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Amnesty International ha diffuso un rapporto di ben 107 pagine sulle violazioni dei diritti umani durante il conflitto libico, intitolato “La battaglia per la Libia: uccisioni, sparizioni e torture”. Nel rapporto, Amnesty denuncia che durante il conflitto le forze pro-Gheddafi hanno commesso crimini di diritto internazionale su vasta scala, ma accusa anche le forze leali al Consiglio nazionale di transizione (Cnt) di violazioni dei diritti umani che in alcuni casi si configurano come crimini di guerra. In che modo e in quale periodo sono stati raccolti i dati rilevati dal Rapporto? Quali sono i pericoli che si potrebbero profilare per la Libia sulla base di quanto descritto nel Rapporto? Da una parte la NATO dichiara come motivo della propria missione in Libia quello di proteggere la popolazione; per contro, invece, i paesi dell’Europa Unita che pure partecipano alla missione NATO, non hanno adottato tutte le misure necessarie per garantire ai civili in fuga dalla Libia di mettersi in salvo. Anzi conosciamo bene cosa accade a livello logistico e anche legislativo. Non è un paradosso, questo? Cosa chiede Amnesty alle autorità libiche e alle autorità europee? Mario Calvagno e Carmen Zammataro, redattori di RVS, intervistano Riccardo Noury, portavoce della Sezione Italiana di Amnesty International.