Reale contro virtuale? Quali sono i rischi della corsa all’approvazione sociale? Forse è meglio ripensare a un uso consapevole della tecnologia in continua espansione.
Flaviu Tereșneu – "Ho 14 anni e sono stufa dei social media" (Riley Jackson, giovane attrice americana. ndr). Sono molti i ragazzi che misurano la loro popolarità in base al numero di follower, amici o “Mi piace” sui social media, cosa che può influenzare l’autostima.
Riley ricorda la notte in cui ha deciso di dare un’occhiata a Snapchat, un social network tra i più popolari allora. Ha aperto la storia di Snapchat di uno dei suoi amici più cari, solamente per scoprire che tutta la sua comitiva si era incontrata senza di lei. Forse pensavano che fosse fuori città? Il dolore è stato insopportabile.
"La cosa più importante per me” commenta Riley “è la speranza di riuscire a bilanciare la parte migliore dei social media con il mondo reale, assicurandomi che invece di preoccuparmi di quello che mi sto perdendo, io possa ottenere il massimo da ogni momento che vivo”.
È facile pensare che avere tanti amici online ci farà sentire meglio con noi stessi. Una lista di migliaia di amici, di “Mi piace” o di follower non garantisce, però, che ci sarà qualcuno a cui rivolgerci quando saremo soli, delusi o avremo davvero bisogno di un amico. “Parlare” da uno schermo con delle persone che conosciamo a malapena non sostituisce una relazione reale e non crea un vero senso di appartenenza.
L’impatto dei social media sull’amicizia
Nel periodo adolescenziale, l’amicizia e l’approvazione dei coetanei sono cruciali. Nel 2018, Il Pew Research Center, ha intervistato per due mesi 743 teen-ager di età compresa tra i 13 e i 17 anni e i risultati del rapporto tra social network e amicizie sono stati quelli previsti.
Circa l’81% degli adolescenti afferma che i social media li fanno sentire più connessi a ciò che accade nella vita dei loro amici. Inoltre, due terzi sostiene che queste piattaforme gli danno la sensazione di avere delle persone che li supportano nei momenti difficili.
La ricerca rivela una differenza tra gli amici sui social media e gli amici veri. Il 60% degli adolescenti dice di trascorrere del tempo con i propri amici online, ogni giorno o quasi ogni giorno. Ma solo il 24% passa del tempo di persona con i propri amici al di fuori della scuola.
La grande domanda
È possibile che questa discrepanza tra le nostre aspettative sulla felicità che sperimentiamo online e la realtà, ci faccia sentire più ansiosi e depressi? Si tratta di una delle domande più controverse sull’uso della tecnologia da parte degli adolescenti, con studi che mostrano risultati contrastanti.
Diversi esperti ritengono che la costante sovra-stimolazione dell’uso dei social media inneschi una risposta di attacco o fuga del sistema nervoso. Di conseguenza, condizioni come l’Adhd (Disturbo da deficit di attenzione, iperattività ndr), la depressione adolescenziale e l’ansia tendono a peggiorare. In aggiunta a questo, la frequenza di utilizzo dei social media è inversamente correlata alla salute mentale degli adolescenti.
In uno studio del 2018, i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni che utilizzavano i social media per sette ore al giorno, avevano più del doppio delle probabilità di ricevere una diagnosi di depressione, di essere curati da uno specialista della salute mentale o di ricevere terapie per un problema comportamentale nell’anno passato, rispetto a chi aveva usato i social media per circa un’ora al giorno.
L’attrice Kate Winslet ha rilasciato una dichiarazione a tale proposito: “Ha un enorme impatto sull’autostima delle giovani donne, perché tutto ciò che fanno è progettare, disegnare loro stesse per piacere alla gente. Cosa ne deriva? Disturbi alimentari. E questo mi fa ribollire il sangue. Ed è il motivo per cui non abbiamo social media in casa nostra".
Le “strisce” di Snapchat
La maggior parte delle app dei social media vanno e vengono, rimanendo nella mente degli utenti per un breve periodo, poi svaniscono e fanno posto alla tendenza successiva. Snapchat è in continua evoluzione per evitare questa traiettoria e fa del suo meglio per mantenere gli utenti interessati, che si tratti di nuovi filtri giornalieri, trofei o di quella che sembra essere l’innovazione di maggior successo della rete, le Snapchat Streaks (strisce di Snapchat, ndr). La funzione mantiene traccia dei giorni consecutivi in cui le persone sono state in contatto tramite l’app. Snapchat Streaks è sostanzialmente un numero accanto al nome dell’utente.
Nel campus della Drake University, il numero medio di contatti tra gli studenti delle scuole superiori e universitari è stato di 390 giorni consecutivi. Liz Bregenzer e Anna Jensen, due studentesse, hanno superato i 1.000 giorni consecutivi su Snapchat. Dicono che sia importante tenere il passo perché sarebbe devastante perdere un record così determinante. E non devono fare troppo per mantenerlo: Snapchat sembra più una app di messaggistica di testo, racconta Bregenzer. Anche se le opinioni variano, alla maggior parte degli utenti di Snapchat piace il fatto di poter esprimere le proprie emozioni e azioni in modo molto più chiaro rispetto ai messaggi di testo.
Anche la studentessa del primo anno, Zoe Dittmar, ha una lunga serie di visualizzazioni Snapchat: oltre 1.000. Pensa che per molti giovani, Snapchat sia semplicemente un modo più facile per conoscere gli altri e che è possibile avere una conversazione molto più breve sull’app rispetto agli altri sistemi di messaggistica.
Non tutti però capiscono la ragione del clamore suscitato dagli Snapchat Streaks, e alcuni sono convinti che incoraggi un tipo di comunicazione insensata. “Non ho mai visto Snapchat come una parte importante dell’uso dei social media per la natura quasi forzata dell’app. Il solo fatto di fotografare volti e intrattenere piccole conversazioni senza una vera ragione, per me non ha senso" commenta Anna Neidermeier, matricola alla Drake University "Queste strisce sono diventate caratteristiche di Snapchat e penso che rafforzino l’idea che sia importante mantenere una certa immagine sociale, un certo numero di conversazioni consecutive e un certo numero di notifiche ogni giorno per sentirsi bene con se stessi".
Snapchat Streaks è diventato virale sull’app, ma è anche un tema controverso. In molti si chiedono se le strisce siano un buon modo di comunicare che sostituirà i messaggi di testo, o una forma di comunicazione priva di significato che porta semplicemente a una crescente dipendenza dalla tecnologia.
Il valore della vita lontano dagli occhi del pubblico
In questo momento, amici, personaggi famosi, persino gente che non conosciamo raccontano la propria vita pubblicamente, con poco riguardo per la riservatezza o le sue conseguenze. L’universo in continua espansione di queste piattaforme richiede un comportamento più ponderato, che consenta a noi utenti di definire il modo in cui vogliamo interagire con i nostri amici e con il mondo online. Altrimenti rischiamo di consentire ai social media di definire e, potenzialmente, distruggere le nostre amicizie.
“Desidero soltanto che la gente osservi il lavoro di cui sono orgogliosa. Sento come se permettessi che le persone mi tocchino quando sono su Instagram o Twitter, e non voglio essere toccata in ogni momento. Non lo farò. Mai" (Elizabeth Olsen, attrice statunitense)
[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]