NA - Notizie AvventisteFrancesco Zenzale – “Prima di descrivere il giorno terribile dell’ira di Dio, il profeta apre una parentesi e la sua visione si sofferma su coloro che ‘possono resistere’ (Ap 6:17). La collera è trattenuta per un istante, il tempo per suggellare con un segno distintivo coloro che devono essere salvati. La situazione ricorda l’uscita dall’Egitto, quando l’angelo della morte aveva risparmiato gli israeliti grazie al segno di sangue che era stato asperso sugli stipiti delle porte (Es 12:23); anche in quella circostanza l’obiettivo era la terra promessa (v. 25). Questa volta, però, lo scenario abbraccia tutta la terra. I quattro venti del cielo che trasportano l’ira di Dio, soffiano dai quattro ‘canti della terra’, cioè dappertutto (Dn 7:2)” (J. Doukhan, Il grido del cielo, ed. Adv, p. 86).

Gli angeli trattengono i venti delle guerre fino a quando i servitori di Dio siano segnati con il suggello di Dio. Questa scena è identica a quella di Ezechiele (cap. 9:4-6); il segno utilizzato da Ezechiele per marcare è la lettera “T”. Il marchio dell’elezione divina viene impresso sulla fronte in contrasto con il marchio o impronta della bestia, impresso sui malvagi “sulla mano destra o sulla fronte” (Ap 13:16; 19:20). Per gli uni il marchio della disobbedienza a Dio, della perdizione eterna, impresso dalla bestia ostile alla volontà di Dio; per gli altri il marchio della fedeltà a Dio, della salvezza eterna.

Accanto alle turbolente scene dell’angoscia e della disperazione è stata messa, volutamente in netto ed immediato contrasto, la descrizione degli eletti segnati con il marchio celestiale. Una non meno tesa atmosfera di calma annunzia qualcosa d’inatteso: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra redenzione è vicina” (Lc 21:28).

“La loro fronte è segnata da un sigillo. L’operazione è eseguita da un angelo che viene dall’est, da dove nasce il sole, la vita e la luce. Dall’est viene la speranza, il giardino dell’Eden (Gn 2:8), il re salvatore Ciro (Is 41:2) viene anch’egli dall’est e infine il Dio salvatore stesso verrà dall’oriente (Ez 43:2). Contrariamente agli altri sigilli portatori di messaggi di morte, questo sigillo proviene dal Dio della vita (Ap 7:2). In contrasto con tutti quei sigilli che annunciano il giudizio e la distruzione della terra, quest’ultimo parla di salvezza e di creazione. Questo sigillo si distingue già per la sua funzione. I precedenti garantivano la chiusura di un documento, mentre questo ultimo indica l’appartenenza a qualcuno. (op. cit., p. 87).

Il numero dei segnati, “144.000, composto da 12×12, è simbolico.[…] Nella simbologia del numero, nello stesso stile del testo, come nella descrizione della folla, la parola profetica trasmette lo stesso messaggio: i centoquarantaquattromila rappresentano Israele al gran completo. Si tratta di quel ‘tutto Israele’, sognato dall’Apostolo Paolo (Rm 11:26), il numero ‘completo’ dei salvati al quale fa allusione il quinto sigillo (Ap 6:11). Giovanni vede una folla multiculturale e multinazionale, vestita della stessa tunica bianca (7:9; 6:11) sopravvissuta all’oppressione (7:14; 6:9,11)” (op. cit., pp. 89, 90).

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