Cristianesimo tra costrizione e libertà
14 Giugno 2023

La religione cristiana è una camicia di forza fatta di restrizioni e vincoli? Qual è il posto della libertà, dell’amore e della responsabilità in questo scenario?

Ștefăniță Poenariu – Per essere un buon cristiano, dicono, non devi giurare, rubare, mentire, imbrogliare o parlare male di nessuno. Allo stesso modo, i buoni cristiani si astengono da tutti i vizi e da qualsiasi tipo di eccesso o stravaganza nel loro stile di vita, credono nella sacralità e nell’esclusività del matrimonio e non considerano l’aborto come un metodo di contraccezione. Queste sono solo alcune delle caratteristiche di quella che molti considerano una vita "impossibile".

Il cristianesimo è una camicia di forza? 
Il cristianesimo è una religione di restrizioni? Perché ai cristiani non è permesso fare così tante cose? In quale modo la libertà può essere compresa nel contesto di queste proibizioni? La mia infanzia era piena di domande ricevute dai compagni di classe o di gioco, e formulate con parole che avrebbero imbarazzato qualsiasi bambino: "Al cristiano è vietato fare questo e quello", "Perché voi non potete fare così?".

Nel libro The Reason for God (La ragione di Dio), Timothy Keller affronta la questione della libertà in relazione alla fede cristiana. Il capitolo 3 si oppone all’opinione dell’attivista Emma Goldman espressa in The Failure of Christianity (Il fallimento del cristianesimo) secondo cui il cristianesimo sarebbe una camicia di forza. L’approccio di Keller inizia con la definizione di verità e comunità, e termina con una descrizione dell’adattabilità culturale del cristianesimo.

La verità cristiana è nemica della libertà? 
Coloro che si oppongono al cristianesimo credono che non ci sia una verità assoluta e un senso fondamentale nell’esistenza. Nessuno ha uno scopo, ma tutti sono chiamati a trovarne uno. Secondo la visione esistenzialista della vita, non siamo destinati a essere o a diventare qualcuno, ma siamo obbligati a cercare un significato e uno scopo. Tuttavia, l’assunzione dell’esistenza della verità è l’assunzione di qualsiasi tipo di convivenza umana. Se non ci fosse una verità oggettiva, nemmeno l’affermazione che tutto è relativo potrebbe essere vera, né asserire che non esiste una verità che possa essere considerata vera. Quindi, la verità è inevitabile.

Quando la verità, però, è definita nel paradigma cristiano come assoluta, diventa nemica della libertà agli occhi dei contendenti. Vivere secondo ciò che Dio dice, sostengono, significa perdere la propria personalità per conformarsi alla ristrettezza mentale di una verità assoluta. Invece, affermano coloro che contestano il cristianesimo, per avere una personalità completamente libera dobbiamo vivere per noi stessi e per il nostro bene, non per Dio e per il suo bene.

Quando affermiamo di vivere per e secondo una certa volontà, ci riferiamo all’autorità. Il ruolo, il potere, l’età e le abilità danno a una persona l’autorità di dirigere. Se c’è una gerarchia implicita in qualsiasi sistema, lo è ancora di più nel rapporto tra noi e Dio. L’idea di Dio implica la sovranità, il diritto di Dio di governare. Quello che sconcerta gli oppositori del cristianesimo è la pretesa dei cristiani di considerare la loro religione come una religione di libertà. Se siamo liberi, perché dovremmo obbedire a Dio? Perché Egli desidera che lo facciamo? E perché Dio vuole che viviamo in un modo o in un altro? Perché Egli può darci dei comandamenti e gli piace agire così?

Ridotti a schiavi per amor di Dio?

Quando consideriamo l’idea di vivere per e in nome di Dio, ci riferiamo alla motivazione. Viviamo entro i principi stabiliti da Dio perché lo amiamo. Dio ci ha amati per primo e noi rispondiamo al suo amore. Questo significa che il suo amore ci limita? Se fosse così, questo tipo di accettazione di condizionamento ci parla di una libertà di ripiego e poco attraente. Restiamo all’interno dei limiti che Dio ci ha prefissato per rispetto e gratitudine verso Colui che ci ha fatto del bene. Lo ascoltiamo, ma potrebbe non piacerci quello che ci viene detto di fare. Lo compiamo per lui, secondo motivazioni altruistiche, ma senza identificarci con quello che stiamo facendo.

