Le donne sono più del 60% dei membri a livello globale, e portano voce, visione e leadership al cuore della missione avventista.
All’Assemblea della Conferenza Generale (CG), in corso in questi giorni negli Stati Uniti, le donne non sono semplicemente presenti. Con la loro partecipazione attiva, mostrano cosa significa appartenere, contribuire e costruire il futuro di una Chiesa che amano profondamente. Nel grande auditorium di St. Louis, le delegate portano con loro storie personali, esperienza vissuta, saggezza spirituale e il desiderio condiviso di vedere una Chiesa più forte, unita e rappresentativa del corpo globale di Cristo.
Dei 2.809 delegati ufficiali presenti, circa il 21% sono donne. Tra i delegati sotto i 30 anni, questa percentuale sale al 69%, un segnale incoraggiante che le nuove generazioni assumono con fiducia ruoli di leadership. Sebbene ci sia ancora margine di crescita, questi numeri testimoniano una verità profonda: quando tutti sono invitati a sedere alla stessa tavola, la Chiesa diventa una comunità più ricca, inclusiva, e il futuro diventa un cammino condiviso.
Una nuova generazione trova la sua voce
Sanja Kuševska, Sladana Markovic e Sara Bracer sono tre giovani delegate dalla Macedonia, alla loro prima esperienza all’Assemblea della CG. Per loro, essere presenti non significa solo indossare un badge: è una questione di responsabilità e fiducia.
“Siamo grate alla nostra Unione per averci affidato questo compito” afferma Markovic “Dimostra che il nostro lavoro è visto e apprezzato tanto quanto quello di chiunque altro”.
Anche Rayanniris Costa, proveniente da Bahia, in Brasile, ha condiviso quanto sia stata illuminante per lei questa prima esperienza. Direttrice di un gruppo scout e leader nella sua chiesa locale fin dall’adolescenza, ha descritto l’incontro come un momento fondamentale.
“Sono davvero sorpresa. Spesso pensiamo alla Chiesa come al nostro piccolo contesto locale, ma qui vediamo quanto è grande, viva e diversificata” racconta “È bellissimo rendersene conto”.
Per Costa, la partecipazione non è solo questione di rappresentanza, ma di corresponsabilità nella missione: “Serviamo in molti dipartimenti, specialmente nei Ministeri in favore dei Bambini e della Famiglia. È importante che abbiamo una voce. Questo amplia la visione della Chiesa”.
Ha anche sottolineato il clima di rispetto presente nei dibattiti: “Tutti hanno una voce. C’è rispetto. E questo è fondamentale”.
Tuttavia, le giovani delegate hanno notato che la partecipazione non è sempre equamente distribuita.
“La maggior parte dei rapporti della CG sono presentati da uomini” osserva Kuševska.
Bracer aggiunge: “Anche se all’inizio si è parlato molto di diversità ed equilibrio di genere, spesso sono stati riconfermati coloro che già ricoprivano ruoli di dirigenti, per lo più uomini”.
Nonostante ciò, il gruppo non si è concentrato sulle disuguaglianze, ma ha promosso una visione di collaborazione, Non competizione, ma corresponsabilità, una tavola condivisa dove uomini e donne contribuiscono in modo diverso ed egualmente significativo alla stessa missione.
Per Erton Köhler, neo presidente della CG, la presenza femminile nella leadership è necessaria e strategica.
“Abbiamo più donne che uomini tra i nostri membri. E mi piacerebbe vederne molte di più coinvolte nella leadership, nelle comunità e in molte delle nostre iniziative” ha affermato.
Secondo Köhler, il ruolo delle donne va oltre i compiti tradizionali: “Hanno una sensibilità speciale e capacità uniche che possono essere una grande benedizione per la Chiesa, se diamo loro più opportunità”.
Pur evitando i temi più controversi, come quello della consacrazione al ministero pastorale, Köhler è chiaro nel riconoscere il valore delle donne: “Sono speciali, sono importanti e spero di vederne sempre di più coinvolte”.
Dall’altra parte del mondo arriva Danita Perez Caderna, direttrice dei Ministeri in favore dei Bambini (MIB) alla Divisione Pacifico del sud, con sede nelle Filippine, che partecipa per la prima volta a una Assemblea della GC. Per lei, la crescente presenza femminile riflette il riconoscimento che la Chiesa offre alle donne.
“Le donne sono valorizzate. La Chiesa globale ci offre spazio per esprimerci, contribuire e partecipare pienamente. Questo ci dà forza” afferma.
Caderna ritiene che le donne portino doni specifici alla missione: “Saggezza, visione e sensibilità. Questi doni sono essenziali per la Chiesa, specialmente nel lavoro con le famiglie e le comunità”.
Ha anche evidenziato l’importanza della collaborazione tra dipartimenti, in particolare tra i MIB e i Ministeri Femminili: “Vediamo che le donne sono sempre più riconosciute come una risorsa preziosa per la Chiesa”.
Una voce e un dono
Debbie Mbayo Maloba, delegata della Divisione Africa centro-est, considera il suo ruolo un dovere sacro. Spiega che essere delegate all’Assemblea della CG “significa molto per noi, soprattutto per le donne” e ciò implica essere coinvolte “nella vita, nello sviluppo e nel progresso della nostra Chiesa”. E aggiunge: “Significa che siamo valorizzate”.
Maloba ha sottolineato i progressi nella rappresentanza, affermando che, anche se “non siamo ancora al 50%, abbiamo raggiunto una percentuale più alta”, che considera un segnale positivo di collaborazione.
Quando le è stato chiesto quale messaggio vorrebbe trasmettere ai suoi colleghi dirigenti , ha risposto con tranquilla sicurezza che Dio ha donato alle donne talenti che toccano profondamente le persone, non solo sul piano spirituale, ma anche nella vita quotidiana. Crede che, a volte, le donne siano in grado di creare connessioni in modi diversi ed è proprio questa, dice, “la bellezza del lavorare insieme”.
Dalle Filippine al Brasile, dall’Europa all’Africa, le donne portano prospettiva, forza e compassione che arricchiscono la missione della Chiesa.
Nel 2025, le loro voci risuonano con chiarezza: la missione avanza quando la Chiesa cammina insieme uomini e donne, fianco a fianco.
[Articolo a cura di Anne Seixas e Andreea Epistatu. Fonte: ANN. Tradotto da Rachele Conti, Il Messaggero Avventista]
[Foto: Tor Tjeransen, Seth Shaffer, Andreea Epistatu, Nathaniel Reid /Adventist Media Exchange (CC BY 4)]











