In occasione della Spuc, cattolici e protestanti italiani firmano un comunicato congiunto di solidarietà verso i migranti.

Notizie Avventiste – Nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (Spuc), cattolici ed evangelici italiani hanno lanciato insieme l’appello “Restiamo umani”, affinché si continui a vivere uno spirito di umanità e di solidarietà nei confronti dei migranti.

“Nell’occasione in cui celebriamo il dono dell’unità e della fraternità fra i cristiani” si legge nel documento congiunto “desideriamo spiegare a tutti che per noi aiutare chi ha bisogno non è un gesto buonista, di ingenuo altruismo o, peggio ancora, di convenienza: è l’essenza stessa della nostra fede. Ci addolora e ci sconcerta la superficiale e ripetitiva retorica con la quale ormai da mesi si affronta il tema delle migrazioni globali, perdendo di vista che dietro i flussi, gli sbarchi e le statistiche ci sono uomini, donne e bambini ai quali sono negati fondamentali diritti umani”.

“Additarli come una minaccia al nostro benessere” continua “definirli come potenziali criminali o approfittatori della nostra accoglienza tradisce la storia degli immigrati – anche italiani – che invece hanno contribuito alla crescita economica, sociale e culturale di tanti paesi.  Da qui il nostro appello perché – nello scontro politico – non si perda il senso del rispetto che si deve alle persone e alle loro storie di sofferenza”.

Firmato da Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese; Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio; Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia; e mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, l’appello chiede all’Europa di ampliare i corridoi umanitari, iniziativa questa partita proprio dall’Italia alcuni anni fa, e di garantire i salvataggi in mare.

“Occorre garantire il soccorso in mare” afferma il comunicato “non può ridursi a una politica di respingimenti o di semplici chiusure. I migranti non possono essere vittime tre volte: delle persecuzioni, di chi li detiene in campi che – come varie volte attestato dall’Onu – non tutelano i diritti umani essenziali e di chi li respinge in quegli stessi campi e in quelle umiliazioni. Per noi cristiani, come per ogni essere umano, omettere il soccorso a chi giace sulla strada o rischia di annegare è un comportamento di cui si può solo provare vergogna. Per questo chiediamo un potenziamento delle attuali attività di soccorso, rese dai mezzi militari, dalla Guardia Costiera e dalle Ong, nel rispetto delle norme del mare e del diritto umanitario”.

 

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