Bambini e ragazzi hanno vissuto la simulazione dell’emergenza dopo un terremoto e visto come funziona la macchina dei soccorsi. Hanno preparato gli aiuti umanitari per la popolazione. Momento clou: l’arrivo di un elicottero dell’Aeronautica Militare attrezzato per la ricerca e il salvataggio.
Alessandro Volante – L’Aisa del distretto di Roma (delle chiese avventiste Appia, Lungotevere, filippina, latino-americana, romena, e di Latina e Rieti) ha organizzato il progetto “Rescue Scout Camp” (Rsc), in collaborazione con l’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra) e il Gruppo comunale di Protezione civile di Collevecchio (RI). Oltre 150 scout hanno partecipato al campo svolto a Poggio Sommavilla (RI) dal 17 al 19 maggio. Scopo dell’iniziativa è stato quello di permettere agli scout (bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni) di conoscere alcune delle associazioni che per statuto sono al servizio del prossimo e di farlo in un contesto di campeggio, quindi a diretto contatto con la natura. Durante l’evento, è stato dato il giusto peso all’aspetto spirituale, con vari momenti di condivisione e testimonianza guidati dal past. Luca Faedda.
Grazie all’entusiasmo dei volontari di Collevecchio, sono stati coinvolti nel progetto diversi gruppi di Protezione civile della Sabina, la Scuola di formazione operativa dei vigili del fuoco, l’associazione Save the Children e i carabinieri-forestale del nucleo di Montebuono (RI).
Altra notevole partecipazione è stata quella dell’Aeronautica Militare che ha effettuato una dimostrazione di ricerca e salvataggio (Sar) con un elicottero HH-139B del 85° Centro Sar di Pratica di Mare.
Come un grande gioco di ruolo
L’attività, avviata già nel mese di aprile, è stata impostata come un grande gioco di ruolo in cui gli scout, attraverso alcuni finti telegiornali, realizzati professionalmente da HopeMedia Italia assieme ai partner del progetto, sono stati informati di un forte terremoto nel territorio sabino e sono stati chiamati ad aiutare i soccorritori. Le istruzioni finali per raggiungere il campo sono state “diramate” tramite un finto radiogiornale che ha fornito gli orari dei treni utili per raggiungere “l’area sicura” in cui allestire il campo degli scout.
In una serie di incontri presso la chiesa avventista di Roma Lungotevere, i rappresentanti della Protezione civile e dei vigili del fuoco, dopo la visione dei telegiornali, hanno raccontato agli scout il contributo delle proprie organizzazioni alla gestione di un’emergenza sismica. Il progetto è culminato con il campeggio in cui gli scout hanno potuto sperimentare cosa significa intervenire in una situazione di emergenza.
Scout in azione
Le ragazze e i ragazzi sono arrivati sul luogo del campo nel pomeriggio di venerdì 17 maggio, molti con i treni che erano stati segnalati, e hanno iniziato ad allestire l’accampamento. Una volta montate tutte le tende, è stata ricreata l’ambientazione del gioco di ruolo. Abbiamo ricordato di trovarci in una situazione di emergenza in cui gli scout avrebbero dato un decisivo aiuto ai soccorritori e dove ogni risorsa, a partire dall’acqua potabile, diventava preziosa, da usare con parsimonia. È arrivato quindi il momento dell’apertura del campeggio e del sabato biblico (dal tramonto del venerdì al tramonto del sabato) con un “energetico” intervento dell’animatore spirituale.
Prima fase: emergenza e soccorsi
Nello svolgimento del gioco di ruolo, la mattina di sabato coincideva con la fase acuta dell’emergenza: il soccorso diretto alla popolazione colpita dal sisma. Gli attori principali sono stati i vigili del fuoco che, con coinvolgenti attività, hanno mostrato ai ragazzi come si opera in caso di terremoto. Gli scout Esploratori (12-15 anni) sono stati divisi in due gruppi: i soccorritori e le vittime.
Mentre il gruppo dei soccorritori imparava a marcare le zone in base al livello di rischio e a soccorrere le persone sotto le macerie, il gruppo delle vittime veniva ulteriormente suddiviso in feriti, sfollati che premono per rientrare a casa a prendere i propri beni, giornalisti e curiosi. Nel tempo avuto a disposizione, i soccorritori hanno dovuto procedere alla messa in sicurezza delle aree e alla gestione del gruppo vittime. Scaduto il tempo, vi è stato il cambio di mansione tra i due gruppi: i soccorritori sono diventati vittime e viceversa. In queste attività sono state coinvolte anche le unità cinofile della Protezione civile, che hanno spiegato nei dettagli il loro scopo e le modalità di intervento, dando alla fine una dimostrazione pratica con la ricerca di un sopravvissuto sotto le macerie.