Libertà significa responsabilità 
La libertà è spesso usata come una scusa per consentire un danno. La volontà che dice “io farò quello che voglio” è una libertà luciferina. Cercando l’indipendenza da Dio, ci si allontana da qualsiasi forma di autorità che potrebbe proibirci di compiere qualcosa. Questo tipo di libertà, che era il cuore della Rivoluzione francese, vietò qualsiasi limitazione, ma proprio tale principio divenne un divieto e quindi una violazione di se stesso.

Libertà vuol dire responsabilità, che è rispetto della disciplina. In sua assenza, la direzione in cui si esplica l’amore si sposta dalle persone verso il proprio “io”, e così sorge la superbia, che la Bibbia identifica come la via della distruzione. L’egoismo definisce la natura decaduta dell’umanità, che si manifesta in una volontà perversa e impotente. Non solo le persone desiderano spesso cose brutte, ma anche quando ne desiderano di buone, a volte non sono in grado di realizzarle. Il peccato vi si annida.

L’amore è fare ciò che è giusto 
Quando fu chiesto a Gesù Cristo quale fosse il comandamento più importante di tutti, rispose che era quello dell’amore: amare il prossimo e amare Dio. Chi ama adempie le leggi perché queste si incontrano tutte nell’amore. In altre parole, la libertà si trova nell’amore: se ami puoi fare ciò che vuoi, perché in realtà, quando ami, fai ciò che è buono e giusto.

L’amore per Dio è la dichiarazione della perdita di isolamento personale. In famiglia, entrambi i partner rinunciano alla loro indipendenza e solo attraverso l’affidamento reciproco possono diventare uno. Ognuno promette amore incondizionato all’altro in un patto. Ti amerò, ti capirò, ti accoglierò, tenderò al meglio, mi prenderò cura di te e così via, indipendentemente dal contesto in cui vivono. I due partner promettono di essere fedeli fino a quando la morte non li separerà.

Gesù Cristo ha fatto ancora di più. Per amore nostro, ha assunto la natura umana, ha vissuto come uno di noi ed è morto al nostro posto. Dopo la sua risurrezione, le Scritture ci dicono: vedrà la sua "discendenza", la sua volontà prospererà e sarà unito in un patto simile al matrimonio con tutti coloro che lo amano (cfr. Isaia 53:10).

Attraverso la fede nella grazia di Gesù, gli esseri umani sono capaci di fare del bene. La libertà dipende dalla possibilità. Senza possibilità, non importa se sei libero o meno. A cosa serve la libertà di fare qualcosa se non hai il potere di compierlo? Cristo si è sacrificato per espiare i nostri peccati e per donarci il potere di resistere al peccato.

I cristiani non sono accolti da Dio sulla base del rispetto di alcune restrizioni, ma sono chiamati per fede alla grazia di Gesù. Come risultato dell’amore di Dio e della grazia trasformatrice rivolta a ciascuno di noi, le nostre menti arrivano a comprendere la bontà che le regole divine producono. Questa comprensione crea la capacità di vivere in modo significativo e gioioso entro dei principi che sembrano restrittivi dall’esterno. La Bibbia descrive la legge di Dio come gradita a chi la comprende (Salmo 119:91-94), mentre Romani 7:12 presenta la legge come "santa… giusta e buona".

Diventi un uccello quando spicchi il volo 
La libertà si distingue dal libertinismo per il fatto che i principi di responsabilità, con tutte le loro implicite limitazioni, ne fanno parte. La libertà non si forma in assenza di restrizioni, ma nella presenza e nell’accettazione di limitazioni che sono benefiche per gli individui e per la società di cui fanno parte.

La parola “uccello” in sanscrito significa “nato due volte”. La seconda nascita dell’uccello avviene quando impara a volare; se non spicca il volo, non è un volatile. Allo stesso modo essere umani, da una prospettiva biblica, comporta non solo la nascita biologica, ma anche una rinascita, un incontro con Gesù Cristo che rigenera la natura morale dell’umanità e che, esponendoci alla verità, ci aiuta a imparare a vivere nella libertà o, in altre parole, ad amare. "Ama e fai quello che vuoi" implica il riconoscimento e l’accettazione di una responsabilità con i suoi benefici limiti.

(Ștefăniţă Marian Poenariu ha un master in teologia, sociologia ed educazione. È dottorando in scienze dell’educazione e insegna alla Transylvania International School, di cui è il fondatore. In questo articolo parla dei vincoli della fede cristiana, considerando i limiti come un fattore moltiplicatore di identità, rilevanza e libertà)

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio] 

 

 

 

 

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