Porte Aperte evidenzia uno scenario fatto di violenza sessuale e matrimonio coatto che rende le donne cristiane invisibili e isolate.

HopeMedia Italia – Le donne e le ragazze cristiane perseguitate nel mondo non subiscono solo violenza fisica, come avviene con gli uomini, sono anche vittime di violenza sessuale e matrimoni coatti. In ogni regione del mondo, spiega il Rapporto 2020 sulla persecuzione religiosa di genere, pubblicato da Porte Aperte il 24 febbraio, tale tipo di violenza continua ad essere il mezzo più diffuso per esercitare potere e controllo sulle donne e le ragazze cristiane, nonché uno strumento di punizione. Spesso la violenza sessuale è esterna al matrimonio, ma talvolta una donna, o una ragazza, è costretta a sposare il violentatore stesso. Inoltre, è utilizzata intenzionalmente per disonorare la donna cristiana e, di conseguenza, la sua famiglia e la comunità.

“Da anni ci siamo resi conto, nel nostro lavoro sul campo, che le donne hanno quella che noi definiamo una sorta di doppia vulnerabilità in contesti di persecuzione” spiega Cristian Nani, Responsabile di Porte Apere Italia, ai microfoni di Radio Voce della Speranza.

“Nei 50 Paesi riportati dalla World Watch List 2020 le donne vivono già una situazione di difficoltà per quanto riguarda i diritti fondamentali, sono oggetto di abusi, e questo avviene già di per sé, per il fatto di essere donna” continua Nani “Essere parte di una minoranza cristiana comporta una doppia vulnerabilità che denunciamo da qualche anno e che ora, con questo report, intendiamo fare con dati alla mano anche in consessi come le Nazioni Unite o il Parlamento europeo”.

Secondo i dati raccolti dalla ricerca, i principali aspetti della pressione di genere sperimentati dai cristiani a causa della propria fede sono, per gli uomini, violenza fisica, molestie economiche e detenzione inflitta dal governo; per le donne, violenza sessuale, matrimonio coatto e violenza fisica.

Uomini e donne sono presi di mira secondo i ruoli socio-culturali che si prevede abbiano nelle sfere pubblica e privata. Lo status e il ruolo di uomini e donne nella società determina quali “attori” possono esercitare pressione sui cristiani per indurli a rinnegare la propria fede o per punire la scelta di una fede non comune, evidenzia la ricerca.

“Il rapporto di quest’anno” afferma Helene Fisher, specialista della persecuzione di genere globale di Porte Aperte “rivela l’impatto di tutta una vita della persecuzione sofferta dalle donne e dalle ragazze a causa della propria fede. Quando sessualmente aggredite, le donne e le ragazze sopportano abusi fisici e psicologici indicibili, talvolta intrappolate anche in ‘matrimoni’ forzati. Se riescono a sottrarsi all’orrore di un matrimonio forzato, saranno comunque colpite per il resto della vita da uno stigma devastante e dal rifiuto. Questa vergogna ha lo scopo di costringere queste donne a vivere senza un futuro. Purtroppo, il rifiuto esiste anche nelle comunità cristiane, causato dalla vergogna e dalla mancanza di conoscenza. L’assenza di futuro per loro significa anche che non potranno fare parte di una futura famiglia all’interno della loro comunità religiosa”.

I cristiani possono comunque svolgere un ruolo importante, ribadisce il rapporto, per guarire queste persone nelle circostanze più difficili. Alcuni programmi insegnano ai responsabili e ai membri in che modo restaurare donne e comunità dopo queste tragedie. Per gli uomini e per le donne, è fondamentale rimanere una comunità cristiana solida al fine di affrontare la persecuzione.

Porte Aperte è un’organizzazione globale a scopo benefico, che lavora per sostenere i cristiani perseguitati nel mondo con risorse pratiche e conforto spirituale.

Ascolta l’intervista a Cristian Nani.

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