Gli scout Tizzoni (6-11), invece, si sono cimentati nel percorso di “Pompieropoli” al termine del quale hanno ricevuto il diploma di “Vigile del fuoco junior”.
A margine delle attività con i pompieri, Tizzoni ed Esploratori hanno affrontato le sfide e gli ostacoli proposti dai volontari della Protezione civile. Si è trattato di una serie di esercizi volti a stimolare il gioco di squadra e a valorizzare il ruolo del leader nel gestire il lavoro della pattuglia, per progredire fra le varie isole messe su dai volontari.
Seconda fase: ambiente e prevenzione
Nel sabato pomeriggio, è stato il turno di Save the Children e dei carabinieri-forestale. Tizzoni ed Esploratori si sono alternati fra le due organizzazioni che hanno proposto delle attività diversificate per fasce di età.
Gli operatori di Save the Children hanno guidato gli scout più grandi in un gioco esperienziale che ha dato modo di imparare cosa fa l’organizzazione e come prepararsi per intervenire in una situazione di emergenza. Per i Tizzoni, le attività di Save the Children sono state incentrate sul rispetto dell’ambiente e sull’importanza del riciclo.
Mentre un gruppo era impegnato con Save the Children, l’altro veniva “incantato” dai carabinieri-forestale del nucleo di Montebuono (RI) che, con grandissima capacità di intrattenere tutti, dal più piccolo Tizzone al più grande degli animatori scout, hanno illustrato quali sono i comportamenti rischiosi che potrebbero causare gli incendi boschivi, qual è la condotta da tenere e a cosa va in contro chi non rispetta le regole.
Saluti dei dirigenti Aisa
La serata di sabato ha permesso di approfondire la conoscenza di due figure importantissime per l’Aisa: il direttore nazionale uscente, il past. Ignazio Barbuscia, e quello fresco di nomina, il past. Alessandro Calà. A seguito di una divertente intervista doppia, condotta dall’animatore spirituale, la serata si è prolungata attorno al fuoco da campo con divertenti giochi a squadre.
Terza fase: intervento umanitario
L’ultima fase del campeggio e del gioco di ruolo si è svolta domenica mattina quando si è passati alla fase di sostegno alla popolazione con l’agenzia Adra. Le pattuglie del sabato sono state rimescolate per dar vita a Team Adra intergenerazionali (Tai) che, tramite dieci postazioni, hanno potuto sperimentare come si gestisce una campagna umanitaria. Siamo partiti con la ricezione e suddivisione degli aiuti per categorie, per poi passare alla preparazione e all’invio di pacchi confezionati per ogni specifica esigenza, e concludere con la definizione e la gestione di una campagna di fundraising (raccolta fondi).
Anche in questa occasione è stato dato molto peso alla capacità dei Tai di fare squadra, sfruttando la diversità di età dei partecipanti, per raggiungere al meglio lo scopo del gioco e di Adra: aiutare il prossimo.
Dal gioco alla realtà
Grazie alla collaborazione con i servizi sociali del Comune di Collevecchio, il gioco è potuto diventare realtà. Infatti, al termine delle attività di Adra con gli scout, sono stati preparati dei pacchi destinati a famiglie realmente bisognose, che vivono a Collevecchio. Gli aiuti sono stati consegnati al Sindaco e successivamente il Comune ha provveduto a recapitarli.
Soccorsi in elicottero
Il gran finale del Rescue Scout Camp è stata la dimostrazione di ricerca e soccorso (Search And Rescue -Sar) condotta dall’85° Centro Sar dell’Aeronautica Militare. L’arrivo dell’elicottero HH-139B, perfettamente sincronizzato con la chiusura del gioco di Adra, è stato accolto da tutti gli scout e da un certo numero di spettatori locali. Una volta effettuato l’atterraggio, i membri dell’equipaggio si sono presentati e hanno illustrato le caratteristiche dell’aeromobile e le modalità di intervento del loro Centro, coinvolgendo e interessando grandi e piccoli. Hanno anche risposto alle domande di tutti, dai Tizzoni che chiedevano se avessero mai avuto paura durante un intervento, ad alcuni animatori, studenti di ingegneria, che ponevano domande molto tecniche. Si è poi passati alla dimostrazione Sar con spettacolari manovre e il recupero di un ferito (un manichino) in barella tramite il verricello.
Al termine della dimostrazione, l’elicottero è nuovamente atterrato e ha avuto luogo la cerimonia conclusiva, con lo scambio di doni fra le organizzazioni intervenute, i saluti e la foto di gruppo… poi tutti assieme a pranzo!
Nel pomeriggio gli scout hanno finito di smontare il campo e, raccolte le tende e messo lo zaino in spalla, sono tornati, chi col treno, chi in macchina, alle loro case. Questa emergenza è stata risolta!