Carlos Magalhaes – Viviamo in un mondo in cui le libertà religiosa e di espressione sono sotto costante attacco e repressione. In ambito digitale le cose non vanno diversamente. Degli oltre 4,5 miliardi di persone che hanno accesso a Internet: 
– il 76% vive in Paesi in cui le persone sono state detenute o incarcerate per aver pubblicato contenuti su questioni politiche, sociali o religiose; 
– il 69% vive in Paesi in cui le autorità hanno utilizzato i commentatori governativi per manipolare le discussioni online; 
– il 64% vive in Paesi in cui i contenuti politici, sociali o religiosi sono stati bloccati online; 
– Il 51% vive in Paesi in cui l’accesso alle piattaforme dei social media è stato temporaneamente o permanentemente limitato; 
– il 44% vive in Paesi in cui le autorità hanno disconnesso Internet o le reti mobili, di solito per motivi politici.[1]

La libertà religiosa sui social media è una questione abbastanza complessa e le prospettive sull’argomento possono variare. Esiste una dinamica di potere che, come un cavo a tre punte, genera tensione tra potere pubblico, potere privato e società civile.

In generale, il potere pubblico sostiene che le aziende tecnologiche non rispettano le normative sulla privacy degli utenti né le leggi del Paese, manipolano le informazioni e non collaborano con le autorità locali nelle indagini, ad esempio, sui crimini. 
Dal canto loro, le aziende tecnologiche replicano con l’accusa che i governi minacciano la democrazia volendo limitare e controllare ciò che circola su Internet, oltre a monitorare la vita dei cittadini, in particolare dei dissidenti politici. 
E dalla parte più fragile vi è l’utente di Internet e dei social network, la principale vittima di questa disputa di potere, a cui la nozione di realtà è manipolata, la privacy invasa e la libertà digitale monitorata o controllata.

Minaccia alla libertà religiosa sui social 
La libertà religiosa sui social media riguarda il diritto degli individui di esprimere e praticare la propria religione online senza discriminazioni o restrizioni ingiuste. I social network svolgono un ruolo significativo nella diffusione di informazioni e idee, consentendo alle persone di condividere le proprie convinzioni e connettersi virtualmente con gli altri.

La libertà religiosa sui social network è un’estensione della libertà di espressione garantita da molte Costituzioni e Dichiarazioni dei diritti umani in tutto il mondo. Nonostante ciò, sui social media sono emersi alcuni casi controversi che coinvolgono la libertà religiosa, come l’esclusione di contenuti religiosi ritenuti offensivi o la censura di opinioni religiose divergenti da parte di governi e aziende tecnologiche.

Big tech e libertà religiosa 
Le principali aziende tecnologiche, conosciute oggi come "Big tech", sono entità estremamente potenti, con la capacità di influenzare l’ecosistema dell’informazione digitale e controllare come le notizie, incluso il discorso religioso, raggiungono il pubblico. La maggior parte delle aziende tecnologiche rivendica il potere unilaterale di vietare i gruppi religiosi perché sposano opinioni protette dalla Costituzione ma non condivise dall’azienda.[2]

Ad esempio, alcune di queste società si riservano il diritto di espellere dalle loro piattaforme individui e organizzazioni che non supportano il matrimonio gay, si oppongono all’aborto, mettono in discussione il transgenderismo o sostengono qualsiasi altra convinzione culturalmente o politicamente obsoleta nella Silicon Valley. 
Al contrario, le aziende tecnologiche sostengono che le loro azioni sono motivate dalla necessità di mantenere modelli di comunità, prevenire la diffusione di disinformazione, proteggere gli utenti da contenuti dannosi e frenare l’incitamento all’odio, la discriminazione e l’estremismo, che possono anche influenzare negativamente le comunità religiose.

Governi e libertà di espressione 
Il potere delle aziende tecnologiche ha minacciato l’influenza dei governi sui propri cittadini. Un numero crescente di governi sta affermando la propria autorità sulle aziende tecnologiche, spesso costringendole a rispettare la censura e la sorveglianza online. Questi sviluppi contribuiscono a un attacco senza precedenti alla libertà di parola online, causando il declino della libertà globale di Internet per il dodicesimo anno consecutivo, secondo il rapporto Freedom on the Net 2022.[3]

Lo scenario globale è cambiato drasticamente nella direzione di un maggiore intervento del governo nella sfera digitale, evidenzia il rapporto. Dei 70 Paesi citati, 47 hanno intrapreso azioni legali o amministrative contro le società tecnologiche. Sebbene alcune di queste misure riflettano tentativi legittimi di mitigare i danni online, controllare l’uso improprio dei dati o reprimere le pratiche di mercato manipolative, molte nuove leggi hanno imposto una censura eccessivamente ampia. Le attività online degli utenti sono ora moderate e monitorate con una portata maggiore.

Il risultato è che nel 2022 più governi hanno fermato utenti per discorsi politici, sociali o religiosi non violenti. Le autorità hanno sospeso l’accesso a Internet in almeno 20 Paesi e 21 governi hanno bloccato l’accesso alle piattaforme dei social media, il più delle volte durante periodi di turbolenze politiche come proteste ed elezioni. Nel 2021, le autorità di almeno 45 Paesi sono sospettate di aver ottenuto spyware sofisticati o tecnologia di estrazione dati da fornitori privati.[4]

Man mano che la repressione digitale si intensifica e si diffonde, gli utenti non hanno fiducia nel fatto che le iniziative dei governi per regolamentare Internet porteranno a una maggiore protezione dei loro diritti.[5]

Impegno per la nostra missione 
Il profeta Daniele parla di un tempo di difficoltà per il popolo di Dio in cui molti saranno purificati e messi alla prova (Daniele 12:10). La scrittrice Ellen G. White afferma anche che “verrà il tempo in cui, poiché difendiamo la verità biblica, saremo accusati di tradimento" – Tesori delle Testimonianze, vol. 3, p. 45.

Non possiamo dire di aver raggiunto il culmine di quel tempo, ma è possibile notare che gli angeli di Apocalisse 7:1 sono intenti a trattenere i venti della contesa. Secondo Ellen G. White, "questo mette in risalto l’opera che dobbiamo fare ora, ossia chiedere a gran voce a Dio che gli angeli trattengano i quattro venti fino a quando i missionari non saranno mandati in tutto il mondo” – Last-Day Events, p. 109.

Le difficoltà e i limiti che emergono su Internet nel mondo segnalano un cambiamento nel campo della libertà religiosa. Ma invece di essere spaventati e scoraggiati, dobbiamo impegnarci di più, usando tutta la tecnologia a nostra disposizione per condividere il Vangelo con il numero maggiore di persone.

Note 
[1] A. Shahbaz, A. Funk, K. Vesteinsson, “Countering an Authoritarian Overhaul of the Internet” (Contrastare una revisione autoritaria di Internet), Freedom House, 2022. Disponibile su: https://freedomhouse.org/report/freedom-net/2022/countering-authoritarian-overhaul-internet. Consultato il 6 giugno 2023. 
[2] https://www.napalegalinstitute.org/post/how-big-tech-targets-faith-groups-for-censorship 
[3] A. Shahbaz, A. Funk, K. Vesteinsson, Op. cit. 
[4] https://freedomhouse.org/report/freedom-net/2021/global-drive-control-big-tech 
[5] Ivi.

(Carlos Magalhaes è esperto di strategie di evangelizzazione su Internet e direttore del marketing digitale della Chiesa avventista in Sudamerica) 
[Fonte: Notizie Avventiste sudamericana. Traduzione: L. Ferrara]

 

 

 

 

 

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