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La violenza lascia ‘cicatrici’ sul Dna delle donne che la subiscono, e capire fino a che punto queste modifiche si estendano all’interno del genoma delle vittime, e quanto durano i loro effetti nel tempo potrebbe essere la chiave per mettere in atto una prevenzione ‘di precisione’. A questo scopo è partita la seconda fase del progetto epi_we (Epigenetics for Women) che chiede la collaborazione di tutte le donne.
Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano la dott.ssa Simona Gaudi, Ricercatrice Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento Ambiente e Salute, Reparto Ecosistemi e Salute, coordinatrice epi_we.
Maggiori info su: www.iss.it