“Voler costruire muri e non fare ponti non e’ cristiano. Questo non e’ nel Vangelo”. Bergoglio ha risposto cosi’ a un giornalista, con ancora negli occhi le immagini delle sofferenze dei migranti ispanici presenti alla messa al confine tra Messico e Stati Uniti, celebrata dal Papa a pochi metri dalla rete che divide i due Stati. Trump aveva proposto di sostituire quella rete costruendo al suo posto 2500 metri di un muro che risulti piu’ invalicabile (da repubblica.it, articolo di Marco Ansaldo del 18 febbraio 2016). Successivamente il Papa ha precisato che se Trump ha detto le cose che gli sono attribuite sul problema dell’immigrazione, allora non è un cristiano. Il politico americano che sta correndo per la candidatura repubblica alla presidenza USA ha ribattuto che il Papa non puo’ assegnare patenti di fede, e che in realta’ e’ stato manipolato dal governo messicano. Tuttavia poche ore dopo ha ammorbidito i toni dicendo che Bergoglio “e’ un tipo meraviglioso”. Su questa questione, e sul tema piu’ generale e delicatissimo del confine tra denuncia evangelica, da una parte, e ingerenza ecclesiale dall’altra, abbiamo intervistato il teologo valdese Fulvio Ferrario, decano della Facolta’ valdese di teologia di Roma

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