sono sospettate di aver ottenuto spyware sofisticati o tecnologia di estrazione dati da fornitori privati.[4]

Man mano che la repressione digitale si intensifica e si diffonde, gli utenti non hanno fiducia nel fatto che le iniziative dei governi per regolamentare Internet porteranno a una maggiore protezione dei loro diritti.[5]

Impegno per la nostra missione 
Il profeta Daniele parla di un tempo di difficoltà per il popolo di Dio in cui molti saranno purificati e messi alla prova (Daniele 12:10). La scrittrice Ellen G. White afferma anche che “verrà il tempo in cui, poiché difendiamo la verità biblica, saremo accusati di tradimento" – Tesori delle Testimonianze, vol. 3, p. 45.

Non possiamo dire di aver raggiunto il culmine di quel tempo, ma è possibile notare che gli angeli di Apocalisse 7:1 sono intenti a trattenere i venti della contesa. Secondo Ellen G. White, "questo mette in risalto l’opera che dobbiamo fare ora, ossia chiedere a gran voce a Dio che gli angeli trattengano i quattro venti fino a quando i missionari non saranno mandati in tutto il mondo” – Last-Day Events, p. 109.

Le difficoltà e i limiti che emergono su Internet nel mondo segnalano un cambiamento nel campo della libertà religiosa. Ma invece di essere spaventati e scoraggiati, dobbiamo impegnarci di più, usando tutta la tecnologia a nostra disposizione per condividere il Vangelo con il numero maggiore di persone.

Note 
[1] A. Shahbaz, A. Funk, K. Vesteinsson, “Countering an Authoritarian Overhaul of the Internet” (Contrastare una revisione autoritaria di Internet), Freedom House, 2022. Disponibile su: https://freedomhouse.org/report/freedom-net/2022/countering-authoritarian-overhaul-internet. Consultato il 6 giugno 2023. 
[2] https://www.napalegalinstitute.org/post/how-big-tech-targets-faith-groups-for-censorship 
[3] A. Shahbaz, A. Funk, K. Vesteinsson, Op. cit. 
[4] https://freedomhouse.org/report/freedom-net/2021/global-drive-control-big-tech 
[5] Ivi.

(Carlos Magalhaes è esperto di strategie di evangelizzazione su Internet e direttore del marketing digitale della Chiesa avventista in Sudamerica) 
[Fonte: Notizie Avventiste sudamericana. Traduzione: L. Ferrara]

 

 

 

 

 

Proposta di legge Foti: l’attacco alle moschee

Proposta di legge Foti: l’attacco alle moschee


In data 17 marzo il deputato Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, ha presentato una proposta di legge scritta talmente male che non sembra voler essere approvata ma soltanto voler piantare la bandierina politica della discriminazione verso i musulmani (da La Luce "Proposta di legge Foti: l’attacco alle moschee e il silenzio delle organizzazioni islamiche" ). 

Claudio Coppini e Roberto vacca ne hanno parlato con Francesco Tieri, autore dell’articolo, già portavoce del Coordinamento Associazioni Islamiche del Lazio.

*Nella foto il deputato Tommaso Foti

Tendenze preoccupanti

Tendenze preoccupanti


«Assistiamo a un peggioramento di tendenze preoccupanti. I governi di molti Paesi continuano ad opprimere le minoranze religiose in diversi modi, inclusi tortura, pestaggi, sorveglianza illegale e reclusione nei cosiddetti campi di rieducazione. Non smettono, inoltre, di discriminare le persone in base alla fede in numerosi ambiti quali, per esempio, l’accesso a determinate professioni o l’obbligo di lavorare durante le festività religiose». Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha dipinto un panorama fosco della situazione della libertà religiosa nella presentazione al Congresso dell’ultimo rapporto elaborato dal dipartimento di Stato (da "Avvenire" del 16 maggio 2023).

Ne parliamo brevemente con il pastore Davide Romano, responsabile del dipartimento Affari pubblici e libertà religiosa dell’Unione italiana delle Chiese avventiste e direttore dell’Istituto di cultura biblica Villa Auora di Firenze (che comprende la Facoltà avventista di teologia). Nella seconda parte un cenno alla chiusura dell’anno accademico e l’opportunità dell’ "Open day" per una visita all’Istituto avventista Villa Aurora.

