NA - Notizie AvventisteFrancesco Zenzale – In questa breve riflessione desidero solo offrire al lettore gli elementi caratteristici che contraddistinguono la bestia che sale dal mare, che nel suo simbolismo, rappresenta un potere ostile a Dio.

1. Il mare è l’elemento da cui nasce, per poi dominare, la “bestia” con sette teste e dieci corna. Evidentemente anche quest’elemento – il mare – ha un valore simbolico. Nella stessa Apocalisse (17:15) le “acque” sulle quali galleggia la bestia che porta la “prostituta” sono interpretate come “moltitudini umane”. Dunque la figura del mare dal quale emerge la prima bestia di Apocalisse 13 orienta verso la regione del mondo densamente popolata come luogo di origine del potere politico che tale bestia rappresenta.

2. Questa figura animalesca è descritta come una sintesi delle quattro fiere simboliche della prima visione di Daniele, anch’esse emergenti dal mare (Dn 7:3-5). La circostanza non certo casuale della menzione in ordine inverso rispetto a Daniele delle fiere delle cui parti anatomiche si compone la bestia apocalittica, fa pensare che in questa visione di Giovanni il futuro è contemplato con un occhio volto sul passato. La stessa idea è suggerita dalle sette teste e dieci corna della bestia apocalittica. Tali collegamenti con il passato indicano che l’entità politica che si cela nella bestia emergente dal mare doveva in qualche modo ripristinare ed esercitare quel dominio universale e quell’opposizione contro il popolo di Dio che nei trascorsi secoli avevano esercitato gli imperi babilonesi, persiano e macedone e che nel presente ancora esercitava l’impero romano.
“…fondendo le quattro belve in una, sembra voler sottolineare che non vi è differenza nei vari imperi che si susseguono nella storia umana; la loro natura è una e malvagia, come malvagio e satanico è il potere che li sorregge. Non soltanto il numero delle teste e delle corna propone una specie di identificazione mistica fra la bestia e Satana, ma questi stesso è detto dare alla bestia la sua potenza e il suo trono e un potere grande” (vedi Ap 17:3) (Edmondo Lupieri, L’Apocalisse di Giovanni, ed. Mondadori, 1999 p. 203).

3. La bestia della quale ci occupiamo, nella visione di Giovanni riceve l’autorità dal drago rosso (Ap 13:2). Ciò significa che il potere che esercita le viene delegato da Satana. “La bestia che spunta dal mare è l’emissario del drago. È lo pseudo-Cristo, una scimmiottatura di Cristo” (A. Apple).

4. Questa bestia si offre al mondo come oggetto di culto (Ap 13:8; 2Tess 2:4-8), chiara indicazione di una connotazione religiosa. In parole povere, ci si trova di fronte a una potenza che riveste carattere politico e religioso nello stesso tempo.

5. Il potere della bestia che sale dal mare è destinato a durare 42 mesi (Ap 13:5), un periodo molto lungo, vale a dire 1.260 giorni, che nel valore allegorico-simbolico corrispondono a un uguale numero di anni.

6. La strana belva apocalittica esercita con brutalità il potere che le è stato dato dal drago e lo volge con successo contro i santi (Ap 13:7). Quindi, svolge un’attività persecutoria contro il popolo di Dio che non riconosce la sua autorità, in contrapposizione agli adoratori della bestia i cui nomi non sono scritti nel libro della vita dell’Agnello (Ap 13:8).

7. Una delle teste della bestia è ferita mortalmente, ma poi la piaga mortale procuratale dalla ferita guarisce e tutto il mondo la segue (Ap 13:3). Se le sette teste rappresentano, come sembra logico, altrettanti periodi storici nei quali doveva svolgersi l’attività perversa di questa potenza, la ferita mortale inferta a una delle sue teste significa che il potere dell’entità rappresentata dalla bestia doveva venire meno in uno di questi periodi.

Quale conclusione o interpretazione possiamo trarre da questa descrizione?
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