L’onorevole Ceresani, Satana e gli avventisti
22 Gennaio 2019

 

Luigi Caratelli – Hanno fatto molto scalpore le dichiarazioni pubbliche dell’onorevole Cristiano Ceresani, Capo di Gabinetto del Ministro per la famiglia e le disabilità dell’attuale governo, quando ha dichiarato l’esistenza di Satana e la sua responsabilità negli eventi catastrofici nell’ecosistema. In realtà, come gli ho scritto quando l’ho contattato, la teoria è abbastanza scontata in casa evangelica; soprattutto nell’avventismo. Ellen G. White, circa 200 anni prima, aveva scritto cose simili (c’è anche da aggiungere che molte altre cose dette dall’uomo politico non trovano assonanza con le nostre vedute teologiche).

Ovviamente, sia Ceresani sia E. G. White sono concordi nel riconoscere l’azione distruttiva dell’uomo sulla natura; senza che sorga necessità di chiamare in causa l’avversario di Dio. Purtuttavia, Satana sarà l’agente principale quando, alla fine dei tempi, si succederanno disastri di ogni genere. Ellen G. White lo spiega così: «Prima che il Figlio dell’uomo appaia… la natura sarà sconvolta».1 E ancora: «Satana si serve anche degli elementi… Egli ha studiato i segreti dei laboratori della natura… è già all’opera, provocando incidenti e disastri sulla terra e sul mare: incendi, uragani, tempeste, grandinate, inondazioni, cicloni, maremoti e terremoti in ogni luogo e sotto mille forme… Distrugge le messi quasi mature e provoca carestia e distretta; inquina l’atmosfera, e migliaia di persone sono vittime di epidemie. E queste calamità saranno sempre più frequenti e disastrose».2

La scrittrice conclude affermando che l’avversario fa tutto questo perché poi gli uomini attribuiscano la colpa a Dio e lo bestemmino.

Insomma, non è che la terra «si ricordi» che Cristo sta tornando, ma è Satana che colpirà il creato come un «leone ruggente»,3 «sapendo di non avere che breve tempo».4 E comunque stiano le cose, agli avventisti interessa soltanto non farsi coinvolgere in indagini e terrori immotivati, ma lasciarsi avvolgere dalla consolante promessa di Gesù che, anche in quei momenti finali della storia, chi ci sarà può felicemente «rialzare il capo», perché la sua «redenzione è vicina».5

Un posto per l’avversario
Nelle dichiarazioni di Ceresani è implicita anche la certezza dell’esistenza stessa di Satana. E qui, dobbiamo dirlo: non tutti gli avventisti, anche se teologi, sono disposti ad ammetterne l’esistenza; quantomeno non ne vogliono parlare, ritenendo l’argomento niente più che un incidente di percorso nelle luminose pagine del vangelo.

Concordo sul fatto che nelle conversazioni tra credenti deve risaltare più il nome di Gesù, che quello dell’avversario: non solo sarebbe evangelico, ma anche terapeutico; avremmo più cristiani liberi e gioiosi, invece che morbosamente ossessionati dagli aspetti del male. O intimoriti da esso. Risulta però indubbio che, come scrive Ellen G. White: «Molti cristiani, e perfino dei ministri del Vangelo, sembrano ignorare l’esistenza di Satana. Solo raramente lo menzionano dal pulpito; trascurano l’evidenza della sua costante attività, della sua scaltrezza e del suo successo».6

Il problema è evidenziato con arguzia e sarcasmo dal filosofo polacco Leszek Kolakowsky. Nel suo agile volume Conversazioni con il diavolo, lo scrittore immagina una conferenza stampa tenuta da Satana nella città di Varsavia; conferenza che ha lo scopo di farsi pubblicità presso i contemporanei. E Satana esordisce: «Naturalmente io so che voi non mi credete più… Ciò che importa è che la mia opera di distruzione continui. Tuttavia l’incredulità sembra partire proprio da me. Sembra più facile scartare il demonio, poi si passa agli angeli, poi alla Trinità e infine a Dio… A volte entro nelle chiese e ascolto le prediche, capita proprio raramente che un predicatore si ricordi di parlare di me dal pulpito».7 Poi, il demonio si rivolge direttamente ai teologi, che così apostrofa: «Perché mi ignorate signori?… avete paura di essere presi in giro dagli scettici, di essere messi in ridicolo negli spettacoli del sabato sera? Voi avete paura di una cosa sola, di essere ritenuti sorpassati, di essere tacciati di medio-evo, di ricevere l’infame accusa di essere non-moderni… non scientifici… non industrializzati… Nella vana speranza di riuscire a stare al passo con gli scettici, con i vostri compiacenti compromessi e diplomazie… È sintomatico e strano il fatto che il mio nome risuoni solo occasionalmente e solo sulla bocca degli atei. Essi lo ricordano senza alcun imbarazzo… E voi vi chiamate cristiani? Cristiani senza il diavolo?».8

