Dalla solitudine alla comunione
18 Novembre 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Dalla solitudine alla comunione
18 Novembre 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

L’aumento delle famiglie single e la chiamata di Dio alla vita comunitaria.

Vivere da soli è una tendenza in crescita in Italia e in diverse parti del mondo. Secondo gli ultimi dati ISTAT, nel 2024 oltre un terzo delle famiglie italiane è composto da una sola persona. E se la tendenza continuerà, il dato raggiungerà il 41,1% nel 2050.

“Tavola apparecchiata, rumore delle stoviglie, figli che bisticciano o parlano con i genitori. È la cena di una famiglia media nell’immaginario collettivo. Eppure, nella maggioranza delle case italiane dobbiamo togliere qualche coperto dalla tavola. Nel 2024, infatti, una famiglia in Italia aveva in media 2,2 componenti. Le famiglie numerose sono un ricordo del passato: quelle di quattro componenti rappresentano solo il 13,5%, quelle con cinque componenti il 3,1%, famiglie con sei o più componenti sono mosche bianche” dice l’ISTAT nel suo rapporto di settembre 2025.. Sempre di più le tavole hanno un solo coperto. Ci prepariamo, quindi, a diventare un Paese di individui solitari.

Perché così tante persone vivono da sole?
Diversi fattori contribuiscono a spiegare questo scenario, tra di essi ricordiamo: l’invecchiamento della popolazione, di conseguenza molti anziani vivono da soli dopo la perdita del coniuge o la partenza dei figli; i cambiamenti culturali, e quindi valorizzazione dell’indipendenza, rinvio del matrimonio e adozione di nuovi stili di vita. Riassumendo, ci sono più persone in cerca di libertà, ma anche più individui, soprattutto donne, che affrontano il peso della mancanza di compagnia. Tra i nuclei monocomponenti, infatti, prevalgono le signore anziane sopravvissute al coniuge.

“Dietro queste statistiche si cela la sfida umana della solitudine, che non è solo l’assenza di persone, ma anche di legami profondi e di uno scopo nella vita” afferma il past. Henilson Erthal, direttore dei Dipartimenti Educazione, Famiglia e Libertà Religiosa della Chiesa avventista negli stati brasiliani di Pará, Amapá e Maranhão.

“Vivere da soli non significa isolamento” aggiunge “ma il rischio di solitudine è reale quando mancano legami profondi. Questo cambiamento ha già un impatto sulla società dato che la domanda di micro-appartamenti è in crescita, i problemi di salute mentale sono in aumento e si diffonde uno stile di vita sempre più individualista. La grande domanda è: ‘Come colmare questo vuoto?’”.

Cosa dice la Bibbia sulla solitudine?
Fin dall’inizio, riflette Erthal, Dio dichiarò: “Non è bene che l’uomo sia solo” (Genesi 2:18). Gli esseri umani sono stati creati per vivere in comunità e ciò riflette l’essenza stessa di Dio, che è la perfetta comunione tra Padre, Figlio e Spirito Santo. La Bibbia ci ricorda anche: “Qualora mio padre e mia madre m’abbandonino, il Signore mi accoglierà” (Salmo 27:10).

Gesù ha dimostrato che nella sua famiglia nessuno ha bisogno di camminare da solo: “Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello, sorella e madre” (Matteo 12:50).

La chiesa, una famiglia per chi è solo
La solitudine non deve essere necessariamente una situazione definitiva nella propria vita.
In Cristo, ricorda Erthal “anche i momenti di isolamento possono diventare opportunità di comunione e servizio. Ecco perché la chiesa è chiamata a essere una famiglia spirituale, che accoglie chi non ha legami affettivi e offre il calore della vera fraternità”.

La più grande testimonianza del vangelo non è solo a parole, è nell’amore vissuto quotidianamente: “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Giovanni 13:35).

“L’apostolo Paolo ne è un esempio. Persino nell’isolamento della prigione, trasformò la sua solitudine in intimità con Dio e in lettere che, ancora oggi, sono una benedizione per un gran numero di persone. Allo stesso modo, anche noi possiamo fare della solitudine uno spazio fertile per crescere nella fede e prenderci cura degli altri” sottolinea il pastore.

Dalla solitudine sociale alla comunione in Cristo
I dati mostrano che isolamento e solitudine sono in crescita in Italia e all’estero. “Ma la Bibbia rivela che in Cristo vi è comunione, scopo e speranza. In una società sempre più frammentata, la chiamata di Dio alla chiesa è chiara: aprire le case, tendere la mano e vivere nell’amore e nell’accoglienza. Perché, in Cristo, nessuno ha bisogno di vivere da solo” conclude Erthal.

[Fonte: noticias.adventistas.org/pt/. Traduzione e adattamento: Lina Ferrara, HopeMedia Italia]
[Immagine di copertina: sabinevanerp su pixabay,com] 

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