Brasile. Il sogno di diventare scout avventista
10 Dicembre 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Brasile. Il sogno di diventare scout avventista
10 Dicembre 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Nota atleta paralimpica di scherma in carrozzina, plurimedagliata a livello nazionale e internazionale, ha ricevuto il fazzoletto giallo ed è stata battezzata insieme a sua figlia.

Gli occhi di Suélen Rodolpho brillavano di emozione mentre il capo guida degli scout avventisti le annodava il fazzoletto giallo, simbolo di appartenenza allo scoutismo, intorno al collo lo scorso 22 novembre. Mamma di Laura (10 anni) e Amanda (4 anni), ed ex atleta della nazionale brasiliana di scherma in carrozzina, la trentaquattrenne ha finalmente realizzato il sogno considerato impossibile quando era bambina. La cerimonia si è svolta durante il Camporee, nel Parco degli eventi di Gravataí, a Rio Grande do Sul in Brasile, Tra tende, sentieri e canti, Suélen ha concluso un percorso di ritorno alla chiesa e a una comunità in cui ora si sente, di fatto, integrata e accolta.

Guardando il suo volto oggi, è difficile immaginare i problemi che ha dovuto affrontare. “Sono la più piccola di quattro fratelli e, al momento della mia nascita, mia madre ha scoperto la mia disabilità”, spiega la giovane. È nata con la mielomeningocele, una malformazione spinale che può verificarsi durante le prime settimane di gestazione, e può causare paraplegia e altre complicazioni.

A due mesi di vita, ha subito il suo primo intervento chirurgico correttivo. Da bambina, riusciva a camminare con l’aiuto delle stampelle e, mentre cresceva, affrontava diverse altre operazioni, sedute di fisioterapia e lunghi periodi in ospedale. Durante l’adolescenza, una complicazione le ha immobilizzato il midollo spinale, impedendole di camminare. Aveva solo 16 anni quando il medico le ha comunicato che doveva prendere una decisione: rischiare un nuovo intervento senza alcuna garanzia di miglioramento o accettare l’uso permanente della sedia a rotelle.

Suélen ha scelto la strada dell’autonomia, pur sapendo che ciò avrebbe richiesto ulteriori adattamenti. Essenziale è stato il sostegno della famiglia da allora in poi. “Mia madre era infermiera e mi ha sempre incoraggiato a fare tutto ciò che potevo. Inoltre, non mi sono mai vergognata della mia cicatrice. Fa parte della mia storia” racconta la giovane.

Lo sport
A 16 anni, Suélen ha scoperto la scherma in carrozzina, sport diventato la sua passione. Viveva a Taquara e, per allenarsi, si recava tre volte a settimana a Porto Alegre, grazie al supporto del Comune. Poco dopo, due inviti premiavano il suo talento. “Nella seconda settimana di allenamento, fui invitata a gareggiare e quello stesso anno, circa sei mesi dopo, fui convocata nella nazionale brasiliana” ricorda.

Poi sono arrivati gli anni in cui ha rappresentato il suo Paese nei campionati in Francia, Canada, Germania, Polonia, Ungheria, Italia, Giappone. Ha vinto più di cento medaglie nei tornei nazionali e internazionali. “Sono stata addirittura in testa alla classifica nazionale nella mia categoria per circa sette anni… e ho anche partecipato alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016” afferma contenta.

Nel 2018, quando sua figlia Laura ha compiuto cinque anni, la schermitrice ha deciso di lasciare la squadra e dedicare più tempo alla famiglia, senza però abbandonare per un po’ le competizioni nazionali.

Un ritorno inaspettato
Sebbene provenga da una famiglia avventista di terza generazione, Suélen racconta che, durante l’adolescenza, si è allontanata dalla vita comunitaria. Ricorda di aver desiderato partecipare alle attività del gruppo scout, ma a quel tempo non era nelle condizioni adatte. Oggi, ripensa a quel periodo con serenità e riconosce che il suo ritorno in chiesa è arrivato proprio al momento giusto.

Dopo la morte improvvisa del marito nel 2022, Suélen ha trovato conforto nella fede che non aveva mai abbandonato del tutto, per continuare a crescere le sue bambine. Tornata a vivere a Taquara, ha iniziato ad accompagnare la figlia Laura alle riunioni del gruppo scout della chiesa avventista locale. Si è sentita sempre più attratta dalla comunità che si era lasciata alle spalle e, con il passare delle settimane, ha iniziato a offrire la sua collaborazione.

Il sogno si è avverato anche per sua figlia
“La cosa interessante di Suélen” sottolinea Joezer Mello, pastore della chiesa di Taquara “è che mi ha detto di poter realizzare il suo sogno nella vita di sua figlia. Allora le ho risosto: ‘Ma perché solo lei? Anche tu puoi farlo’”.

La giovane ha seguito questo incoraggiamento, ha completato il percorso di conoscenza della Bibbia e ha deciso di testimoniare pubblicamente la sua fede attraverso il battesimo, alla cerimonia del Camporee. La giornata è diventata ancora più speciale nel momento in cui sua figlia Laura, che già da tempo studiava la Sacra Scrittura, è scesa nelle acque battesimali.

Un percorso che ispira
Quando parla di disabilità, Suélen amplia la sua prospettiva. “Ognuno ha le sue caratteristiche uniche. Non possiamo lasciare che le cose negative ci influenzino. Se qualcuno mi lancia un’occhiataccia, non me ne accorgo nemmeno più. Mi concentro sull’obiettivo che voglio raggiungere e vivo la mia vita normalmente”, afferma.

L’ex atleta paralimpica lavora come bibliotecaria nell’Istituto Avventista Cruzeiro do Sul, dove studiano anche le sue figlie, ed è un impegno che porta avanti con grande determinazione. “Sono convinta che un giorno (al ritorno di Gesù) sarò in cielo e potrò camminare in perfetta armonia con le mie bambine” conclude.
Ora, con il fazzoletto al collo e una testimonianza che parla da sola, è un simbolo vivente di come le comunità accoglienti possono trasformare interi percorsi.

Willian Vieira

[Fonte: noticias.adventistas.org/es/. Traduzione e adattamento: Lina Ferrara]
[Foto: Divulgación e Bruno Simeoni]

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