Solo 10 minuti al giorno
8 Aprile 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Solo 10 minuti al giorno
8 Aprile 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Comprendere le varie tipologie di povertà. Riconoscersi come “dono” gli uni per gli altri. Ne parla la progettista dell’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso nel nostro Paese.

Elisa Gravante – Da diversi anni, ADRA  Italia è impegnata in azioni di contrasto alla povertà. Per poter contrastare un fenomeno in maniera efficace e puntuale bisogna prima conoscerlo. Ma possiamo dichiarare di comprendere e conoscere le mille sfaccettature legate al termine povertà? Credo proprio di no. Sarebbe presuntuoso da parte nostra e irrispettoso nei confronti di chi vive in prima persona questo stato di fragilità.

Potremmo cominciare con il dire che il termine povertà include tutte quelle situazioni in cui è presente una carenza. La mancanza di qualcosa crea uno stato di vulnerabilità e di instabilità, parole che fanno rima con povertà, ovviamente non solo quella di tipo economico.
Nel contesto attuale che cerca di simulare stabilità economica per pochi, affermazione tecnologica per tutti, in una platea che applaude l’espressione dei poteri forti, del sopruso di un popolo sull’altro per un pezzo di terra, è sempre più frequente la generazione di povertà. Povertà di tutte le tipologie.
Povertà intellettuale, culturale e di pensiero libero. Povertà di territori che vengono depauperati delle loro ricchezze materiali, storiche e culturali. Di queste, appena citate, la povertà di tipo economico è sempre la tragica meta d’arrivo conseguenziale alle altre.

Le popolazioni subiscono scelte strategiche politiche, di guerra da un lato e di innovazione dall’altro, da questo desiderio di spinta verso il futuro che non pone all’apice degli interessi la salvaguardia economica ed egualitaria delle masse.
Per ultime, ma non meno importanti, troviamo le povertà d’amore e di relazione che emarginano, escludono e fanno sentire tutti un po’ più soli.

Povertà, un termine che racchiude un mondo di significati complessi e trasversali. Se solo per un attimo, anzi meglio, per 10 minuti al giorno, per un mese, come suggeriva il romanzo di Chiara Gamberale “10 minuti”, potessimo dedicarci a fare qualcosa di completamente nuovo, mai provato prima, sono convinta che potremmo stravolgere il pianeta. Se solo prendessimo consapevolezza della ricchezza che risiede nell’animo umano!
Viviamo in una terra ricca di risorse, siamo capaci di provare emozioni positive e straordinarie nei riguardi dei nostri simili, nei riguardi del creato intero, siamo un potenziale di amore che cammina, eppure ci ritroviamo a schivare l’odio.

A questo punto è indispensabile citare una delle celebri frasi del vangelo espressa da Gesù: “Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.

Se solo per 10 minuti al giorno provassimo a pensare alla capacità generativa di ricchezza di cui ogni singolo individuo dispone, cambieremmo il nostro approccio alla povertà. Siamo stati creati per vivere nell’abbondanza, ma ci ritroviamo a fare i conti con le povertà.

Basterebbe a volte una telefonata, una visita per contrastare la povertà relazionale. Basterebbe perdonare per contrastare la povertà d’amore. Basterebbe cantare inni di pace nel cuore per ridurre i conflitti nelle case, che poi si estendono per il globo. Basterebbe pensare di essere dono gli uni per gli altri per ridurre la povertà in senso lato.

ADRA si impegna con azioni puntuali e metodiche nei confronti della vulnerabilità economica di circa 3.100 famiglie in Italia. Queste azioni servono da promemoria, non soltanto per la consegna dei doni, fondamentali per chi li riceve, ma principalmente sono un invito alla consapevolezza di riconoscersi come “dono” gli uni per gli altri.

[Immagini e fonte: adraitalia.org/]

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