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Il 2023 che si è concluso da qualche giorno ci ha lasciati l’amaro in bocca più volte. Le storie di cronaca, le minacce ambientali, i conflitti in più parti del mondo. Lo scorso anno ha inanellato una serie di eventi che hanno scosso le fondamenta dell’umanità. È allarmante il ritmo con cui le persone hanno perso la vita in ogni parte del mondo per conflitti o per violenza. (…) Nell’anno che si è concluso il 31 dicembre scorso però abbiamo assistito a una significativa riduzione della mortalità infantile su scala globale. È stato, infatti, raggiunto il minimo storico del 3,6% di neonati deceduti entro i primi cinque anni di vita. Sebbene ciò rappresenti uno dei problemi più importanti del nostro tempo e significhi ancora la perdita di circa 4,9 milioni di vite, questo dato si è ridotto di un milione rispetto al 2016.
Se diamo uno sguardo al tema della povertà estrema che interessa la popolazione mondiale, anche in questo caso lo scorso anno è stato raggiunto il minimo storico. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite ne è stato interessato poco più dell’8% della popolazione mondiale. I dati raccontano che ogni giorno emergono dalla morsa della povertà circa 100mila persone (editoriale di Assunta Corbo su news48.it dal titolo "2023: un bilancio onesto per guardare avanti").
Claudio Coppini e Roberto Vacca ne hanno parlato con Michela Trada, vide-direttrice di news48.it . Come mai la comunicazione mediatica non dà spazio alle notizie positive anche quando queste dovrebbero imporsi per la loro oggettiva rilevanza?
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