Pubblichiamo il comunicato stampa della chiesa avventista cesenate.
Il comitato della chiesa cristiana avventista del settimo giorno di Cesena, riunitosi il 7 gennaio, ha votato di esprimere il proprio “disagio spirituale” di fronte alle celebrazioni cattoliche dell’Anno Santo e del Giubileo del 2025. Motivi di fedeltà evangelica e di coscienza ci spingono a non partecipare agli eventi della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (Spuc), in particolar modo all’incontro ecumenico di preghiera che annualmente si tiene nel territorio.
La riproposizione delle indulgenze, concetto che non trova nessun fondamento biblico, ci riporta puntualmente, ogni 25 anni, agli eventi della nascita protestante, con le 95 tesi di Lutero. E alla comprensione biblica del perdono.
Secondo la Chiesa cattolica, un peccato viene perdonato con il sacramento della confessione (concetto ecclesiastico, ma non biblico). Questo perdono cancella la colpa – cioè la nostra responsabilità di fronte a Dio – ma non la pena – cioè le conseguenze del peccato nella vita, “l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri (Francesco, Misericordiae Vultus, n. 22).
Ora, se è chiaro anche per noi che il disordine dato dai nostri sbagli debba essere rimediato con un percorso di crescita interiore – la Bibbia lo chiamerebbe “conversione” e “santificazione” – più difficile ci è capire come questo cammino di crescita possa essere invece abbuonato compiendo delle penitenze, così come indicato nella bolla giubilare.
Se abbiamo sviluppato una dipendenza, una tendenza a mentire, a non mantenere la nostra fedeltà, ecc. – tutte conseguenze del peccato – come è possibile risolvere tutto ciò con “scorciatoie”, sebbene di carattere spirituale?
E poi, come è possibile che questo abbuono avvenga in virtù del “tesoro dei santi”, cioè di meriti in eccedenza che la Chiesa ha accumulato nel corso dei secoli?
Come protestanti, comprendiamo che qualsiasi cosa abbiamo bisogno nell’ambito spirituale, Gesù e la Sua opera sono più che sufficienti.
Quando S. Paolo condivise la sofferenza che provava nella lotta interiore per combattere la sua tendenza al male, espresse così la sua speranza: “Chi mi trarrà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo” (Romani 7:25). Noi crediamo sia tutt’ora vero e valido anche quanto afferma la Bibbia: “Infatti, c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1 Timoteo 2:5).
Questo è il messaggio di speranza di cui tutti abbiamo bisogno: quello che ha fatto Gesù per noi e in noi è più che sufficiente, e che non serve pellegrinaggio per guadagnarsi ulteriori meriti. Questo è quello che Gesù ha insegnato con la parabola del fariseo e il pubblicano: quest’ultimo, con la sola confessione del suo peccato “tornò a casa sua giustificato” (Luca 18:14), senza ulteriori pene da scontare.
Per scoprire la misericordia di Dio non servono visite a basiliche, a cattedrali, a luoghi sacri: neppure opere di misericordia e di penitenza, donazioni in denaro ai poveri o a opere di carattere religioso.
Per scoprire la misericordia di Dio, basta entrare nella propria cameretta e pregare il Padre (che, per i protestanti, ce n’è uno solo: Dio) con fiducia e “il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa” (Matteo 6:8).
Come chiesa cristiana avventista del settimo giorno vogliamo, altresì, confermare il nostro affetto e stima per i nostri fratelli cattolici e confermare il desiderio di riprendere i nostri incontri quando l’anno giubilare si chiuderà. Con la speranza di trovare anche spazi di dialogo e approfondimento, per un ascolto attento e comunitario della Parola e delle sue verità.
Per il comitato della chiesa cristiana avventista del settimo giorno di Cesena
Past. Roberto Iannò