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Sammy Basso, il biologo, attivista e scrittore vicentino affetto da progeria di Hutchinson-Gilford, rara malattia genetica che causa invecchiamento precoce, è morto a 28 anni. Avrebbe avuto un malore nella serata di sabato 5 ottobre mentre si trovava in un ristorante, dopo essere rientrato pochi giorni fa da un viaggio in Cina. Basso era diventato uno dei volti simbolo della rarissima malattia (conosciuta al grande pubblico anche come la malattia dei “bambini vecchi”) a livello internazionale, essendo fino ad ora la persona più longeva al mondo a convivere con essa, che gli è stata diagnosticata all’età di due anni. Per tanti, malati e non, è stato un grandissimo esempio di coraggio e gioia di vivere: nelle apparizioni pubbliche non perdeva mai occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica, senza mai arrendersi a un destino che lo aveva reso “vecchio” prima di essere giovane, ma solo nell’aspetto e nel corpo, mentre la sua mente e la sua forza d’animo non si erano mai spente.
Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno intervistato sulla vicenda di Sammy e sulla lezione di vita che ci lascia, il pastore avventista Saverio Scuccimarri, decano della Facoltà avventista di teologia di Firenze.