Per i dirigenti della Chiesa i risultati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità confermano le affermazioni di Ellen G. White scritte 120 anni fa.
Notizie Avventiste/ARnews – L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato cancerogene le carni rosse e lavorate, confermando le dichiarazioni di Ellen G. White, cofondatrice della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, scritte più di 120 anni fa, e di una recente ricerca della Loma Linda University.
Per il medico avventista Peter N. Landless, le conclusioni dell’OMS sul rapporto tra carne e cancro devono suonare come un campanello d’allarme anche per gli avventisti, affinché controllino la propria dieta alimentare.
“Abbiamo queste informazioni da oltre 120 anni”, ha affermato P. N. Landless, direttore del dipartimento Ministeri della Salute della Chiesa cristiana avventista mondiale, “Purtroppo, molti hanno scelto di non seguire il consiglio della serva ispirata di Dio, ma è sempre rassicurante vedere che quanto è dato per ispirazione è dimostrato dalla scienza che si basa sull’evidenza”.
Ha poi aggiunto: “La nostra preghiera è che ne prendiamo nota, non perché si tratta di un problema legato alla salvezza, ma perché riguarda la qualità della vita, il nostro servizio e la missione cui siamo stati chiamati”.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS ha classificato le carni lavorate tra i cancerogeni certi per gli esseri umani, e la carne rossa tra i “probabili” cancerogeni. La decisione si basa su 800 studi epidemiologici esaminati da un team di 22 esperti in 10 paesi.
Il consumo di carne è legato principalmente al cancro del colon e del retto, ma sono state osservate associazioni anche con i tumori di pancreas e prostata. “Gli esperti hanno concluso che consumare 50 grammi di carne lavorata ogni giorno aumenta il rischio di cancro del colon del 18 per cento”, ha affermato l’agenzia.
Lo diceva Ellen G. White
Per giorni la notizia dell’OMS ha dominato i media di tutto il mondo, ma non ha sorpreso i leader avventisti i quali hanno fatto notare come Ellen G. White abbia ampiamente scritto sui benefici di una dieta vegetariana già nella seconda metà del XIX secolo, molto prima che diventasse di moda nella cultura occidentale .
“La carne non è mai stata l’alimento migliore; ma il suo uso è ora doppiamente discutibile, considerato il rapido aumento delle malattie negli animali”, scrive E. G. White nel capitolo intitolato “Motivi per evitare gli alimenti carnei” del suo libro Child Guidance. “Coloro che consumano carne conoscono poco ciò che mangiano. Se potessero vedere gli animali quando sono vivi e conoscere la qualità della carne che mangiano, ne sarebbero spesso disgustati. Le persone mangiano continuamente carne piena di germi tubercolari e tumorali. Così si trasmettono tubercolosi, cancro e altre malattie mortali”.
Landless ha spiegato che “gli alimenti carnei” di allora, includevano la carne rossa che era stata “salata, essiccata o peggio” (a quei tempi non esisteva la refrigerazione) e che oggi rientrerebbe nella categoria delle carni lavorate.
E. G. White, che gli avventisti credono avesse il dono della profezia, nello stesso libro ha scritto che la carne sarebbe diventata sempre più contaminata con il passare degli anni e consigliava agli avventisti di smettere di consumarla. “Per coloro che attendono il ritorno del Signore, il consumo di carne sarà abolito alla fine, ed essa non farà più parte della loro dieta”, affermava.
La Chiesa cristiana avventista, che dà grande importanza alla salute, non vieta il consumo di carne – compatibilmente con le indicazioni alimentari contenute nella Bibbia (Levitico 11) – ma consiglia una dieta a base di vegetali. Sono vegetariani circa la metà degli avventisti negli Stati Uniti e buona parte di essi nel resto del mondo.
Lo confermano gli studi avventisti sulla salute
L’annuncio dell’OMS conferma quanto riconosciuto a livello internazionale dalla ricerca sulla dieta a base di vegetali degli avventisti svolta dalla Loma Linda University. Secondo un’analisi dell’Adventist Health Study-2, pubblicata sulla rivista JAMA Internal Medicine lo scorso marzo, la dieta vegetariana può ridurre del 22 per cento il rischio di tumore del colon-retto; mentre il lavoro precedente, l’Adventist Health Study-1, legava il consumo di carne a un rischio più elevato di questo tipo di cancro.
Il dott. Michael Orlich, direttore della ricerca Adventist Health Study-2, ha affermato che le nuove valutazioni dell’OMS sono “importanti e dovrebbero essere prese in considerazione da tutti coloro che scelgono le diete alimentari e fanno raccomandazioni dietetiche”.
“Ci sono prove scientifiche sostanziali per cui si dovrebbe cercare di ridurre o eliminare dalla propria alimentazione il consumo di carni lavorate e ciò è probabilmente vero anche per la carne rossa”, ha affermato M. Orlich che ha aggiunto di sperare di pubblicare al più presto ulteriori risultati sul legame di specifici tipi di carne, tra cui quelle rosse e lavorate, con il cancro del colon-retto.
Gary Fraser, primo ricercatore dell’Adventist Health Study-2, ha colto l’occasione per invitare al consumo di più frutta e verdura. “Essere assolutamente certi delle cause è in realtà molto difficile, ma il parere dell’OMS, molto valido almeno per quanto riguarda il cancro del colon-retto, offre un ulteriore motivo per introdurre nella propria alimentazione più alimenti vegetali come ortaggi, frutta, frutta secca oleosa (noci, nocciole, ecc.), semi e legumi. Non solo perché la carne causa problemi direttamente, ma anche perché di solito sostituisce altri alimenti che diminuiscono i rischi”.
Il dott. Landless ha esortato gli avventisti a considerare sul serio i risultati dell’OMS, ricordando che l’agenzia ha preso posizione nonostante le pressioni industriali e politiche esercitate dall’industria della carne e dai paesi le cui esportazioni principali riguardano la carne rossa.
“Quando un organismo come l’OMS diffonde questo tipo di annuncio, è perché è molto importante”, ha affermato in un’intervista, “Sarebbe davvero una grande benedizione se i nostri membri di chiesa prendessero in seria considerazione le istruzioni che abbiamo ricevuto sulla salute, non perché confermate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, o perché lo dicono riviste come ‘The Lancet’ o ‘New England Journal of Medicine’, ma perché lo aveva già detto Dio”.