Vincenzo Annunziata – Il 14 dicembre, la chiesa avventista di Napoli ha festeggiato il suo compleanno. Quanti anni? 140. Nessuno di noi riusciva a crederci. Sapevamo che nel lontano 1877 il dott. Herbert Panmere Ribton, medico irlandese, era venuto a Napoli per motivi familiari e qui era stato battezzato, ma niente di più. Ben altre erano state le chiese riconosciute come le prime ad essere costituite in Italia, e Napoli non rientrava tra queste. Ma, consultando alcuni documenti, abbiamo scoperto che già al tempo del dott. Ribton, nella città partenopea vi era un gruppo di venti persone che avevano conosciuto il messaggio avventista e nel 1884 venne costituita la chiesa a Napoli, con dieci membri iscritti.
Questa notizia ci ha spinto quindi a celebrare quest’anno, all’interno delle celebrazioni per i 160 anni di avventismo in Italia, il 140° anniversario della costituzione della prima chiesa in Italia, proprio a Napoli.
Ed era questo lo spirito che sabato scorso si respirava nella nostra comunità di via Tommaso Campanella 10. La mattina abbiamo avuto modo di ascoltare i ricordi del cuore di alcuni pastori che hanno guidato la comunità in passato, come Daniele Pispisa, Lidia La Montanara, Gioacchino Caruso, e di membri delle chiese che sono venuti a condividere con noi questo traguardo, come Gaeta, Cellole, Pompei, Avellino e delle comunità ucraina e ghanese.
Siamo stati poi colpiti dal racconto della storia del dott. Ribton, fatta dal past. Daniele Benini. Abbiamo così conosciuto una persona il cui impegno prioritario era quello di portare molte persone nel regno del nostro Maestro, Gesù. Le giornate di Ribton erano ricolme di studi biblici, approfondimenti delle Scritture, corrispondenza per motivare, stimolare, incoraggiare le comunità e i gruppi nascenti in Italia e oltre; ma anche di traduzioni, dall’inglese all’italiano, di opuscoli su argomenti come il sabato, il secondo avvento, la legge, per diffonderli a quanti erano assetati di approfondire queste verità bibliche.
La mattinata si è conclusa con un messaggio del past. Andrei Cretu, presidente dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno.
Nel pomeriggio. abbiamo avuto occasione di ascoltare dal vivo gli auguri dei pastori presenti e di quelli arrivati tramite video, come Nino Plano, Letizia Testa, Giuseppe Cupertino, Davide Abiusi, Claudio Calà. Graditi anche gli interventi dei rappresentanti delle comunità evangeliche presenti nella città e della Municipalità a cui apparteniamo.
Momento centrale del programma pomeridiano è stata la narrazione, a cura di Anna Cupertino, della storia dei 140 anni della chiesa avventista di Napoli, che sin dai suoi inizi ha avuto un ruolo centrale nella denominazione a livello nazionale e nella Missione Meridionale, attraversando ben tre secoli (‘800, ‘900, ‘2000), con tutti gli eventi storici e sociali che li hanno caratterizzati.
Cosa possiamo imparare dalla nostra storia? Nel ricostruirla, ci sentiamo debitori verso quei fratelli nella fede che in tempi lontani hanno lavorato per il Signore con entusiasmo e dedizione; sono caduti e si sono rialzati. Abbiamo scoperto la storia di uomini e donne che non hanno avuto paura di nulla pur di parlare di Gesù, come il dott. Ribton e la sua famiglia; di fratelli e sorelle nella fede che hanno deciso di seguire Cristo e cambiare credo in tempi in cui questo voleva dire essere discriminati, additati, criticati da familiari e amici.
Oggi, guardandoci intorno, ci rendiamo conto di non essere solo la chiesa italiana, ma una chiesa internazionale, dove a volte la lingua può dividerci, la cultura può essere diversa, ma siamo tutti fratelli e sorelle, figli dello stesso Dio, e lavoriamo insieme per la gloria del Signore.
Dal dott. Ribton a oggi, sono passati 140 anni e noi riceviamo un’eredità grande e importante: quella di continuare a camminare sulla strada iniziata da loro, con lo stesso entusiasmo, la stessa costanza e fede. Un percorso che, giorno dopo giorno, ci porterà a incontrare Dio e a vivere con lui per l’eternità.
[Foto: HopeMedia Italia]