Un altro nome importante nell’ambito della letteratura cristiana è quello di Andrè Frossard; anch’egli, nel suo libro 35 prove che il diavolo esiste, ipotizza un intervento del demonio negli affari degli uomini, facendogli scrivere delle lettere che indirizza a un generico redattore. In una di queste lettere, Satana recrimina alcune peculiarità di cui si sente privato: «Caro signore» egli scrive «rappresentarmi con le corna, i piedi forcuti e una coda bifida o a tridente è un’indegnità, un errore e una menzogna. Tutte queste elucubrazioni mi hanno causato notevole pregiudizio. Esse tendevano a dimostrare che il Male, di cui io sono considerato l’indiscussa personificazione, porta all’animalità e genera mostri. Ora, è stabilito dai vostri migliori teologi, che io in realtà sono il più bello degli angeli… Come potrei essere in grado di sedurre, se fossi quel ridicolo animale con artigli?».9

Anche lo scrittore Clive Staples Lewis, famoso per aver scritto l’opera Le cronache di Narnia, in un suo libricino, pure in questo caso usando l’espediente epistolare, fa parlare il demonio, avendo cura di avvertire che: «Vi sono due errori, uguali e opposti, nei quali la nostra razza può cadere nei riguardi dei Diavoli. Uno è di non credere alla loro esistenza. L’altro, di credervi, e di sentire per essi un interesse eccessivo e non sano. I Diavoli sono contenti d’ambedue gli errori e salutano con la stessa gioia il materialista e il mago».10

D’altronde, Baudelaire ha scritto che: «La più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste».

Un essere sconfitto
Per una «sana demonologia» bisognerebbe riflettere spesso sulle seguenti dichiarazioni: «Quando i credenti umilmente invocano (Dio) per aiutarli, il più debole di essi appoggiandosi saldamente su Cristo, può respingere efficacemente il Maligno e le sue schiere».11 «Satana attaccò Cristo… ma fu sempre respinto. Quelle battaglie furono combattute in nostro favore, quelle vittorie ci consentono di vincere a nostra volta. Cristo darà forza a tutti coloro che la cercano. Nessuno può essere sopraffatto da Satana senza il suo consenso, perché il tentatore non ha il potere di dominare la volontà e costringere l’anima a peccare: egli può angosciarla, ma non può contaminarla».12

I cristiani non hanno certo bisogno di fare pubblicità a Satana, ma è «terapeutico» sapere che egli esiste, e che è un essere sconfitto; dal quale siamo protetti dalla potenza e dall’amore di Dio.

 

Note

1 The Seventh-day Adventist Bible Commentary, vol. 7, p. 946.
2 E.G. White, La grande speranza, Ed. Adv, Firenze, 2012, p. 504.
3 1 Pietro 5:8.
4 Apocalisse 12:12, versione Riveduta.
5 Luca 21:28.
6 E.G. White, Il gran conflitto, Ed. Adv, Firenze, p. 370; vedi anche La grande speranza, 2012, p. 435.
7 L. Kolakowsky, La chiave del cielo. Conversazioni con il diavolo, Gdt n.138, Queriniana, 1982, p. 173.
8 Ivi, p.174.
9 A. Frossard, 35 prove che il diavolo esiste, Sei, Torino, 1978, pp. 13, 14.
10 C.S. Lewis, Le lettere di Berlicche, Mondadori, Cles, 1998, p. 3.
11 E.G. White, I tesori delle testimonianze, Ed. Adv, Falciani, vol. 1, p. 79.
12 Idem, La grande speranza, Ed. Adv, Firenze, 2012, p. 437.

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