Un tavolo per progettare il futuro, in Ucraina e in Italia

Un tavolo per progettare il futuro, in Ucraina e in Italia


In questa intervista tratta dalla diretta RVS del 20 febbraio 2023, Claudio Coppini e Roberto Vacca commentano alcune notizie del giorno con il politologo Paolo Naso, giornalista, saggista, docente universitario, già coordinatore del progetto Mediterranean Hope della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI).

Tra i temi affrontati:Intervista a Zelensky "a testate unificate"; questa guerra sarà davvero corta? Corsa al riarmo e complicazione dello scacchiere internazionale; la situazione della libertà religiosa in Italia, un confronto pubblico promosso dal mensile Confronti che fa ben sperare.

 

312 milioni di cristiani minacciati dalle persecuzioni

312 milioni di cristiani minacciati dalle persecuzioni

Un cristiano su sette nel mondo. Pubblicata la Wwl 2023.

Notizie Avventiste – La nuova World Watch List (Wwl) di Porte Aperte presenta ancora una volta un quadro desolante della libertà religiosa nel mondo. Questa trentesima edizione esamina il periodo che va dal 1° ottobre 2021 al 30 settembre 2022 e mostra i primi 50 Paesi in cui i cristiani subiscono persecuzioni per la loro fede, oltre a creare consapevolezza sulle difficoltà che devono affrontare ogni giorno.

Più di 360 milioni di cristiani sperimentano alti livelli di persecuzione e discriminazione a motivo della loro fede (312 milioni se si considerano solo i Paesi della World Watch List in cui il livello di persecuzione è molto alto o estremo). Un aumento di 20 milioni rispetto a due anni fa. Almeno 5.621 cristiani sono stati uccisi a causa di ciò in cui credono, vale a dire l’80% in più rispetto a cinque anni fa (erano 3.066). La violenza contro i cristiani è aumentata in modo significativo, in particolare in Nigeria (sesto posto) e in altri Paesi dell’Africa sub-sahariana. Dalla Nigeria sono stati denunciati 4.726 rapimenti, nell’anno precedente erano stati colpiti almeno 2.510 cristiani. Secondo Porte Aperte, il crescente autoritarismo e il nazionalismo ideologico aggravano la persecuzione e la discriminazione.

Corea del Nord prima in classifica 
La Corea del Nord torna al primo posto tra i Paesi con la più intensa persecuzione dei cristiani. Dopo che i talebani avevano ucciso numerosi cristiani e costretto migliaia di persone a fuggire nell’agosto 2021, l’Afghanistan aveva conquistato per la prima volta la testa della classifica nella Wwl del 2022. La situazione dei cristiani nel Paese rimane estremamente a rischio. Nella lista 2023, non potendo avere sempre una chiara prova della persecuzione a causa della fede, il numero di atti di violenza documentati è rimasto basso e l’Afghanistan è attualmente sceso al nono posto. Ma la persecuzione nel Paese rimane a un livello estremo.

La Corea del Nord (tornata la numero 1) tocca il minimo storico di 98 punti. 
“In Corea del Nord, possedere una Bibbia significa rischiare la pena di morte o finire in un campo di prigionia” affermano da Porte Aperte. La nuova “Legge sul pensiero reazionario” criminalizza qualsiasi materiale di origine straniera pubblicato nel Paese, tra cui la Scrittura. Sono state scoperte più chiese domestiche e arrestati più cristiani. Si stima che ci siano 400.000 cristiani in Corea del Nord, che corrono un rischio enorme a causa della loro fede.

Somalia, Yemen, Eritrea, Libia, Nigeria, Pakistan, Iran, Afghanistan e Sudan seguono dal 2° al 10° posto.

