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Prendendo spunto dalla santificazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, e da varie considerazioni sociopolitiche sulla cronaca del passato inerenti il pontificato di entrambi, riflettiamo su quello che la Bibbia ci dice riguardo allo stato dei morti. Leggiamo: “Fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati. Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole” (1 Tessalonicesi 4:13-18). Come potrebbero dei defunti quindi intercedere per noi, se tutti sono in attesa, nel sonno della morte, di ritornare in vita e di andare in cielo con Gesù quando ritornerà? Mario Calvagno, caporedattore di RVS Roma, intervista il pastore avventista Adelio Pellegrini.





