Giobbe, Proverbi ed Ecclesiaste hanno delle peculiarità e appaiono diversi rispetto ad altri libri della Bibbia. Qual è il loro scopo?
Ángel Manuel Rodríguez – Gli studiosi hanno identificato i libri di Giobbe, Proverbi ed Ecclesiaste come letteratura sapienziale, in parte perché in essi ricorre frequentemente il termine “sapienza” e altre parole affini. Come genere letterario, questi libri condividono alcune caratteristiche comuni (per esempio: massime, dialoghi, enigmi, racconti didattici). La sapienza è anche un modo di intendere il mondo. Gli antichi saggi ritenevano che l’universo in cui viviamo avesse un significato, anche se non erano in grado di comprenderne tutte le complessità. Osservavano il comportamento umano, le esperienze e il mondo naturale, traendone insegnamenti affidabili e principi di vita utili. Il contenuto dei testi sapienziali si articola, generalmente, attorno a tre ambiti principali.
La sapienza della natura
Guidato dallo Spirito, Salomone osservò il mondo naturale e ne scrisse: “Parlò degli alberi, dal cedro del Libano all’issopo che spunta dalla muraglia; parlò pure degli animali, degli uccelli, dei rettili, dei pesci” (1 Re 4:33). Questa capacità di osservare, organizzare, trarre conclusioni e applicarle alla vita umana era un dono divino che gli era stato concesso (1 Re 3:12,13).
Ecco un esempio di come l’osservazione della natura è applicata al comportamento umano: “Va’, pigro, alla formica; considera il suo fare e diventa saggio! Essa non ha né capo, né sorvegliante, né padrone; prepara il suo nutrimento nell’estate e immagazzina il suo cibo al tempo della mietitura” (Proverbi 6:6-8).
Qui, il libro dei Proverbi rivela conoscenze sul mondo naturale e ne ricava insegnamenti etici.
La sapienza pratica
Questo tipo di saggezza si concentra sulle relazioni umane in una società ordinata e fornisce istruzioni su come comportarsi per favorire rapporti armoniosi. È un sapere funzionale e dinamico; non si limita alla semplice curiosità intellettuale. Spesso è necessario per prendere decisioni giuste (1 Re 3:16-18). La maggior parte dei proverbi riguarda la saggezza applicata alla vita quotidiana: “Anche lo stolto, quando tace, passa per saggio; chi tiene chiuse le labbra è un uomo intelligente” (Proverbi 17:28). “Le labbra giuste sono gradite ai re; essi amano chi parla rettamente” (Proverbi 16:13).
Solo chi si comporta rettamente è avveduto e vive in armonia con gli altri.
La sapienza teologica
Questo tipo di conoscenza sottolinea i limiti della comprensione umana e identifica Dio quale fonte della vera sapienza (Proverbi 8). La saggezza è vista come mediatrice della rivelazione. Il significato ultimo del mondo naturale e dell’esperienza umana si trova nella sapienza divina. Tra le altre cose, la saggezza teologica cerca di comprendere, o almeno di riflettere su come il Signore possa essere un Dio buono e amorevole pur in presenza della sofferenza umana. Giobbe ed Ecclesiaste sono ottimi esempi di riflessione teologica. Questo sapere si fonda sulla seguente constatazione: “Il principio della saggezza è il timore del Signore, e conoscere il Santo è l’intelligenza” (Proverbi 9:10).
I saggi partivano dal presupposto che esistesse un Dio amorevole, creatore di ogni cosa, e trovavano gioia nell’onorarlo. La sapienza teologica fornisce le basi per la comprensione della natura e per il sapere pratico. Il funzionamento del mondo, in genere, è percepito come un’espressione della sapienza divina; di conseguenza, studiare il comportamento umano e il mondo naturale significa esplorare la conoscenza di Dio, culminata, secondo il Nuovo Testamento, nell’incarnazione della sapienza in Cristo.
Possiamo dire che la sapienza è una ricerca pragmatica della comprensione della creazione di Dio attraverso le nostre relazioni con la natura, le persone e Dio stesso, utilizzando forme letterarie specifiche per comunicare le sue scoperte. Questi tre livelli di relazioni definiscono la nostra esistenza, e imparare a orientarsi tra loro porta pace nella vita e longevità.
(Ángel Manuel Rodríguez, dottore in teologia, ha servito come pastore, professore e teologo. Ora è in pensione)
[Fonte: adventistreview.org / Tradotto da Veronica Addazio]