La Cina all’avanguardia nella sorveglianza elettronica 
Molti Paesi hanno intrapreso un pericoloso mix di forza, nazionalismo e uso della tecnologia per controllare i propri cittadini. La Cina è leader nell’uso e nell’esportazione di tecnologia di sorveglianza. Nel Paese sono state approvate leggi che introducono nuove regole sull’uso di Internet. Solo le chiese e le Ong autorizzate, e quindi conformi al sistema, possono distribuire contenuti religiosi sul web. I servizi di culto da remoto, sempre più frequenti dopo la pandemia, spesso non sono più consentiti, così come l’offerta online di materiale didattico cristiano, ed è diventato impossibile acquistare copie della Bibbia su Internet o scaricare app bibliche. I trasgressori verrebbero puniti con lunghe pene detentive. La Cina è nuovamente il Paese in cui la maggior parte delle chiese e delle istituzioni religiose sono state distrutte o chiuse. Molti cristiani si riuniscono in piccoli gruppi per evitare la sorveglianza. A livello internazionale, la Cina spinge per una ridefinizione dei diritti umani, dove lo sviluppo economico e la sicurezza diventano più importanti dei diritti classici come la libertà di pensiero o di espressione.

La violenza sub-sahariana raggiunge nuove vette 
La persecuzione dei cristiani nell’Africa subsahariana è in aumento. In Nigeria, gli omicidi per motivi religiosi sono passati da 4.650 lo scorso anno a 5.014, con uno sbalorditivo 89% del totale internazionale. Con il Paese che crolla sotto la violenza islamista, i cristiani sono particolarmente vulnerabili. Ma quanto accade in Nigeria non è eccezionale, poiché la violenza jihadista diventa sempre più comune in tutta l’Africa subsahariana, con 26 Paesi della regione che registrano livelli di persecuzione molto significativi. I gruppi jihadisti uccidono, mutilano, stuprano, rapiscono per ottenere un riscatto e costringono le donne alla schiavitù sessuale, e molte sono costrette a fuggire.

Agnes, una ragazza che è stata rapita l’anno scorso da Boko Haram (un gruppo militante), ha raccontato la sua esperienza straziante: “Stavamo lavorando in un campo in una fattoria quando siamo stati sorpresi da uomini armati. Hanno rapito tre di noi… e ne hanno uccise due. Sono l’unica che è sopravvissuta”. A causa della violenza e dell’instabilità nella regione, altre centinaia di migliaia di persone sono state costrette a scappare dalle loro case e diventare profughi.

L’autoritarismo anche in altri Paesi 
In India (undicesimo posto), le leggi anti-conversione in undici stati prevedono che i cristiani siano soggetti ad arresti arbitrari, con possibilità di reclusione fino a dieci anni. È prevista anche una legge nazionale. Nell’attuale periodo di riferimento, più di 1.700 cristiani sono stati detenuti senza processo, spesso nel contesto di attacchi contro migliaia di cristiani da parte di estremisti indù. Tuttavia, la maggior parte di questi ultimi non è stata punita.

Il crescente autoritarismo dei governi in alcuni Paesi latinoamericani – unito a un atteggiamento sempre più ostile nei confronti delle chiese e della fede cristiana – porta per la prima volta il Nicaragua (al n. 50) nella World Watch List. Ma la situazione dei cristiani è notevolmente peggiorata anche in Colombia (n. 22), Messico (n. 38) e Cuba (n. 27). I dirigenti delle chiese sono stati messi sotto pressione e arrestati, la sorveglianza è stata intensificata, le registrazioni e i permessi negati, gli edifici confiscati.

Un barometro dei diritti umani 
“Gli attacchi ai cristiani sono un barometro dei diritti umani” ha affermato Ine Eriksen Søreide, ex ministro degli Esteri norvegese, dopo aver appreso dei risultati della Wwl.
"Il quadro presentato dal rapporto è un presagio di ciò che potrebbe avvenire per altri diritti" ha aggiunto esprimendo preoccupazione per il modo in cui la tecnologia moderna viene utilizzata per la sorveglianza.

Alcune buone notizie 
Non tutto va per il verso sbagliato. Ci sono tre cambiamenti positivi: in primo luogo, la violenza in Afghanistan sembra diminuita e il Paese è sceso in classifica; in secondo luogo, l’Egitto mostra un calo della violenza contro i cristiani; e in terzo luogo, alcuni Stati del Golfo hanno assunto una posizione diversa rispetto a prima nei confronti dei lavoratori migranti cristiani. Resta da vedere se le migliori condizioni in Qatar nel 2022 siano state un caso o una tendenza duratura.

[Fonte: Porte Aperte, Apd e tedNews]

 

 

 

 

 

 

Pin It on Pinterest