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Sull’onda emotiva di fatti di cronaca nera che hanno colpito l’opinione pubblica italiana, il governo italiano ha emanato recentemenete provvedimenti che tendono ad accentuare la responsabilità dei minori rispetto a fatti delittuosi da loro commessi. Questo coincide con il bisogno di rassicurazione che la società italiana avverte rispetto a fenomeni di devianza giovanile: ma serviranno davvero? La possibilità di finire in carcere più facilmente sarà un deterrente per i giovani delinquenti o renderà ancora più veloce il loro sprofondare nel crimine? Secondo il giudice Gherardo Colombo, intervistato nei giorni scorsi dal Corriere della Sera, il carcere per i giovani non serve a nulla. Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno chiesto un parere a Giuseppe La Pietra, coordinatore delle attività formative in carcere dell’ente di formazione Cefal-Emilia Romagna e membro del coordinamento della pastorale carceraria della Diocesi di Parma.
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