Ciò che l’evoluzione teista dice di Dio
13 Luglio 2017

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Ciò che l’evoluzione teista dice di Dio
13 Luglio 2017

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Marcos Paseggi/ARnews/MaolQuesta è la seconda di una serie di notizie sulla Conferenza fede e scienza della Divisione nordamericana (Nad), attualmente in corso a St. George, Utah, negli Stati Uniti.

Se ritieni noiosa la scienza, dovrai ricrederti. Docenti avventisti e dirigenti dell’associazione pastorale provenienti da tutta l’America del nord, riuniti fino al 14 luglio nella Conferenza fede e scienza di St. George, Utah, hanno trovato le presentazioni comprensibili, accessibili e da condividere.

Uno degli scienziati avventisti che ha portato questo approccio alla scienza è il prof. Leonard Brand, docente di biologia e paleontologia all’università Loma Linda. Brand è uno studioso esperto che da decenni svolge ricerche sui processi di fossilizzazione e i fattori geologici che influenzano la conservazione dei fossili. Egli associa alla sua straordinaria professionalità (è autore di decine di articoli e libri) la capacità di spiegare concetti difficili in modo interessanti per tutti gli ascoltatori.

Il 7 luglio, Brand ha parlato del perché il tempo geologico è importante per una comprensione biblica delle origini.

«Ci sono due strade», ha affermato, «o crediamo alla storia biblica di una creazione letterale e recente, o accettiamo i periodi evolutivi di milioni di anni».

Brand ha chiarito che entrambe le proposte necessitano, in ultima analisi, della fede. «Gli scienziati si basano sulla fede?», ha chiesto, «Molti dicono di no, ma in realtà, le loro presupposizioni sono basate sulla fede. Dopo tutto, quanto queste ipotesi determinano l’interpretazione delle prove?».

Gli scienziati laici, per Brand, danno molte cose per scontato, essi dicono: «Questo è il modo in cui è, e questo è il modo in cui deve essere». Qual è il vantaggio creazionista? «Possiamo confrontare e contrastare entrambe le ipotesi e prendere una decisione informata», ha precisato. I commenti di Brand arrivano in un momento in cui molti cristiani che affermano la Bibbia si sono comunque spinti verso l’evoluzione teista, la credenza che Dio abbia utilizzato i processi descritti dai teorici evoluzionisti per formare la sua creazione.

La combinazione dei due, tuttavia, non è solo una questione di biologia e geologia, in quanto riguarda anche la nostra comprensione del carattere di Dio, secondo Brand. Per illustrare perché accettare l’evoluzione teista influenzi il modo in cui vediamo Dio, Brand ha raccontato la seguente parabola.

Il lupo e i due proprietari di cani
Nel quartiere c’è un lupo che uccide i cani. Il primo proprietario di cani dice: «Farò nascere tanti cuccioli. Molti soffriranno e moriranno, ma i più forti sopravvivranno».

Il secondo proprietario di cani sceglie una strada diversa. Costruisce una recinzione e insegna ai suoi cani a rimanere all’interno della staccionata. Quando il lupo salta sulla recinzione, lui corre e combatte contro il lupo per salvare i cani. Viene morso e ferito gravemente, ma riesce a salvare i cani.

«È una parabola sui due punti di vista sulla creazione», ha concluso Brand, «Nell’evoluzione teista, la sofferenza e la morte sono parte del piano creativo di Dio. Il male è presente e non c’è modo di evitarlo. In questo modo Dio è responsabile del male».

Non è ciò che insegna la Bibbia.

(Foto: Pieter Damsteegt, Nad)

 

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