Assemblea CG. I piccoli gruppi di discussione orientano a una missione concreta
13 Luglio 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Assemblea CG. I piccoli gruppi di discussione orientano a una missione concreta
13 Luglio 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

I delegati hanno apprezzato molto questo riscontro dal basso sui pilastri strategici della Chiesa.

L’Assemblea della Conferenza Generale (GC) ha dedicato molto tempo ai quattro pilastri strategici del programma “Io andrò” della Chiesa nel nuovo quinquennio: la comunione con Dio, l’identità in Cristo, l’unità nello Spirito e la missione per tutti.

Nei quattro blocchi di due ore tra mercoledì 9 e venerdì 11 luglio, ai delegati è stato chiesto di dividersi in piccoli gruppi per discutere, pregare e parlare delle implicazioni pratiche di ciascuno dei pilastri e fornire un riscontro, Ogni incontro era introdotto da una riflessione spirituale a cui seguiva la discussione nei gruppi formati da almeno dieci persone. Hanno predicato rappresentanti del Biblical Research Institute (BRI), dell’Ellen G. White Estate e della rivista Adventist Review.

“Il triplice scopo di questi gruppi era rafforzare i pilastri strategici di ‘Io andrò’, vale a dire generare idee da attuare nella pianificazione strategica e dare voce ai delegati in questo processo” ha affermato Sikhululekile Daco, di Adventist Review, che ha organizzato questi momenti insieme con l’evangelista Mark Finley.

Chang Min Chung, responsabile dei Centri di Missione Globale (MG), è stato determinante nel coordinamento del programma.
“Questa è la prima volta che proviamo questo tipo di interazione spirituale nell’ambito della nostra Assemblea Mondiale. Crediamo che sia una questione importante” ha affermato “I dirigenti dei Centri MG hanno ritenuto che fosse una buona idea e una buona opportunità per promuovere tale interazione tra i nostri delegati”.

Il potere dei piccoli gruppi
Sono stati assegnati 280 animatori dei piccoli gruppi per coordinare la discussione sugli argomenti specifici. Ogni capogruppo ha ricevuto un grande cartello di cartone da tenere in altro per farsi individuare dagli altri componenti. Sui cartelli erano segnalati quattro codici QR, che ogni animatore poteva scansionare per trasmettere la discussione del proprio gruppo all’Ufficio archivi, statistiche e ricerca (ASR). David Trim, direttore di ASR, raccoglierà e trasmetterà i risultati all’amministrazione.

Una delle responsabili dei piccoli gruppi era Cheonneth Strickland, segretaria della Federazione di chiese avventiste “Greater Sydney”, in Australia.
“Questo programma ha dato ai delegati il tempo di incontrarsi come gruppo per discutere i pilastri strategici della CG. Ci è piaciuto entrare in contatto con altri partecipanti provenienti da diverse Missioni o Federazioni. Abbiamo condiviso idee ed esperienze sul nostro modo di fare chiesa.”

Mercoledì 9 luglio, nell’incontro mattutino, i delegati si sono concentrati sulla comunione con Dio; in quello pomeridiano, si è parlato dell’identità in Cristo.
“Quando Dwain Esmond [direttore associato dell’Ellen G. White Estate] ha concluso la sua riflessione spirituale, mi è venuto in mente che forse, se prendessimo sul serio questa parte del programma, potrebbe essere il lavoro più importante che facciamo in questa Assemblea“, ha detto Thomas L. Lemon, vicepresidente generale della CG, che ha presieduto l’incontro in gruppi di mercoledì pomeriggio.

Giovedì e venerdì mattina sono stati trattati gli ultimi due pilastri: unità nello Spirito e missione per tutti.
“Abbiamo voluto portare la diversità” ha detto Chung “Anche in termini di stile di presentazione, perché, come si nota, hanno tutti stili diversi. Alcuni erano energici, altri più riflessivi, non solo i relatori, ma anche i nostri ospiti”.

Una boccata d’aria fresca
I delegati hanno apprezzato l’integrazione di queste discussioni di gruppo nel programma. “L’atmosfera è completamente cambiata rispetto al resto della settimana” ha spiegato Daco “Anche durante i momenti di discussione vi era calma e tranquillità. E tantissime persone si sono messe in fila per condividere il loro punto di vista quando sono stati aperti i microfoni. È stata una vera benedizione. Ma anche una boccata d’aria fresca. È stato così importante incorporare le conversazioni spirituali tra le attività che devono essere svolte”.

Siamo così diversi, ma è Gesù e la sua missione che ci unisce” ha sottolineato Strickland.

Il riscontro ricevuto dai delegati è stato positivo. Un commento che ha accomunato molti di loro è l’impatto positivo di questa iniziativa sulla loro vita, avendo ricevuto la possibilità di dialogare insieme per costruire strategie missionarie comuni.

Per Chung, i delegati hanno anche apprezzato la modalità di comunicazione dal basso verso l’alto, l’opportunità di sentirsi autorizzati a parlare di qualcosa che li appassionava: la missione.
“Non tutto proveniva solo dal palco o da determinate persone; questa sezione ha dato ai partecipanti l’opportunità di sentirsi ascoltati e di condividere la propria fede con i vicini e con il gruppo più ampio” ha commentato.

Applicazioni pratiche
“Parliamo molto di strategia” ha continuato Chung “Ma spesso notiamo che quella strategia diventa un bel documento patinato che rimane nello scaffale. Creiamo i documenti, ma la pratica non arriva, non c’è l’applicazione nella vita reale. Qui cerchiamo di collegare strategia e pratica”.

La speranza dei dirigenti della Chiesa è che, tornando a casa alla fine dell’Assemblea Mondiale 2025, tutti portino idee pratiche e un cuore per la missione nelle loro comunità.

Per Strickland, alcuni dei sermoni, e delle meditazioni, sui pilastri strategici sono stati eccellenti e uno molto pratico, tanto che gli sarà di aiuto nel suo ministero.
“Mi è piaciuto molto Elias Brasil de Souza, direttore della BRI, che ha parlato di tre passi della Scrittura sull’unità. Ho imparato molto da questo. Ora ho tre predicazioni tratte dalla sua presentazione, e ho intenzione di usarle”.

Gli organizzatori non erano sicuri che i delegati avrebbero apprezzato questa parte del programma dell’Assemblea. Temevano che saltassero gli incontri o che non avrebbero voluto partecipare. In alcuni casi ciò è accaduto, ma il risultato complessivo è stato positivo.
“Ho sottovalutato il livello di maturità dei nostri delegati. La loro partecipazione a questo programma è andata oltre le mie aspettative” ha chiosato Chung.
“I delegati hanno apprezzato i momenti della discussione in gruppo più di ogni altra cosa” gli ha fatto eco Strickland “I programmi delle Assemblee Mondiali andavano bene, ma avere il tempo di parlare di missione individualmente è stato un grande cambiamento“.

[Foto: Josef Kissinger. Fonte: Adventist Review. Traduzione e adattamento: Lina Ferrara, HopeMedia Italia]

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